Perché ci si innamora? Sono i ferormoni ad avere un ruolo predominante nella scelta del partner Società

La scienza ha cercato e trovato risposte al perché ci si innamora e si tradisce. Gli uccelli per esempio sono i più monogami tra gli animali, con oltre il 90 per cento delle specie che mostra la propensione a creare coppie stabili, dimostrazione che la coppia è il risultato di un processo di selezione naturale teso a garantire le migliori cure parentali e quindi la trasmissione dei propri geni.

Tra i mammiferi la monogamia sociale, la creazione di coppie stabili, è invece molto rara - la si osserva in meno del 3 per cento delle specie - perché dopo l’accoppiamento è la femmina che si occupa della lunga gestazione e del conseguente allattamento della prole, mentre il maschio è libero di andare in cerca di altre femmine da fecondare.

Tuttavia ci sono eccezioni e i ricercatori si sono chiesti quali siano i motivi di queste deviazioni dalla norma, cercando di dare una spiegazione anche al comportamento umano.

Tra alcuni primati - i mammiferi che comprendono noi esseri umani - la monogamia sociale può essersi evoluta per evitare l’infanticidio operato da altri maschi per spingere le femmine all’accoppiamento. Durante l’allattamento che dura molto a lungo le femmine sono restie a nuovi incontri e questo spinge i maschi del gruppo a uccidere la prole altrui. La presenza di un genitore maschio accanto alla femmina che allatta funge da deterrente per gli altri maschi e protegge i piccoli.

Non va confusa comunque la fedeltà genitoriale con quella sessuale, quest’ultima rarissima in natura. Anche le coppie solide e durature di uccelli infatti non disdegnano la promiscuità sessuale. L’infedeltà in natura pare essere la regola, sebbene qualche rarissima eccezione esista. Una coppia sessualmente monogama molto studiata è l’arvicola della prateria, un piccolo roditore che per l’intera vita si accoppia con un solo partner. I ricercatori hanno scoperto che ciò dipende da un cambiamento a livello della neurotrasmissione, lo scambio di messaggi tra i neuroni, innescato dal primo rapporto sessuale. A determinare il comportamento monogamo sono due ormoni, la vasopressina e l’ossitocina. Una serie di studi sugli esseri umani ha trovato correlazioni tra l’espressione di specifici recettori ormonali con la tendenza a monogamia o promiscuità sessuale.

C’è ancora un punto al quale dare risposta: perché ci si innamora? Perché non scegliamo il primo o il migliore che incontriamo? Perché i matrimoni combinati ci sembrano assurdi? Perché prima di trovare l’amore passiamo attraverso incontri deludenti o inutili corteggiamenti? Anche qui, la scienza è in grado di fornire qualche indizio. Esperimenti condotti su uccelli monogami hanno dimostrato che il successo riproduttivo è maggiore se gli individui sono liberi di scegliersi. Quando le unioni sono forzate nascono e sopravvivono meno pulcini. Ma che cosa determina la scelta? D’istinto siamo portati a credere che gli occhi siano uno dei principali sensi attraverso cui ci innamoriamo. In realtà sono gli odori, i ferormoni, sostanze prodotte e rilasciate, ad avere un ruolo predominante nella scelta del partner.

Un esperimento di molti anni or sono fece molto discutere il mondo scientifico. A un gruppo di uomini venne chiesto di indossare per due notti consecutive una maglietta di cotone e di evitare in quei giorni di lavarsi, usare deodoranti o mangiare cibi che potessero interferire con l’odore del corpo. Queste magliette vennero poi portate a un gruppo di donne in età fertile, chiedendo loro di annusarle e di scegliere l’odore migliore. Nonostante l’esperimento sia stato molto discusso e contestato e nonostante al momento non possiamo confermarne i risultati, l’idea è tutt’altro da scartare. Tuttavia, la risposta al perché ci innamoriamo della persona sbagliata è ancora avvolta nella nebbia, ma in una nebbia densa di odori.

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscaramuzzo@libero.it