Calcio, Serie B: ''Strega'' zimbello della cadetteria. Col Venezia ennesimo ko... Via alle proteste Sport

Umiliante, frustrante, disarmante. Assistere alle prestazioni del Benevento Calcio, quest’anno, specialmente quelle casalinghe, è questo e tanto altro ancora. La Strega, per l’ennesima volta, è crollata su se stessa, raschiando imperterrita il fondo del baratro. Rimasta inerme, dopo aver perso definitivamente la propria identità, oltre che la dignità, si è confermata preda facile per tutte le pretendenti alla salvezza. Il “Vigorito”, invece, facile terra di conquista per ogni rivale.

Con l’1-2 casalingo registrato col Venezia, la squadra di Cannavaro ha incassato il 7° k.o. stagionale tra le mura amiche, il 10° complessivo; nonché il 3° di fila. Numeri che fanno accapponare la pelle: i giallorossi non vantano un successo dallo scorso 11 dicembre 2022.

Davanti a cifre del genere, giustificare la permanenza di mister Cannavaro sulla panchina sannita resta impresa ardua, se non impossibile. L’ex campione del mondo sembra aver trascinato una vera e propria sciagura ai piedi della Dormiente. Con lui si è assistito ad una lenta e straziante regressione, mascherata da vuoti sorrisi ed evitabili battute di troppo davanti le telecamere, le quali non hanno permesso di mettere a fuoco - ai più - l’orripilante gravità di problemi sciorinata dalla squadra tutta. Tecnici, fisici, ma soprattutto tattici. L’era Cannavaro ha rappresentato, finora, un annichilente nulla cosmico. Tantissimo fumo - tantissimo! -, ma niente arrosto.

Ma sul banco degli imputati, al centro - ora - di sempre più veementi proteste, c’è l’operato dell’intero trittico partenopeo, composto da Vigorito, Foggia e, appunto, Cannavaro. Hanno provato a tutelarsi a vicenda in ogni singolo capitombolo, a cominciare dalle dimissioni presentate dal mister dopo la disfatta di Como, lo scorso 22 ottobre, ma non sono riusciti ad abbozzare delle responsabilità dimostratesi gravi ed evidenti. Così, spalleggiandosi tra loro davanti le telecamere, hanno alimentato quell’insanabile spaccatura che, quest’anno, li ha sempre distanziati dalla tifoseria, generando un circolo vizioso controproducente all’ennesima potenza. Resta lampante un mercato gravemente insufficiente condotto dal diesse Foggia, il più criticato dalla tifoseria; così come non sono giustificabili le scelte di comunicazione - oltre che gestionali - dal presidente Vigorito, che sembra quasi abbia voluto mettersi contro tutti e tutto, generando una sorta di repressione nei confronti dei pochi coraggiosi che, con rispetto e con criterio, avevano compreso l’inadeguatezza della rosa e della dirigenza prima che la classifica lo palesasse agli occhi di tutti.

Ai supporter, non resta che una squadra esanime, vuota, oltre che non all’altezza della categoria. Ma, soprattutto, priva di uomini con la U maiuscola: dopo l’ennesima figuraccia stagionale, l’intero gruppo squadra ha evitato il confronto con la tifoseria, rifugiandosi codardamente negli spogliatoi, pronti a ricominciare l’ennesima manfrina dinanzi le telecamere amiche. Stavolta no, però: niente routine; niente scuse nelle interviste; basta ritiri. Gli amanti della Strega sono stanchi e pretendono, adesso, una comunicazione trasparente.

Sono stanchi anche di assistere a prestazioni intrise di disordine e distrazione come quella col Venezia. Inizio da horror, come sempre: dopo 2’ il fallo di Improta ha permesso a Pierini di calciare, da punizione, innocuamente, o quasi, verso lo specchio della porta giallorossa. Quasi, appunto: paperissima di Paleari e palla respinta direttamente nella propria porta. Inizio con handicap: 0-1.

La Strega ha cominciato ad innervosirsi, non avendo alcuna idea tattica a cui appigliarsi: l’evanescenza di Acampora a centrocampo è stata lancinante, così come l’impalpabilità della difesa: Leverbe e Veseli completamente in bambola. Con un fare arruffone, qualche cross alla rinfusa ha permesso al Benevento di collezionare un palo clamoroso con Pettinari, colpito col mancino al 43’, e poi di pescare il corner del pareggio qualche minuto più tardi. Cross di Jureskin, neoacquisto piuttosto propositivo, sebbene tatticamente indisciplinato, spizzata di Veseli e rete da due passi di Tello: 1-1.

Nel secondo tempo, i tifosi della Strega, uniti nella difficoltà e presenti in massa anche in un periodo complicato come questo, hanno provato a galvanizzare la formazione di casa. Come sempre, però, dopo la solita uscita di Schiattarella dal campo, il vuoto. Nel momento in cui il Venezia sembrava più innocuo, un cross da destra di Candela ha colto in ritardo Leverbe nella chiusura su Pohjanpalo: tanta distanza dal marcatore, anticipo e zampata vincente dell’attaccante, valida l’1-2 dei lagunari.

Il Benevento ha perso la testa. I cross a ripetizione dalle fasce non sono mai riusciti ad innescare Simy, impacciato come al solito. Nel finale di gara, una reazione violenta di Viviani, subentrato da poco, è costata un rosso all’ingenuo, immaturo ed ormai rinomatamente insufficiente centrocampista del Benevento.

Così, al triplice fischio del direttore Sacchi, il “Vigorito” è esploso in un boato di fischi e cori di protesta, indirizzati al diesse Foggia e al gruppo squadra. La conseguenza, come anticipato, è stato un atto di codardia: nessuno sotto il settore in protesta a confrontarsi, né a guardare in faccia i supporter che li hanno incitati per 90’ da brividi. Nulla. Silenzio.

La classifica del Benevento, ora, è atroce quasi quanto le prestazioni della squadra di Cannavaro: i giallorossi sono inevitabilmente penultimi a 23 punti, in piena zona retrocessione diretta. La possibilità di scendere in Serie C, ad oggi, è più concreta che mai.

TABELLINO E PAGELLE

Benevento (3-5-2): Paleari 4; Veseli 5, Leverbe 4,5 (30'st El Kaouakibi 5), Tosca 6; Improta 5 (14'st Ciano 5,5), Tello 6, Schiattarella 6 (22'st Karic 5), Acampora 4 (14'st Viviani 3,5), Jureskin 6; Pettinari 6 (14'st Simy 5), La Gumina 5. All.: Cannavaro 4,5.

Venezia (3-5-2): Joronen 6; Hristov 6 (12'st Svoboda 6), Ceppitelli 6,5, Carboni 6,5; Candela 7, Ellertsson 6 (30'st Andersen 6), Jajalo 6, Tessmann 5,5 (12'st Busio 6), Zampano 6 (12'st Beghetto 5,5); Pohjanpalo 7, Pierini 6,5 (22'st Johnsen 6). All.: Vanoli 6,5.

Arbitro: Sacchi di Macerata. Assistenti: Fontemurato e Trasciatti. IV ufficiale: Di Marco. VAR e AVAR: Mariani e Ranghetti

Marcatori: 4'pt Pierini, 49'pt Tello, 25'st Pohjanpalo

Note: Ammoniti Acampora, Schiattarella, Jureskin, Viviani. Espulso Viviani al 44'st. Recupero 4'pt e 6'st.

FRANCESCO MARIA SGUERA