Masiello: 'Il nostro obiettivo è una piattaforma Sannio' Economia

Presidente Masiello, la crisi nel Sannio è generalizzata e tocca un po’ tutti i settori. Come Camera di Commercio, quali iniziative diciamo “straordinarie” state attuando?

Ben lontani dai facili slogan, ci siamo messi all’opera nell’incentivare il supporto al sistema imprenditoriale, dei consumatori e dei lavoratori, attraverso investimenti sugli strumenti ordinari di sostegno come il Fondo Confidi, l’internazionalizzazione delle imprese e la sburocratizzazione delle pratiche».

Lei ha più volte affermato che solo attraverso “una forte sinergia” con Comune e Provincia si possono conseguire buoni risultati. Ebbene, ha trovato questa disponibilità?

«Sinergia, e per giunta preceduta dall’attributo forte, non è solo un’espressione abusata. La crisi che si registra è, sicuramente, una crisi strutturale del Sistema Sannio nel suo complesso ma che, allo stato delle cose, può rappresentare per tutti noi una grande opportunità, una sfida a trovare soluzioni adeguate, innovative e di crescita. Come? Lavorando insieme. Mettendo da parte le logiche di appartenenza e, trasversalmente, creando una strategia comune di governo dei processi sul territorio. Alla Camera in questo percorso non può non essere riconosciuta una funzione essenziale e strategica in quanto, rappresentando il tessuto produttivo del territorio e di tutte le sue categorie, ha l’obbligo di mettere in campo una proposta che determini una piattaforma comune di sviluppo e crescita. L’obiettivo, è una Piattaforma Sannio per lo sviluppo e la crescita del territorio».

Quali allora i temi principali da focalizzare attentamente?

«I temi da affrontare in questo tavolo, che parte come interno all’Ente sono le infrastrutture materiali e immateriali; il sostegno alle Pmi; la semplificazione amministrativa; il sostegno al credito; la valorizzazione delle eccellenze del territorio; l’integrazione dell’offerta del made in Sannio; l’ulteriore promozione e valorizzazione del marchio locale; il sostegno agli investimenti in ricerca e sviluppo e il sostegno ai giovani imprenditori. Uno strumento privilegiato deve essere un tavolo di lavoro con le rappresentanze delle associazioni di categoria che esprimono il Consiglio camerale. Insomma, una Camera di Commercio come soggetto cerniera tra il mondo delle imprese e le Istituzioni. Anche la prossima Giornata Nazionale dell’Economia, che si celebra i primi di maggio, sarà un’opportunità di riflessione, di confronto e di dialogo».

C’è chi lamenta che la Camera non svolga appieno quel ruolo centrale che le compete, lasciando l’iniziativa ad altri organismi troppo politicizzati. E’ davvero così?

«L'ente camerale sannita si sente protagonista, ma non primattore ed opera nel rispetto degli altri enti ed istituzioni. Le linee strategiche individuate, sono la ripresa del dialogo con l’ente Regione per rivendicare una maggiore attenzione per il nostro territorio, per sbloccare tutti i fondi europei disponibili e per determinare un’inversione di tendenza tesa alla valorizzazione del Sannio quale territorio valevole di investimenti. Ed ancora: l’avvio di un percorso di relazioni forti col Governo nazionale e coi Ministeri d’impatto sulla crescita del Sannio nonché una forte apertura internazionale. Riteniamo indispensabile la costituzione di una cabina di regia presso la Camera di Commercio quale sede di proposta della Piattaforma Sannio, sia in termini strategici che operativi. Un luogo di confronto e di dibattito per la definizione delle politiche e delle azioni di sviluppo del territorio; un organo di ascolto e di proposta per l’intero Sannio. Il tutto nell’ambito della visione di apertura che s’intende portare avanti alla Camera per il prossimo mandato: una Camera aperta alle istanze delle imprese e del territorio e facilitatore dell’avvio di un percorso di sviluppo del Sannio, non più procrastinabile».

Sulla vicenda ASI, pensa che si riuscirà a passare ad una gestione non più commissariale, in grado di programmare soluzioni per il rilancio di quell’area industriale?

«Il nostro impegno nella direzione di pianificare soluzioni efficaci, e soprattutto condivise, è più che un auspicio. Abbiamo più di una volta sollecitato occasioni di confronto per programmare sviluppo e crescita dell’esperienza ASI, evitando di far stagnare il discorso sulla composizione delle terne o delle quaterne di nomi. Il Consorzio ASI è una cosa seria, rappresenta un’occasione importante, direi imperdibile, per l’economia del nostro territorio ragion per cui, la centralità, dovrebbe essere sui programmi e non sulle nomine e sulle cariche. Per quanto ci riguarda, noi esprimeremo la nostra terna e non faremo mancare il nostro contributo di idee all’interno degli organi».

La Camera di Benevento è stata al “Vinitaly” di Verona insieme a diverse aziende vitivinicole sannite: in concreto, quale risultato si è portato a casa?

«Con Vinitaly 2012 la Camera e soprattutto le aziende del comparto vitivinicolo sannita hanno investito su prodotti di altissima qualità, ma si sono presentate a Verona con un biglietto da visita in più: la promozione dei beni storici, ambientali, paesaggistici ed architettonici, è divenuta un tutt’uno con la proposizione della nuova DOCG Aglianico del Taburno e con le DOC rideterminate e ridisegnate. La stessa scelta di aver come punto di riferimento ambientale il complesso monumentale di Santa Sofia, patrimonio dell’Umanità, ci ha consentito di volare alto. Un terroir speciale per impiantare la vigna della cultura e dell’arte, che rappresentano un valore aggiunto e di tracciabilità per tutte le nostre produzioni».

Ritiene che in questo settore le cose vadano piuttosto bene, o anche lei pensa che ci sia bisogno di delineare una nuova strategia per far affermare - e quindi vendere - i nostri vini fuori dal Sannio?

«Registriamo, anche grazie ai contatti in Vinitaly, una sempre maggiore attenzione per i nostri vini che valicano i confini regionali e nazionali, grazie all’eccellenza del prodotto, ma anche grazie al contesto ambientale, storico e di tradizione in cui sono inseriti. I vini promuovo e vendono il Sannio nella misura il cui il territorio diventa attrattivo a 360 gradi. Le produzioni e le imprese non possono viaggiare per comparti e per filiera, ma agire ed operare come offerta integrata e coerente con una cifra e con un marchio territoriale».

Un gap che tutti gli studi evidenziano dell’economia sannita è quello delle piccole dimensioni delle nostre imprese. Allora cosa fare, in concreto, per spingerle ad allearsi per meglio competere sui mercati non solo nazionali?

«Siamo orientati ad esportare il territorio nella sua interezza, in una sorta di pacchetto Sannio che, mettendo assieme i segmenti dell’agroalimentare, dell’artigianato di qualità, del turismo e della qualità della vita, sappia coniugare l’habitat e tutte le eccellenze produttive. In questa ottica, vediamo il ruolo nuovo delle istituzioni che devono avere la capacità di leggere le necessità e le istanze del mondo imprenditoriale locale. Solo così si possono approcciare nuovi mercati e fare, al contempo, massa critica nelle produzioni».

GIUSEPPE CHIUSOLO 

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