Paesi del Sannio, nomen omen Ambiente

Dire ″pane al pane e vino al vino″ significa chiamare le cose con il loro nome. Una filosofia piuttosto diffusa nel Sannio antico, quando bisognava dare un nome ad un nuovo centro abitato. I toponimi, cioè i nomi originari dei luoghi, ci fanno scoprire il fascino che il nostro paesaggio naturale ha esercitato su sanniti, longobardi e normanni, fondatori dei borghi nella provincia di Benevento. L’originario insediamento sannita-irpino di Ginestra degli Schiavoni, per esempio, era a metà strada della via Minucia, tra Benevento e Troia. Dai documenti del 1100 si scopre che il nome del piccolo centro deriverebbe dalla fioritura della pianta più diffusa nel suo territorio. La prima Torre normanna del villaggio di Ginestra degli Schiavoni sarebbe quindi sorta in un delizioso mare di petali gialli.

Il nome di Frasso Telesino, invece, deriverebbe da terra frassorum o castrum fracti, da alcuni collegato all’albero di Frassino raffigurato nello stemma cittadino. Ma potrebbe anche derivare dall'Orniello, detto genericamente ‘Frasso’, pianta mediterranea che cresce nei boschi su terreni calcarei mescolandosi ai carpini neri e alle querce. Il nome generico che usa Plinio il Vecchio deriva dal greco frasso che significa ‘difendo’: la pianta dell'Orniello, infatti, veniva usata nell’antichità per formare siepi ornamentali di recinzione delle proprietà. Grazie alla grande diffusione dell’Orniello, località chiamate ‘Frasso’ s’incontrano in tutt’Italia; secondo l’Università di Trieste la denominazione sarebbe tipica proprio del Piemonte e della Campania. I fiori del Frasso sono spettacolari grappoli di petali bianchi, molto profumati: chi non vorrebbe abitare in un paradiso del genere?

Il paesaggio boscoso è stato determinante anche per Faicchio, Arx osco-sannita sul monte Acero usata nel VI secolo a.C. dai Pentri per sfuggire ai nemici. Il toponimo ‘Faicchio’ deriverebbe infatti dal latino fagus, che indica l’albero del Faggio, simbolo di saggezza e indipendenza.

Ancora a proposito di boschi: il nucleo originario di Cerreto Sannita sarebbe, secondo gli studiosi, il Cominium Cerritum nei pressi di un tempio dedicato a Flora, Dea italica venerata dai Sanniti come testimonia la Tavola di Agnone. Flora governa la Primavera e la fioritura; e se per Meomartini il nome ‘Cerreto’ si basa sulla somiglianza con Ceritum, sta di fatto che in Italia esistono molte località che derivano lo stesso nome dal latino Quercus cerris, riferito all’albero del Cerro, considerato albero della Vita perché rinasce ad ogni primavera... in perfetto pandant col culto di Flora!

Nel Sannio abbiamo ben due paesi che si chiamano ‘Fragneto’; alcuni storici collegano il nome alla fara (cioè la famiglia) di Gnito, guerriero longobardo che venne qui ad abitare nel VI secolo. Ma secondo altre fonti il fragneto, nome popolare del fargneto, sarebbe stato un bosco di farneus, ossìa di Farnie, varietà di querce massicce adorate dai primi Longobardi pagani, sfruttate per le ghiande e il legno negli ambienti rurali. Se così fosse sia Fragneto L’Abate che Fragneto Monforte dovrebbero la loro fondazione a queste straordinarie risorse naturali. Non tutti i paesi sanniti hanno colpito la fantasia degli antichi per la loro vegetazione.

Il nome di Pesco Sannita, per esempio, deriverebbe da un castello longobardo chiamato Pesclum o Pescum che indica una ‘grossa roccia’.

Il nome di Pietraroja verrebbe dal latino petra robia cioè ‘rupe rossa’: la stessa formata dai calcari sanguigni del costone orientale del monte Mutria che incombe sul borgo.

Tocco Caudio, collegata dagli studiosi a Touxion, nascerebbe dalla ‘Pietra di Tocco’, masso calcareo sul quale fu costruita una fortificazione preromana i cui resti oggi sono cancellati.

Che dire di Sassinoro, che domina la valle del Tammaro dall’alto di un poggio roccioso? La devozione dei paesani fa risalire il nome del paese ad un sasso, il sax onorii sul quale si sarebbe adagiato papa Onorio III di passaggio in questi luoghi; preferibile questa versione green a quella di presunti fondatori sassoni ospiti dei benedettini di Santa Sofia in Benevento, proprietari del borgo dal 1027.

Infine, il Sannio è bello anche a bassa quota: Campoli del monte Taburno deriva il suo nome dal latino Camporum, genitivo plurale di Campus, ‘terreno pianeggiante’. Un paese nato dall’idea degli abitanti di una contrada di Tocco, dopo il terremoto del 1456. Insomma, la geografia umana è strettamente legata al paesaggio; il Sannio ce lo dimostra da molti secoli.

Rosanna Biscardi