Quattro paesini roccaforte della qualità, ma a forte rischio di estinzione Ambiente

Piccolo è bello ma, soprattutto, è superiore alla massa! Fortuna vuole che il paese di pochi abitanti sperduto tra i monti, tanto bistrattato dall’ISTAT, sia l’ultima roccaforte della qualità. Le strade della provincia di Benevento dirette a nord portano proprio a 4 piccoli borghi montani che danno giganteschi contributi alla scienza, alla storia e all’antropologia culturale.

Il primo è Pietraroja (foto), a quota 800 metri sul Matese: solo 508 abitanti nel 2022; ma da 200 anni il giacimento cretacico più noto al mondo per i suoi fossili di pesci, anfibi e rettili perfettamente conservati.

I ritrovamenti del sito paleontologico di Pietraroja cominciano nel 1798, grazie al naturalista italo-svedese Scipione Breislak. Nell’800 continuano con Oronzo Gabriele Costa. In epoca contemporanea se ne occupano l’Università di Napoli e di Torino e il Museo Civico di Storia Naturale di Milano.

Il sito diventa di colpo popolare per il ritrovamento dell’esemplare neonato di Scipionyx samniticus, noto come Ciro: unico esemplare conosciuto di dinosauro teropode, lungo meno di 25 cm. I resti fossili della civita di Pietraroja che va dalle Cavere a Cava Canale, sono continuamente oggetto di studi da parte di esperti italiani e stranieri. Chi non è studioso di paleontologia cammina oltre il campo sportivo per scoprire la grotta del Trabucco; oppure segue il sentiero fino al belvedere sulla forra del Torrente Titerno, stretto fra le civite di Cusano e Pietraroja.

Il panorama offre anche le Regie Piane con le miniere di bauxite, a cui fa da sfondo il Monte Mutria. A nordest di Pietraroja ecco Santa Croce del Sannio: 689 metri sull’Appennino campano e solo 915 abitanti. Lo attraversa l’antico tratturo Pescasseroli-Candela, via della transumanza per i sanniti diretti in Molise. Il paesino ospita l’Istituto Storico dedicato a Giuseppe Maria Galanti, economista e politico del Settecento, che dal 1981 studia i processi di antropizzazione del territorio, la formazione di insediamenti urbani, tradizioni culturali, sociali e politiche connesse. Raccoglie e tutela gli archivi locali gestendo una biblioteca specializzata in storia sannita; pubblica ricerche sulla cultura locale.

Ancora a est di Pietraroja incontriamo Castelfranco in Miscano, a 760 metri sull’Appennino campano con 786 abitanti nel 2023. Lo attraversa il tratturello Volturara-Castelfranco; lo sfiora il tratturello Caporeale-Foggia sull’antica via Traiana, importante perchè fa parte della via Francigena fin dal Medio Evo. Per questo motivo Castelfranco in Miscano rientra nel distretto turistico-religioso Viaticus dell’Associazione Europea delle Vie Francigene. Nonostante le piccole dimensioni, ha un grande bosco con una sorgente d’acqua sulfurea, dichiarato Sito di Interesse Comunitario dal Ministero della Transizione Ecologica.

Il tour tra i luoghi sanniti ‘insignificanti’ ma alto-locati termina a San Lupo: un po’ più a sud degli altri, è a 500 metri di altitudine con 720 abitanti nel 2022. Il toponimo locale proviene addirittura dal vescovo francese San Lupo di Troyes dell’abbazia dei Santi Lupolo e Zosimo di Benevento dell’837. Ma il paese di San Lupo è custode di un elemento architetto-antropologico particolare: qui si trova il torrente delle Janare attraversato dal Ponte delle Streghe.

Le antiche sacerdotesse di Januo erano medichesse e veggenti molto considerate dal popolo; ingiustamente disprezzate, in tempi successivi, per la loro sapienza. La Storia,però, rimette sempre le cose a posto: nel XVIII secolo Achille Jacobelli, nobile di San Lupo amico di re Ferdinando II delle Due Sicilie, regala alla regina Maria Teresa un sacchetto di fagioli qui coltivati. La sovrana gradisce molto: nasce il buonissimo ‘Fagiolo della Regina’ di San Lupo. Secondo il “Rapporto sulle Aree Interne della Campania, focus su Irpinia e Sannio” promosso e curato da Confindustria Campania e coordinato dal professor Giuseppe Marotta, Ordinario di Economia Agroalimentare del Dipartimento DEMM dell’ Università degli Studi del Sannio, ‘La provincia di Benevento presenta la percentuale di spopolamento più alta a livello regionale pari, tra il 2015 e il 2021 al 5,80%.’.

I nostri 4 paesini sarebbero dunque a rischio di estinzione. In Trentino, terra di vedute ‘superiori’e star delle classifiche ISTAT, si vuole frenare lo spopolamento dei paesini montani con il progetto “Coliving: collaborare, condividere, abitare”. Si pensa, infatti, che la condivisione degli spazi comuni nelle abitazioni favorirebbe l’autonomia dei giovani con scarso budget e il ripopolamento del territorio. Valorizzando anche il patrimonio immobiliare pubblico. L’iniziativa mette a disposizione alloggi da arredare con contratto di comodato a titolo gratuito. Da provare nel Sannio montano, perfettamente in grado di offrire un più elevato stile di vita a chi lo cerca davvero.

ROSANNA BISCARDI