Albertone nello spettacolo di Claudio Santamaria Cultura

Alberto Sordi. 100 anni di candeline” è la pièce teatrale di Claudio Santamaria, per narrare un attore immenso, innovativo, ineguagliabile, dagli inizi al successo, che nella “Costellazione della settima arte” ha brillato incessantemente di luce propria, è considerato un indiscusso interprete della commedia italiana.

Celebrare Sordi non è un esercizio retorico, ma la sua grande popolarità, ha tratteggiato la romanità, i suoi personaggi rispecchiano la società italiana, nelle sue molteplici sfaccettature.

Nel cartellone del BCT per la sezione Raccontami, il centenario dell’attore di Trastevere, venuto al mondo in Via San Cosimato 7, con l’apporto osmotico degli Università agli Studi di Benevento, il cinema rievoca la genialità del regista, del comico, del caratterista, del compositore, dello sceneggiatore, del doppiatore, che ha attraversato il dramma della secondo conflitto mondiale, il boom economico, il decadimento morale, i mutamenti dei costumi, i modelli evanescenti, le illusorie aspettative, celate da messaggi di imbonitori alla ricerca del consenso, del possesso sfrenato ai danni dei molti.

La colonna sonora del “Medico della Mutua” (1968), musiche di Piero Picconi, ha dato il via alla serata, magistralmente eseguita dalla Jazz band del Conservatorio Nicola Sala di Benevento, costituita da: Ferruccio Corsi (sax), Angelo Cioffi (tromba), Gianluca Podio (pianoforte), Vincenzo Di Gregorio (chitarra), Sergio Di Natale (batteria), Enzo Autuori (basso). In Pazza cardinal Pacca hanno presenziato il direttore del conservatorio Giuseppe Ilario e il presidente Antonio Verga.

Il giovane Alberto si trasferisce a Milano nel ’36, si iscrive all’Accademia dei Filodrammatrici. É bocciato il 17 gennaio ’37, dalla professoressa di dizione Emilia Varini, per la sua inflessione dialettale in romanesco. Egli ha sempre raccontato l’aneddoto, che secondo la docente lui non sarebbe mai diventato un attore. Per la sua esaminatrice i bravi attori quando pronunciano la parola guerra, usano due erre e non dicono guera, lui risponde cosi: “…Io a dire quella parola ho un nodo alla gola, e poi la guera è guera!”. L’Accademia gli concede il diploma il 27 aprile del ’99. Albertone con molto ironia afferma:”Oggi prendo il diploma di attore, ma questo vuol dire che per settanta anni sono stato un abusivo?”.

Nella capitale dopo la bocciatura all’Accademia, è comparsa in Cinecittà, doppiatore, si dedica al teatro leggero, alla rivista. Non tralascia l’esperienza radiofonica, crea dei personaggi particolari che mietono successi, il Signor Dice, il Conte Claro, Mario Pio.

Claudio Santamaria ha dato la voce, per problemi tecnici, alla clip “Un americano a Roma” (1954), regia di Steno, la scena cult dei maccheroni. Ferdinando Mericoni, detto Nando, per evidenziare il mito dell’esterofilia dei giovani del suo tempo, disdegna la pasta, per mangiare prodotti tipi della Grande Mela, ma poi ci ripensa ed il suo palato esalta la dieta mediterranea, tipica del nostro Paese, pronunciando la celebre espressione:”Maccarone, m’hai provocato e io te distruggo adesso, maccarone! Te magno …”.

Nel testo non è mancato il riferimento a “La grande guerra” (1959), diretto da Mario Monicelli, prodotto da Dino De Laurentis, interpretato da Sordi e Gassman. I critici cinematografici considerano la pellicola tra le migliori, inerente lo scontro armato, sciagura per l’umanità, uno dei capolavori della storia della settima arte.

Conquista il Leone d’oro a Venezia, ex aequo con “Il generale Della Rovere”, di Roberto Rossellini, è nominato non al Grande Fratello, ma all’Oscar per la migliore pellicola straniera. Si aggiudica tre David di Donatello, due Nastri d’Argento, sbaraglia i botteghini all’estero, in particolare in Francia. É scelto la per la pre-apertura della 66esima edizione del Festival del Cinema di Venezia, nel settembre del 2009.

Per omaggiare Mario Monicelli, da poco scomparso, nel gennaio 2011, la Cineteca di Bologna, promuove una retrospettiva in sua memoria, proiettando “La grande guerra”, nel Cimena Lumiére, è stato inoltre, inserito nella lista delle cento pellicole da salvare, che hanno mandato sul grande schermo i cambiamenti della memoria collettiva dell’Italia tra il 1942 e il 1978.

Durante la narrazione della vita artistica di Sordi, un tributo a Franca Valeri è stato doveroso, il 31 luglio, ha spento 100 candeline, un’attrice ineguagliabile, famosa per le sue caricature, per il personaggio della “signorina snob”, cosí battezzato dalla radio, la “Cesira la manicure”, per stigmatizzare i comportamenti ipocriti della borghesia milanese, la Signora Cecioni, una donna popolana romana, sempre impegnata nelle conversazioni telefoniche con la mamma.

La sua filmografia è talmente ampia, ne riporto alcuni: “Totó e i re di Roma” (1951), “Lo sceicco bianco” (1952), “I vitelloni” (1953), “Il conte Max” (1957), “Il moralista” (1959), “Il vigile” (1960), “Il maestro di Vigevano” (1963), “Fumo di Londra” (1963), “Amore mio aiutami” (1969), “Polvere di stelle” (1973), “Il marchese del grillo” (1981), “Troppo forte” (1986), “Nestore, l’ultima corsa” (1994), “Incontri proibiti” (1998).

La piecè teatrale è stata prodotta dall’Università agli Studi di Benevento, regia di Massimo Cinque. Al termine il pubblico ha gradito molto il tributo a Sordi e la recitazione di Santamaria. Il direttore artistico Frascadore Antonio ed il regista si sono scusati per gli inconvenienti tecnici durante la messa in onda di alcune clip.

NICOLA MASTROCINQUE 

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