Donato Zoppo, 'l’anarchico metafisico' Cultura

Ho conosciuto Donato Zoppo tramite una mail. È stato lui a contattare “La Biblioteca del Sannio” e, indirettamente, me. Subito resosi simpatico promise alla Biblioteca i suoi testi e mi chiese gentilmente di poter presentare da noi un suo libro, “Prog. Una suite lunga mezzo secolo”.

Dopo circa tre mesi, il 24 marzo, lo scrittore sannita, accreditato giornalista e divulgatore musicale, viene da noi, nella Biblioteca di tutto il Sannio, a Cerreto Sannita e, cosa eccitantissima, sono io a presentarlo.

Introdotti da Elena Cofrancesco, ci accomodiamo dunque dinanzi ad un buon Solopaca bianco e parliamo di musica. Personaggio di grande spessore culturale e padrone assoluto degli argomenti, Donato Zoppo si è lasciato andare in una piacevolissima chiacchierata di un'ora e mezza, letteralmente volata via in un baleno.

Lui, “anarchico metafisico”, innamorato di Battisti e del Progressive, con l'introduzione del libro firmata da Ray Thomas dei Moody Blues, ha lasciato senza parole appassionati e curiosi.

Tanti gli argomenti presentati.

Con disinvoltura si è parlato del primo esempio di “cultura sommersa” italiano: quella musica alternativa di destra nata negli anni settanta con il Campo Hobbit di Montesarchio. Una destra non “extraparlamentare”, addirittura non violenta, ispirata a Tolkien e al suo mondo immaginario. Una destra censurata.

Così come Lucio Battisti, cantautore di ben altro successo accusato più volte di essere fascista. Compositore leggero e geniale che ha saputo ben coniugare la nuova musica anglosassone con la melodia classica italiana, è stato vittima della Commissione d'ascolto RAI con il disco del '71, “Amore e non amore” ed il 45 giri relativo, “Dio mio no”.

Zoppo ha parlato anche dei compagni di viaggio di Lucio, i musicisti che poi diventeranno Premiata Forneria Marconi, il gruppo italiano più importante all'estero.

Dalla PFM si è poi lanciato in un piccolo viaggio nel Prog, parlando dei Beatles e dei Beach Boys, primi sperimentatori del genere. Ha raccontato del mellotron e degli Jethro Tull, dei Moody Blues fino al degrado del Prog degli ultimi anni. Oggi che il genere ha già visto il suo periodo di massimo splendore restano esecutori bravissimi e precisissimi che, purtroppo, poco hanno da dire.

Infine si è inoltrato in una riflessione sui due rivoluzionari della musica italiana, il sempre presente Lucio Battisti ed il poeta Fabrizio De André, veri innovatori dopo il Domenico Modugno di “Volare”.

Oratore impeccabile, Donato Zoppo ha coniugato la sua esperienza musicale con la mission della Biblioteca del Sannio, quello di essere importante salotto culturale, oltre che scrigno custode del mondo sannita.

Resta una fantastica esperienza e una dedica sul libro di una fertile lettura ed un buon ascolto dell'amato “A change of seasons” dei Dream Theater. Ascoltando i quali ho scritto questo articolo.

GIUSEPPE GUARINO 

Altre immagini