Il Canto Beneventano è di scena ad Aversa Cultura

Si deve al Coro “Santa Cecilia” della Chiesa Cattedrale di Benevento, diretto dal Maestro Don Lupo Ciaglia, il recupero concertistico e la diffusione vocale sistematica del “Canto beneventano”, offerto lo scorso 1° giugno al pubblico di Aversa (Ce) raccoltosi numeroso presso l'Abbazia di San Lorenzo fuori le Mura.

Questa forma musicale è l'espressione in note della religiosità alto-medievale, formatasi e consolidatasi durante i secoli VII - XI nell’area del ducato-principato longobardo sviluppatosi intorno alla nostra città; è, inoltre, una particolare forma di comunicazione con il Sacro che affida alla voce - e solamente a quella - la trasmissione di un sentimento intenso, costruito su di una melodia 'semplice', non ancora articolata nella complessità, ripetitiva e giocata su pochi suoni - sempre gli stessi-, eppure proprio per ciò autentica, raffinatissima e 'moderna'. Questo modulo musicale (ben conosciuto, amato e coltivato in epoca medievale soprattutto nell'Italia meridionale, tanto da diventarne l'emblema in contrapposizione al canto Ambrosiano-milanese, pure affine ad esso culturalmente a causa della comune origine longobarda) cadde in seguito in disuso e nel dimenticatoio fino al Ventesimo secolo: è da allora in poi che l'attenzione degli studiosi e del pubblico ritorna sui “codici beneventani” - custoditi con amore e cura nella Biblioteca Capitolare della città, luogo poco conosciuto se non agli addetti ai lavori, e perciò da scoprire e visitare.

È stato il professor John Kelly, studioso americano divenuto cittadino onorario di Benevento proprio per l'indagine attenta e puntuale da lui fatta su questa musica, a restituirle vita e magia, con l'aiuto dei tanti concerti tenuti da Don Lupo e dal meraviglioso Coro da lui fondato e diretto. La difficoltà esecutiva di queste pagine è indubbia: ci si trova davanti a 'tipologie vocali' completamente diverse dalle attuali, immersi in situazioni espressive in cui persino il 'racconto' del sentimento è agli antipodi dall'oggi.

Eppure la loro attualità è tale da far sì che esse spesso divengano spunto per prodotti dei nostri tempi: per esempio, è intriso di 'citazioni beneventane' - e non solo - l'ultimo lavoro del compositore napoletano Girolamo De Simone, “Inni e antichi canti”, che nasce dal passato riscoperto e recuperato in una trama musicale personalissima, fatta di rielaborazioni e percorsi sonori nuovi. Dunque, un materiale antico, ma vitale e sorprendentemente attuale, 'solido' nelle linee compositive ed in quelle strutturali, da 'inseguire' nelle sale da concerto che lo propongono perché torni ad essere ciò che è stato: linfa vitale ed identità di un popolo e di una cultura.

CARLOTTA NOBILE 

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