La Strada, il film capolavoro di Federico Fellini Cultura

Nella splendida cornice architettonica del Teatro Romano, in Benevento, è stato tributato un “Omaggio a Fellini”, il regista della settima arte, tra i più noti nel mondo per la sua letteratura cinematografica. Le note della straordinaria partitura musicale del compositore Nino Rota con le parti staccate sono state eseguite dall’Orchestra Filarmonica di Benevento, magistralmente diretta da Beatrice Venezi.

I temi originali di Rota sono stati ritmati sul palco dalla Compagnia Balletto di Benevento, diretta da Carmen Castiello, per la regia nonché autrice dei testi Linda Ocone. La serata evento è stata presentata dall’assessore alla cultura del Comune di Benevento Rossella Del Prete.

In fondo a destra del palco due sedie, pronte ad accogliere ospiti d’eccezione, Carla Fracci e Giancarlo Giannini, che mutuando il glossario cinematografico, è definibile una sorta di cameo.

Gli artisti illustri leggono testi inerenti al film. L’attore spezzino ricorda che da studente dell’Accademia nazionale Silvio D’Amico a Roma, viene scelto dal regista Beppe Menegatti, il marito della Fracci, per interpretare il ruolo del folletto Puck, in “Sogno di una notte di mezz’estate” di Wiliam Shakespeare. Egli ancora riferisce al pubblico che mentre Fellini lavora per “La nave va”, egli sbircia di notte il lavoro meticoloso del Maestro riminese. Per queste osservazioni Giancarlino, chiamato affettuosamente da Fellini, viene poi lo appellato “Il pipistrello della notte”.

La strada”, nel 1957, conquista l’oscar, nel primo anno che viene inserita la categoria dei film stranieri. Lo spunto di girare la pellicola frulla nella mente di Tullio Pinelli, che percorrendo le montagne in macchina da Roma a Torino, per recarsi dai suoi familiari, osserva un omone, intento a tirare la carretta con un tendone, nota l’immagine di una donna che spinge il tutto. Si confronta con Fellini, che ha un’idea più o meno simile, una storia di due vagabondi, ma il copione è centrato principalmente sulla vita circense.

La sceneggiatura viene scritta da Fellini (1920-1993), da Pinelli (1908-2009) e da Ennio Flaiano (1910-1972). Il film, ricco di poesia, racconta il tenero, ma difficile rapporto tra Gelsomina, interpretata da Giulietta Masina (1021-1994) e Zampanò (1915-2001), impersonato da Anthony Quinn, due stravaganti artisti di strada, che attraversano l'Italia dell'immediato secondo conflitto mondiale.

Gelsomina è una ragazza labile, vive con la madre vedova, affetta da un lieve infermità mentale, la sua esistenza è segnata dall’estrema povertà, sperimentata drammaticamente insieme ai fratelli più piccoli. Un giorno giunge Zampanò, un rude saltimbanco, che per sbarcare il lunario porta in giro i suoi assurdi spettacoli attraverso i paesi più poveri dell’Italia. L’uomo rozzo ha preso prima Rosa, sorella di Gelsomina, morta improvvisamente, la madre per le ristrettezze economiche, vende pure la seconda figlia, per guadagnare un’esigua somma di denaro, pari a 10 mila lire.

Gelsomina segue Zampanò, da lui impara a suonare la tromba e partecipa come banditrice ai suoi spettacoli. L’amabilità e l’ingenuità della ragazza non placano il terribile carattere di Zampanò, che con il suo barbaro istinto di sopravvivenza pianifica le sue scelte sconsiderate. La ragazza sovente rimane sola, perché l’uomo dissipa i pochi spiccioli guadagnati nelle cantine e con le donne. Gelsomina fugge per la disperazione, ma poi ritorna da lui nonostante i maltrattamenti subiti. La strada è un luogo di incontro e la ragazza conosce un acrobata, che lavora nel circo, dall’indole dabbene, definito “il matto”. Il folle artista circense viene ucciso da Zampanó, che getta il corpo sotto il ponte, assiste Gelsomina alla scena.

La ragazza gli ricorda di essere l’assassino dell’acrobata e per tale ragione, l’abbandona lungo la strada. In una pausa di lavoro in una città, sente cantare la canzone di Gelsomina. La ragazza è morta, il rude saltimbanco afflitto, provoca un’ennesima rissa con i nuovi collaboratori del circo, viene scacciato. Si abbandona al pianto in riva al mare, provando l’infelicità, aleggia la forza dirompente del sentimento.

La strada” è una storia di stenti, di uno spaccato di povertà, di una condizione esistenziale inconcepibile, di un destino ineluttabile, una narrazione di emarginazione, la metafora della vita, di un cammino difficile, un film sull’infanzia, sulla purezza. Il Santo Padre, Papa Francesco in un incontro a cui partecipano circa in 7 mila, affollato da circensi, da giostrai, da domatori, da artisti di strada e da madonnari, cita la pellicola “La strada”, per l’edificazione della Civiltà dell’Amore. Il pontefice pone il bene al centro dell’esistenza, lo paragona ad un seme piantato nel terreno in attesa di germogliare.

Francesco sottolinea: «Quando suonavano quella bella musica del film “La strada”, io ho pensato a quella ragazza che, con la sua umiltà, il suo lavoro itinerante del bello, è riuscita ad ammorbidire il cuore duro di un uomo che aveva dimenticato come si piange. E lei non lo ha saputo, ma ha seminato! Voi seminate questo seme: semi che fanno tanto bene a tanta gente che voi, forse, mai conoscerete… Ma siate sicuri: voi fate queste cose. E grazie di questo, grazie!».

Il film viene presentato alla 15ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, non è accolto favorevolmente dalla critica di “sinistra”, in quanto rifiuta il realismo, per esaltare la favola ed è intriso di spiritualismo, mentre il mondo “cattolico” lo pone nella debita considerazione, per il messaggio che veicola. De Laurentiis porta il film in Francia; affitta un locale agli Champs-Élysées e riscuote un enorme successo.

La pellicola ottiene numerosi riconoscimenti: Premio Oscar 1957; miglior film straniero, nomination migliore sceneggiatura, al Festival di Venezia 1954, il Leone d’argento, concorre per il Leone d’oro, nastri d’argento 1955, miglior regista, produttore del miglior film, National Board of Review Awards 1956, migliori film stranieri, New York Film Critics Circle Awards 1956, miglior film straniero Premio Bodil 1956, miglior film europeo, Premi BAFTA 1956, nomination migliore film internazionale, nomination migliore attrice straniera a Giulietta Masina.

NICOLA MASTROCINQUE