Le liriche leopardiane all'Hortus Conclusus Cultura

Nella suggestiva cornice dell’Hortus Conclusus, museo a cielo aperto dell’arte contemporanea, adornato dalle opere di Mimmo Paladino, “Lavia dice Leopardi”, l’evento sold out è inserito nel cartellone dell’edizione XL di Città Spettacolo.

Il regista milanese dopo aver ricevuto il Premio Ugo Gregoretti, si affretta lungo il corso Garibaldi, per raggiungere l’Hortus Conclusus.

L’attore non legge i versi dell’immenso poeta, né tantomeno interpreta, tuttavia con uno stile personale propone al pubblico attento ed in religioso silenzio, una riflessione filosofica-letteraria, un’autentica sfida alla modernità, immersa nella futilità esistenziale, che rischia di ottenebrare le menti.

Le poesie imparate a scuola da Gabriele Lavia, nel corso della sua carriera artistica diventano una sorta di percorso, per ritrovare nelle tematiche proposte da Leopardi la giovinezza femminile.

In “A Silvia”, il tempo passato, è ripercorso nei momenti più entusiasmanti, riaffiora tra i ricordi indelebili, rimanda al significato autentico della vita, una sorta di specchio dell’anima.

Le liriche del poeta di Recanati racchiudono le nostalgie giovanili, anche il richiamo a Nerina ne “Le ricordanze”, appare evidente nella giovinezza, qualcosa di ameno, in una dimensione del mito che si coniuga nella poesia.

Nei due canti “La quiete dopo la tempesta” ed “Il Sabato del Villaggio”, invece, raccontano spaccati esistenziali di un paese, descrivono dinamiche relazionali di un borgo, di un villaggio, figura della condizione umana alle prese della quotidianità.

Lavia racconta dell’invito ricevuto a San Francisco, in California, la sua meraviglia per l’attenzione e la considerazione agli italiani. Nel teatro si stupisce quando recitano “L’Infinito”, in italiano, con l’accento inglese.

A conclusione dell’evento di elevata qualità, di spessore culturale notevole, il regista milanese si congeda con il pubblico, facendo declamare “L’Infinito” ai presenti, davvero un momento indescrivibile e particolarmente sublime, per esaltare il poeta, che ha segnato nella storia della letteratura una scia luminosa, ancora oggi visibile nella cultura contemporanea.

NICOLA MASTROCINQUE