Nulla sarà come prima Cultura
25 giugno 2011, una data che resterà impressa “a fuoco” nelle menti di tutti coloro che amano il Sannio e in particolar modo le bellezze storiche, artistiche e architettoniche del suo capoluogo, Benevento, che d'ora innanzi potrà “appuntarsi orgogliosamente sul petto” il tempietto dorico simbolo dell'UNESCO.
E' nella tarda serata di sabato 25 giugno, infatti, che la 35ª sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO, riunito a Parigi, promuove all'unanimità - 21 su 21 - la candidatura seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” iscrivendola nella World Heritage List, la più ambita e prestigiosa lista dell'intero pianeta che annovera quei beni (rispondenti a criteri di tipo culturale o naturale eccezionalmente importanti) da tutelare e conservare per le future generazioni.
L'UNESCO premia, dunque, sette luoghi toccati dal popolo germanico nello stivale italico: si va dal Tempietto longobardo di Cividale del Friuli (UD) al Santuario garganico di San Michele a Monte Sant'Angelo (FG) passando per Brescia, Castelseprio-Torba (VA), Campello sul Clitunno (PG), Spoleto (PG) e Benevento, che forte del suo complesso monumentale dedicato alla Divina Sapienza ottiene il lodevole risultato.
“E' stata una bellissima avventura partita cinque anni fa e culminata a Parigi dove ci siamo giocati tutto in 12 minuti”, è quanto ha affermato l'assessore alla Cultura, Raffaele Del Vecchio, durante la conferenza stampa indetta a Palazzo Paolo V sul tema “La chiesa di S. Sofia nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO”.
“Sono stati tre giorni interminabili, di lunga attesa - ha proseguito - siamo stati chiamati alle 22.08 e alle 22.20 era finita, perchè la nostra candidatura era così forte che la promozione si è avuta subito e con il consenso di tutti, ma abbiamo temuto fino all'ultimo, perchè, seppure il giudizio dell'ICOMOS fosse per noi positivo, c'è da considerare che la stragrande maggioranza dei 21 membri facenti parte del Comitato appartiene a Paesi in via di sviluppo e questi non guardano con molta simpatia chi ha già così tanto a livello mondiale come l'Italia”.
Il nostro Bel Paese, infatti, detiene il primato dei beni che possono fregiarsi del titolo di Patrimonio Mondiale dell'Umanità e con questo ora siamo a quota 46!
L'iscrizione seriale, va ricordato, è frutto dell'impegno di numerose istituzioni pubbliche e private che, coinvolte a vari livelli nella gestione degli stessi beni o territori di riferimento, dal 2006 hanno lavorato e lavorano tuttora insieme, perché, se il primo “scoglio” è stato superato, adesso bisognerà innalzare sempre di più il livello di valorizzazione delle testimonianze longobarde e la diffusione della loro conoscenza.
“Oggi inizia la parte della raccolta dei frutti - ha spiegato Del Vecchio - e da questo risultato si parte per un'esperienza di sviluppo della prima industria che l'Italia può avere e cioè quella del turismo. Come prima e diretta conseguenza avremo un incremento dei flussi turistici di circa il 30%. E' questo, infatti, il trend che si è registrato per gli altri siti che hanno avuto il riconoscimento dell'UNESCO. D'ora in avanti, inoltre, si aprono nuovi canali di finanziamento e, già a partire da luglio, parteciperemo al bando per attingere ai fondi speciali previsti dalla Legge 77/2006. Anche alla Regione proporremo dei progetti già pronti per il finanziamento, chiedendo, altresì, la creazione di un canale istituzionale privilegiato - in conclusione Del Vecchio ha annunciato -. Intendiamo affidare al maestro Mimmo Paladino il compito di realizzare il nuovo altare e gli arredi sacri della chiesa di Santa Sofia”.
A breve sarà convocato un Consiglio comunale per celebrare l'evento e per pianificare, assieme a tutte le istituzioni presenti sul territorio, le azioni necessarie a consolidare e valorizzare ulteriormente questo importante riconoscimento.
A darne notizia è stato il sindaco Fausto Pepe che, unitamente al suo vice Del Vecchio, ha chiarito in maniera netta che d'ora in avanti ci saranno maggiori controlli e cambieranno alcune regole in modo da salvaguardare il decoro urbano della cosiddetta “buffer zone”: non saranno più tollerate le partite di calcio nello spazio antistante la chiesa di Santa Sofia; saranno multati i proprietari dei cani che risulteranno sprovvisti del kit per la rimozione delle deiezioni canine; non sarà più consentita l'organizzazione di manifestazioni non compatibili alla nuova vocazione del Centro storico; ci saranno nuove regole per i dehors ed infine i proprietari dei palazzi insistenti su corso Garibaldi verranno “invitati” a migliorare il decoro delle facciate degli immobili.
ANNAMARIA GANGALE