Presentato il libro di Jelardi su Nino Taranto Cultura

Sabato 1 aprile al Teatro Diana di Napoli è stata presentata la seconda edizione ampliata del libro Nino Taranto. Vita straordinaria di un grande protagonista dello spettacolo italiano del Novecento, inserito nella collana Serie Oro della Kairòs curata da Anita Curci e firmato da Andrea Jelardi di San Marco dei Cavoti, nostro collaboratore dal 1994 e giunto ormai alla ventiduesima opera.

All’evento, moderato dal giornalista Giuseppe Giorgio e seguito da un numeroso pubblico, hanno partecipato illustri relatori quali l’attore Gino Rivieccio (autore anche della prefazione), il drammaturgo Manlio Santanelli, il patron del Diana Lucio Mirra e Tullio Del Matto il quale, con lo stesso Rivieccio, recitò a lungo accanto all’indimenticabile artista nato a Napoli 110 anni fa e scomparso nel 1986 che fu interprete e autore di macchiette e canzoni, presentatore televisivo e radiofonico nonché impareggiabile comprimario di Totò sul grande schermo.

Tra i presenti in sala il presidente della Fondazione Nino Taranto nonché nipote dell’artista dottor Francesco De Blasio, l’autore e compositore Aldo Di Mauro, la scrittrice Maria Letizia Loffreda Mancinelli, l’editore Giovanni Musella, la direttrice della collana Anita Curci, la signora Claudia Mirra, la fotografa Fiorella Passante ed altri rappresentanti della famiglia Taranto tra cui la nuora e l’amatissima figlia Maria che, con commozione, ha ascoltato la famosa canzone Lusingame scritta dal padre in occasione delle sue nozze e magistralmente eseguita da Lino Volpe, accompagnato alla chitarra da Franco Ponzo.

Nel corso dell’evento, tra altri applauditi interventi musicali, sono stati rievocati molti aneddoti su Taranto, come ad esempio quello riportato da Del Matto circa la sua preoccupazione per la salute dei colleghi quando, la sera del terremoto del 1980, scappando dal Teatro Sannazaro ove recitava, disse: “Ma siete usciti vestiti accussì leggieri, mo’ ve pigliate ‘na pulmunite”. O ancora il ricordo del suo grande amore per il fratello Carlo, che spesso volle con sé in scena ma che - come narrato da Santanelli - fu suo malgrado pure protagonista di un divertente episodio avvenuto quando una mattina Nino lo lasciò in auto per sbrigare una commissione e, al suo ritorno, provando a negare la mancia al parcheggiatore obiettando che la vettura non era affatto rimasta incustodita, si sentì rispondere dall’uomo “ma io oltre la macchina… aggio guardato pure a vostro fratello!”.

Lucio Mirra e Gino Rivieccio, altresì, hanno riferito della sua consuetudine di arrivare in teatro molte ore prima dell’inizio sia per dedicarsi con calma al trucco e sia, altrettanto abitualmente, per stare al botteghino e vendere di persona i biglietti all’amato pubblico sedendo accanto alla cassiera, la quale - sosteneva - è una delle figure più importanti poiché può influire sul successo dello spettacolo non soltanto col suo giudizio, ma soprattutto ricorrendo a qualche piccolo stratagemma come quello di rispondere al telefono solo dopo averlo fatto squillare a lungo, dando così l’impressione che vi fosse una gran folla in attesa.

Alla presentazione del libro è inoltre intervenuto il Presidente del Consiglio Comunale di Pozzuoli Enrico Russo per annunciare in anteprima che a breve i giardini pubblici nella frazione Lucrino - proprio dinanzi alla villa “La Caccavella” dove Nino Taranto trascorreva le vacanze - saranno a lui intitolati contestualmente alla collocazione di una statua donata dalla famiglia e che lo raffigura con l’inseparabile paglietta a tre pizzi, così come pure porterà il suo nome il vecchio Teatro Lopez nel centro del comune flegreo, attualmente in fase finale di restauro.

In primo piano, ovviamente, le tappe della sorprendente carriera del poliedrico artista partenopeo durata oltre settant’anni e che spaziò in ogni settore comprendendo, tra l’altro, celebri successi canori tra cui Ciccio Formaggio, Dove sta Zazà e Agata, quasi cento film girati dal 1924 al 1971, un Nastro d’Argento per Anni facili diretto da Luigi Zampa e una brillante attività teatrale, dal repertorio di Raffaele Viviani - di cui riportò in scena i maggiori capolavori - fino al fortunato sodalizio con Luisa Conte nel quale si impegnò fino alla fine.

Per questo motivo l’autore Andrea Jelardi ha concluso affermando che “in tempi di crisi editoriale, riuscire a pubblicare dei libri non è una cosa semplice, ma questa seconda edizione della biografia di Taranto dopo quella del 2012 rappresenta l’importanza, non tanto del libro in sé, quanto quella indiscussa del personaggio di cui si parla. Un grandissimo artista molto amato anche dalle generazioni d’oggi e che, di diritto, si può annoverare tra i più poliedrici e completi artisti del Novecento”.

SILVIA RAMPONE

Altre immagini