Riti magici a Benevento nelle foto di Federico Patellani Cultura

Già nel 1948, l’antropologo Ernesto De Martino aveva pubblicato Il mondo magico: prolegomeni a una storia del magismo, ma soprattutto gli anni Cinquanta del XX sec. furono fervidi di ricerche sulla magia in un’Italia che si percepiva stava scomparendo e di cui sopravvivevano solo pochi testimoni in luoghi in cui la cultura contadina aveva ancora aspetti arcaici.Uno di questi luoghi era il Sannio.

Nel 1952, il giornalista Aldo Salvo venne nel Sannio, visitò Sant’Agata de’ Goti e Melizzano, per un reportage radiofonico sulla magia.Le Teche RAI offrono le registrazioni effettuate da Salvo, in cui gli intervistati in genere dicono di non credere alla magia e alle fatture, ma emergono personaggi straordinari, tra cui un uomo che aveva visitato l’inferno e Giovannella di Melizzano, una fattucchiera di professione.

Nello stesso 1952, giunsea Benevento il poliedrico fotografo Federico Patellani per svolgere l’inchiesta Italia magica. L’incredibile rassegna fotografica che testimonia il suo lavoro nella nostra città e provincia è conservata presso il Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (MI), ma è disponibile anche on line, grazie al sito Lombardia Beni Culturali. Le foto di Patellani uniscono l’eccezionale qualità a una esperta tecnica documentaristica, capace di cogliere espressioni, volti, momenti che ci riportano le atmosfere di un mondo perduto. Patellani dedicò una serie di scatti a una donna di Benevento, di cui si riporta solo il nome: Maria Domenica.

Una nota del fotografo, riportata sulla scheda della foto, chiarisce che Maria Domenica è “la strega di Benevento. Maria Domenica è ritenuta la reincarnazione di Maria d'a roscia, la precedente strega di Benevento”. Non sappiamo da dove prenda Patellani queste informazioni, ma non sono esatte. Maria d’a roscia (cioè la rossa) era originaria di San Bartolomeo in Galdo e diede vita a una scuola di streghe a Baselice. Nelle foto di Patellani vediamo Maria Domenica camminare nei pressi dell’ex macello comunale, tra la chiesa dei SS. Cosma e Damiano e il Ponte Leproso, guardata con sospetto da un prete che passa.

La ianara (perché di questo si tratta) ha proprio le sembianze che ci si aspetta: è una donna alta e massiccia, con un lungo naso e un lungo volto, i capelli grigi sono raccolti in una crocchia; uno scialle di lana, di quelli fatti in casa all’uncinetto, le copre le spalle. Le vesti sono assai modeste, ma il piglio della donna sembra quasi spavaldo.

Le foto la ritraggono mentre compie dei rituali magici: ‘u contruocchie per eliminare il malocchio; ‘u vota seggia, per ritrovare l’amore. Quest’ultimo si svolgenella campagna, in un gelido giorno d’inverno, in un vigneto spoglio. Maria Domenica appoggia il palmo della mano sinistra sul pomolo di una sedia di legno col sedile di paglia, la sedia è posta in bilico su uno dei piedi anteriori. Non è semplice ricostruire la dinamica del rituale, testimoniato da questa foto straordinaria.

Esplorando alcuni siti, esso è riportato con numerose varianti, ma si possono riassumere così le sequenze: l’operatrice fa ruotare la sedia su un solo piede, mentre mormora le parole magiche che consentono di ottenere l’effetto voluto: ritrovare l’amore perduto, costringendo la persona a cui è diretto il rituale a tornare da chi lo fa eseguire. Fatta girare vorticosamente la sedia, la si lascia cadere. Confrontando varie testimonianze recuperate da internet, ho potuto ricostruire l’incantesimo che si deve pronunciare:

Vota seggia, vota legno, vota paglia!

Ciente fil’ e paglia site,

ciente diavule addiventate,

ncatenat’ e scatenate

addo’ (nome della vittima) ve ne jate.

PAOLA CARUSO

foto © Archivio Federico Patellani

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