Salemme il mattatore della serata inuagurale della 41esima edizione di Città Spettacolo Cultura

Salemme calca nuovamente la scena dopo il blocco totale, causato dall’imperversare virulento del Covid-19, con uno spettacolo dal titolo: “Napoletano? E Fammi ‘na pizza”. La piece teatrale è tratta dall’omonimo libro, dato alle stampe il 27 febbraio, ultima fatica letteraria. Il sindaco Clemente Mastella ha rivolto in indirizzo di saluto al pubblico in Piazza Castello, gremita, tranne qualche defezione nelle prime fila esordendo:” La paura sta segnando le nostre giornate. Noi siamo paura, ma anche coraggio delle responsabilità. Quasi fossimo untori, per fare la manifestazione”. Per il primo cittadino “Città Spettacolo” è il ritorno alla normalità senza contravvenire alle prescrizioni, alle norme che regolano il distanziamento sociale e l’uso della mascherina. Egli conclude:Renato Giordano, ottimo regista della manifestazione”. Il suono di tamburelli e le note di una canzone napoletana, sono il preludio di una esilarante esibizione del comico di Bacoli. Al centro della scena un tavolino bianco con due sedie del medesimo colore e lateralmente si colgono dei palazzi antichi in una visione prospettica. Il commediografo propone uno spaccato della napoletanità, per eludere gli steriotipi che ne accompagnano la connotazione in Italia e nel mondo, in una sorta di chiave di lettura, per aprire le pagine di un libro con certezze consolidate. I suoi personaggi raccontano una realtà partenopea, inserita in un contesto grottesco, talora bizzarro, nella finzione di identità, per sbarcare il lunario, con attori di spalla eccezionali, nei ruoli particolari, scritti dallo sceneggiatore, per mostrare che in fondo essere napoletani si muove in complessità esistenziale con approcci culturali. Nel copione, intriso di significati profondi, emergono attraverso le sue gag alcune incrostazioni folkoristiche e non la passione, l’elemento caratterizzante di appartenenza alla napoletanità. Il regista ha portato in scena “Con tutto il cuore”, (2019) dove interpreta il professore di latino, “Una festa esagerata” (2018) e “Sogni e bisogni”, (1995). Si affrontano aspetti variegati nell’interpretazione di Salemme, il caffè bollente, il ragù della domenica con il suo rito preparatorio, il capitone a Natale nella festa di famiglia per antonomasia, la connaturale capacità artistica, dal raccontare le barzellette a suonare il classico strumento per eccellenza, il mandolino. Nella città dai mille volti, Napoli diventa espressione di luoghi comuni che non muoiono mai, che nel percorso della vita presentano delle notevoli asperità. Scroscianti e lunghi applausi sono stati tributati a Salemme nel corso dello spettacolo. Al termine della sua ineguagliabile perfomance ha concluso:”Non dobbiamo fare i napoletani, ma fare i napoletani” E’ in fondo un invito a rimanere se stessi ed essere ancorati alle proprie radici, non farsi vincere dagli elementi folkorici, ma profondere le migliori energie in quello che facciamo, come il barista grande e grosso, sotto l’apparenza del duro, prepara il caffè con passione e professionalità. Concludo con un articolo di Vincenzo Salemme, pubblicato nel volume: “Novanta-Venti. I trent’anni di Repubblica a Napoli”, curato da Ottavio Ragone, editato da “la Repubblica”. Nel suo pezzo titolato: “Teatro, il presente del nostro passato”, cita Bertolt Brecht :“Voi artisti che fate teatro in grandi edifici, sotto soli di luce artificiale, ricercate ogni tanto il teatro che si svolge sulla strada”. Il poliedrico attore sottolinea:”Io vorrei prendere a prestito la frase per chiamare i teatranti a fare il loro mestiere senza paura, con generosità e con amore per le persone che, in questa grande confusione del mondo attuale, nonostante le paure, trovano la forza di uscire di casa e comprare il biglietto per entrare in un luogo dove prenderanno posto accanto ad altre persone sconosciute con le quali decideranno di condividere delle emozioni, dei pensieri e delle idee”.

NICOLA MASTROCINQUE