80mila imprese: la ''forza'' della Camera di Commercio In primo piano

Nessuna divisione tra avellinesi e beneventani, bisogna agire uniti. Valisannio avrà un ruolo centrale. Collaboreremo in sinergia con l’Università del Sannio e Futuridea, due eccellenze nel campo dell’innovazione. Transizione energetica ed ecologica, la sfida da vincere. La nostra visione strategica: guardare oltreconfine, relazionarci con le comunità irpine e sannite nel mondo tramite le Camere di commercio estere

Giuseppe Bruno è il primo presidente della Camera di Commercio Irpinia Sannio, un imprenditore che ha dimostrato il suo valore sul campo, impegnato in diversi comparti produttivi: esponente di una holding operante a livello globale nel settore manifatturiero, in particolare generatori elettrici e automotive, fondatore della più importante azienda nel settore della distribuzione di macchine agricole, presente in modo capillare in tutte le regioni del Mezzogiorno. Da presidente di Confindustria Avellino ha puntato molto sul tema “innovazione” e “alta formazione”, attraverso la Fondazione per il primo ITS meccatronico promosso dal Sistema Confindustria, che presiede tuttora.

Presidente Bruno, so che ha dedicato queste prime settimane all’analisi e ricognizione degli atti d‘indirizzo e gestionali di entrambe le Camere che oggi rappresenta. Cosa fare per iniziare il cammino col giusto passo?

Partiamo da un punto: c’è un grande potenziale ed una grande affinità tra i due territori che la Camera oggi rappresenta, quindi ci dovrà essere tanta convergenza sulle problematiche che caratterizzano queste due aree interne. Insieme dobbiamo riprendere in mano il nostro destino, come all’epoca seppero fare sanniti ed irpini, che si unirono per costruire il loro sogno di libertà contro la prepotenza romana. C’è un libro molto bello di Nicola Mastronardi, “Viteliú”, che consiglio di leggere: ti fa sentire orgoglioso di essere sannita, irpino o lucano.

Basta con accuse e rivendicazioni, quindi, per concentrarsi su prospettive e progetti.

Esatto, nessun campanilismo o contrapposizione. Solo chi ha un approccio superficiale sarà impegnato a cercare di dividere avellinesi e beneventani, anziché unire. Dobbiamo essere capaci, come piccola realtà, di alzare lo sguardo, di guardare oltre il perimetro politico delle rispettive province: guardare all’Europa, alle opportunità che si stanno aprendo sul Mediterraneo.

Alla macchina amministrativa, invece, cosa chiede per agevolarla in questa nuova esperienza?

Massimo impegno e collaborazione, grande lealtà e spirito di servizio. Mi auguro di avere anche modo di apprezzare proposte che possono venire dall'esperienza di chi lavora sul campo, al fine di migliorare le performance della Camera, la sua efficienza e trasparenza, ma soprattutto i servizi all’utenza: in particolare alle categorie professionali come commercialisti e notai, essendo la Camera depositaria del Registro delle imprese. Quindi grande collaborazione nei confronti di chi opera per trovare soluzioni e non frapporre problemi burocratici.

A Benevento molti si chiedono se l’Azienda Speciale “Valisannio” avrà ancora un ruolo

Sarà il vero banco di prova. L’Azienda Speciale non deve essere vista come un ‘nido’ dove esercitare un micro-potere, ma come una struttura in grado d’intercettare ogni possibile opportunità legata ai temi della transizione energetica ed ecologica, previste nel PNRR.

Quindi un ruolo tutt’altro che secondario...

Un ruolo ‘centrale’, per il quale eserciterò un controllo molto stretto. È facile riempirsi la bocca sulle cose che si possono fare, ma poi bisogna vedere ciò che davvero si riesce a portare a termine: sosterrò chi sarà impegnato in questa realtà, fissando, però, obiettivi temporali, quantitativi e qualitativi.

Il lavoro iniziale del Consiglio camerale presumo sarà dedicato al nuovo Statuto, all’analisi della spesa e dei servizi da garantire allo studio delle problematiche e delle affinità delle due aree territoriali: quale sarà la “visione strategica” della nuova Camera?

La Camera è un ente pubblico non economico, braccio operativo del Ministero dello sviluppo economico. Nostro compito, quindi, è quello di raccogliere tutte le istanze. Saremo sempre sensibili rispetto alle segnalazioni che verranno dai diversi settori economici, dai corpi intermedi come le Associazioni, per attuare soprattutto un’attività di promozione e internazionalizzazion, accompagnare le imprese su nuovi mercati e favorire, dov’è possibile, anche la loro collaborazione. Da questo punto di vista credo sia prioritario sostenere soprattutto le piccole realtà imprenditoriali: l’impresa strutturata riesce a muoversi in autonomia, il ruolo della Camera non è determinante, mentre per quelle piccole la Camera può essere davvero di grande aiuto.

Facciamo un esempio concreto.

Io punto molto a relazionarmi e collaborare con le Camere di Commercio estere, considerato il grande asset che abbiamo, rappresentato da un capitale immateriale di grandissimo valore quale è il made in Italy. Abbiamo poi nostri conterranei sparsi in ogni angolo del mondo, alcuni dei quali hanno ricoperto ruoli di grande prestigio come il sannita sindaco di New York Bill De Blasio o il sindaco di Boston l’irpino Thomas Menino; ecco, dobbiamo provare a creare un filo rosso, ri-ammaliare questi rapporti, creare stabili e fattive relazioni guardando oltre i nostri confini.

La sua elezione ha creato forti malumori in alcune Associazioni, con strascichi anche sul piano personale. Pensa che si riuscirà a “fare sintesi sulle proposte” e garantire al meglio i diversi settori?

Smentisco di aver creato malumori “tra le Associazioni”, ma solo tra qualche componente del Consiglio camerale. Lo ribadisco: bisogna anteporre l’interesse generale rispetto ad ogni interesse personale. Io sono stato indicato per servire il territorio, senza nessuna ambizione personale. Due anni fa sostenevo anch’io Piero Mastroberardino. Quando si sono consumate delle rotture, sono stato sensibilizzato a scendere in campo, visto che dopo due votazioni si era bloccati e il rischio vero da evitare era un nuovo commissariamento dell’Ente.

Mi conferma che, al di là del nome, il suo Vice sarà un sannita?

È una scelta che assumerà il Consiglio, non sarà una mia nomina.

Da imprenditore e soprattutto da presidente di Confindustria, ha sempre privilegiato il “lavoro di squadra” per raggiungere gli obiettivi. Cosa caratterizzerà la nuova Giunta camerale?

Dobbiamo essere bravi a cogliere ogni opportunità. Da imprenditore, la mia visione è sempre stata sul medio-lungo termine, avendo ben chiari gli obiettivi da raggiungere. Ci dovrà essere, quindi, innanzitutto la condivisione degli obiettivi ed il modo in cui realizzarli. Più che ‘spartirsi’ le deleghe. Dobbiamo lavorare con grande impegno, fare in modo di creare opportunità per tutti gli operatori: sono circa 80.000 le imprese iscritte, per cui non va trascurato nessun aspetto. Un’attenzione particolare sarà riservata alle micro e piccole imprese, che devono essere aiutate a crescere per non soccombere. Infine conto molto sull’apporto dei “professionisti”, persone per formazione acute e intelligenti, razionali, che badano alla concretezza: sono certo che attraverso il loro rappresentante, l’ing. Giacomo Pucillo, riusciremo a raccordarci e fare insieme un buon lavoro.

La loro esperienza, in particolare sulla programmazione europea, nazionale e regionale, sarà fondamentale.

Assolutamente sì. La Camera non è una singola unità, fa parte di una rete più ampia che arriva fino a Bruxelles: Unioncamere ha collegamenti diretti con l’Ue, ha un suo funzionario lì distaccato, che dovrà essere costantemente contattato. Dobbiamo sì affrontare le problematiche del territorio, ma senza trascurare le opportunità che possono venire dal PNRR o da Horizon 2020, lo strumento di finanziamento alla ricerca scientifica e all'innovazione.

In questo compito, un aiuto concreto può venire dall’Università del Sannio.

Riserveremo grande attenzione a questa splendida realtà accademica. L’Università del Sannio eccelle in alcuni settori come la sensoristica, l’elettronica, l’ingegneria energetica, materie che già oggi disegnano il nostro futuro. Mi auguro che si possa lavorare insieme e consolidare i nostri rapporti.

Parlando d’innovazione, una bella realtà sannita è Futuridea, che ha avuto modo di conoscere.

È stata una grande intuizione. È una realtà che ho avuto il piacere di conoscere allorquando crearono i primi incubatori di imprese: li considero autorevoli e credibili. Anzi, approfitto per dire che conto molto sulla collaborazione di Futuridea, proprio nel seme che ha deposto con grande lungimiranza il suo fondatore, Carmine Nardone, persona di grandissima caratura tecnica e morale. Nel settore dell’agricoltura, in Italia abbiamo due grandi personalità: lui e Paolo De Castro. Mi auguro che con entrambi riusciremo a creare un link per connetterci con Bruxelles con maggiore rapidità, considerando la forte vocazione agricola delle nostre aree.

Si è scritto che le due Camere, insieme, dispongono di risorse per diversi milioni di euro. Come saranno impiegate?

Sono un tesoretto da proteggere. Penso che ci sia, da parte di tutti, la sensibilità ad accelerare sugli investimenti, non certo ad alimentare la spesa, dove si rischia di bruciare le risorse: è l’investimento sul medio-lungo termine che produce benefici. E qui mi fermo.

GIUSEPPE CHIUSOLO

Foto di Federico Iadarola