A distanza di 30 anni... Nuovo suicidio di Mastella? In primo piano
A Foglianise per soli 4 voti di differenza risale al Municipio Giovanni Mastrocinque. In proporzione, i voti che sono mancati a Mastella per ridiventare sindaco sono forse ancora meno.
Nella terra di San Rocco il sindaco esce al primo colpo. Nella città protetta da San Bartolomeo occorre il supplizio del ballottaggio.
La prima volta fu nel 1993. Legge freschissima e a Benevento consiglio comunale sciolto in anticipo. Al primo turno la maggioranza orchestrata da Mastella e Del Basso De Caro stravinse, ma il candidato sindaco restò sotto il 50 per cento. Al ballottaggio dalle urne uscì la sorpresa di Pasquale Viespoli. Stava morendo la prima Repubblica e all’orizzonte si profilava l’azzardo di Berlusconi, che sdoganava i nostalgici del fascismo e i nuovi barbari della Lega Nord. Metteva in gioco, il Cavaliere, un bel gruzzolo di voti fin allora inutilizzati.
A distanza di quasi trent’anni a Benevento la storia rischia di ripetersi, ma con ben altri protagonisti. Il primo è Mastella, sindaco uscente forte dei “voti poveri” di dieci liste accompagnatrici alle quali sono approdati frange di PD attratte dalle acrobazie di Vincenzo De Luca e profughi di Cinquestelle lasciati a terra da Conte per un gentile omaggio alla famiglia Mastella. Può Perifano raccogliere tutti i voti delle liste antimastelliane? La domanda resta nell’aria, perché il contendente di Mastella dovrebbe essere in grado di aggiungere anche erosioni dell’edificio di dieci piani che - dicono - qualche piccola crepa l’ha mostrata.
Gioca a favore di Mastella l’isolamento nel quale si è cacciato il gruppo dirigente di Fratelli d’Italia, espressione troppo genuina di una destra pre-finiana. Ripescando una figura che ha portato a casa un Cinque per Cento di cui poteva essere orgoglioso il MSI di Almirante, la Destra beneventana ha scelto l’isolamento.
Non avendo avuto l’intuito di caricare personaggi non cresimati dalla fiamma tricolore, i dirigenti di questa destra scopriranno la spregiudicatezza per sostenere Perifano al ballottaggio del 17 e 18 ottobre prossimi?
Certo, quel 5 per cento conta fino a un certo punto. Dovrebbe aggiungersi al 15 per cento del bottino di Moretti. Perifano dovrebbe, poi, spaccare il melone delle dieci liste mastelliane, ma senza una disponibilità di promesse chi (e perché) dovrebbe passare da lui se Mastella di promesse ne può prospettare a volontà, stante l’alleanza di ferro con il nuovo padrone della Campania?
Perifano dovrebbe essere capace (e fortunato) come il Viespoli del 5 dicembre 1993. L’uomo da abbattere è lo stesso: Clemente Mastella. Il quale ha tutto il diritto di credere che l’altra volta a farlo perdere sia stato Del Basso De Caro, che stavolta sta con Perifano.
MARIO PEDICINI