Ad un anno dalla scomparsa di Giovanni Fuccio... Il ricordo dell'amico di una vita In primo piano

Il 1° giugno del 2021 scompariva Giovanni Fuccio lasciando un vuoto e un dolore incolmabile nella famiglia, la moglie Anna Maria le figlie Maria Gabriella e Francesca, parenti e amici.

In verità avevo detto a Mario Pedicini, altro tuo grande amico (a proposito ha compiuto 80 anni, lo avresti preceduto il 16 gennaio di quest’anno) di scrivere un ricordo per il giorno dell’anniversario, oggi però mi sono preso il diritto e lo spazio necessario per ricordarti. Tanti hanno avuto la forza e il coraggio di ricordarti sia in manifestazioni culturali, sia in manifestazioni dedicate a te. Io no. Non l’ho mai fatto e ne avevo ben donde. Mi sono mancate le forze e il coraggio e oggi con umiltà (una delle tante cose che mi hai insegnato) voglio parlare di te e di me. Una vita trascorsa insieme, tra sindacato (sei stato il mio mentore), politica e giornalismo. Caro Fuccio, così ti chiamavo in modo affettuoso (tu mi chiamavi Amoroso), te ne sei andato all’improvviso lasciandomi in eredità solo un messaggio: un WhatsApp scritto prima di entrare in sala operatoria, tanto forte quanto emozionante che io conserverò per tutta la vita.

Come ben sai, ritenevo che il dolore provato per la scomparsa di mia moglie Teresa fosse indimenticabile e incolmabile. Oggi, invece, sto conoscendo il dolore che mi ha procurato la tua scomparsa. Sono rimasto più solo che mai e l’ufficio è vuoto senza di te riempito di tanto in tanto dalla presenza dei tuoi collaboratori, Annamaria e Silvia e Mario (supervisore) oltre che da Maria Gabriella, tua figlia, che nel tuo ricordo ha saputo prendersi saldamente le responsabilità del tuo giornale nel segno della continuità. Quante cose avremmo voluto fare insieme, tanti progetti andati in fumo. Quanti ricordi da quando non ci sei mi ritornano. Le vacanze insieme, ti ricordi Nizza? Le battaglie sindacali con la CISNAL, tu eri già Segretario Generale, io il tuo braccio operativo, secondo eletto nelle prime elezioni del Consiglio Scolastico Provinciale: Le battaglie politiche insieme al nostro Roberto Ricciardi.

Poi ti sei inventato il giornale quando eri ai vertici del sindacato continuando sempre insieme da piazza Roma, a vi S. Gaetano, a Viale dei Rettori e a Via Piermarini. Ci siamo messi a ragionare sul nome da dare alla testata, e venne fuori Realtà Sannita (e poi le Edizioni Realtà Sannita), che hai saputo portare al successo con la tua solita modestia per ben 45 anni nominandomi da subito tuo vice direttore.

Bastava tutto questo? No, non ci bastava. Partecipammo alle elezioni dei giornalisti pubblicisti in Campania e da subito sei stato eletto al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Io sempre lì al tuo fianco. Il vulcano di idee che ti portavi dentro non si esauriva mai. Da consigliere hai inventato il Concorso Nazionale Fare il giornale nelle Scuole. Per anni abbiamo invaso la città di Benevento di migliaia di studenti arrivati, per la premiazione, da tutta Italia, perfino dalla Sardegna.

Sei stato veramente una bella persona e da te ho imparato tanto. Quel poco che so fare lo devo a te. Come avrei potuto ringraziarti? Standoti vicino, senza mai una discussione, senza mai una parola fuori luogo per ben 47 anni. Caro Fuccio, mi sento solo e per sentirti vicino ti vengo a trovare ogni sabato (guarda che non manco mai) portandoti le rose gialle, colore dal significato di “profonda amicizia”. Devo smettere perché le lacrime non mi fanno vedere più la tastiera, poi perché già ti sento: “Amorò, è lungo”. Grazie, grazie di tutto ciò che mi hai dato. Ciao Fuccio, ti ho voluto bene, ti voglio bene e te ne vorrò sempre.

NICOLA AMOROSO