Calcio, Serie B: tra uno sbadiglio e l'altro la Strega incassa il secondo k.o. consecutivo In primo piano

Noia. È stata la sensazione inevitabilmente predominante per quasi tutta la sfida del “Rigamonti” tra Brescia e Benevento, prima di trasformarsi - nei minuti finali, più precisamente al 93’ -, per quanto concerne la sponda giallorossa, perentoriamente in rabbia. Una sorta di prurigine, un effervescente sentimento di insoddisfazione che si è fatto largo nell’animo dei supporter sanniti al momento della rete segnata da Flavio Bianchi in “zona Cesarini”, il quale ha regalato un successo last minute alla leonessa, affossando nuovamente il Benevento.

Perdere - ancora e ancora, per la terza volta in sei gare - fa male; rinunciare a giocare a calcio, però, è a dir poco frustrante.

Sentirsi appagati da un misero tabellino che evidenzia il numero “0” di fianco al nome di entrambe le squadre è avvilente. Nascondersi dietro una degradante retorica, tirando in ballo la scusa della sconfitta immeritata o dell’importanza dell’organico avversario è umiliante. I tempi degli alibi - per quanto questo campionato cadetto sia effettivamente ancora agli albori - è già terminato. E se questo Benevento intende concretamente ritagliarsi un ruolo da protagonista farebbe bene a scrollarsi di dosso l’atteggiamento saccente e borghese che ha assunto, cambiando rotta il prima possibile.

Le due vittorie consecutive maturate con Frosinone e Venezia, che parevano aver rilanciato moralmente la Strega, possiamo ormai definirle con fermezza effimere. Illusorie. Il Benevento è ripiombato nel baratro dei propri errori, dimostrando che dai propri passi falsi non è stato in grado di imparare alcunché. Attenzione: non che l’1-0 di Brescia sia un parziale meritato o in grado di incalzare una prestazione dei giallorossi integralmente da cestinare. Ma chiudere gli occhi dinanzi una noia mortale durata ben 90’, in grado di sfociare - come se non bastasse! - nel terzo k.o. stagionale equivarrebbe a nascondere la polvere sotto al tappeto.

Tutto si può dire, tranne che la squadra di Clotet, attuale capolista, abbia conquistato con merito il proprio quarto successo consecutivo. Tutt’altro. La gara del “Rigamonti”, come già accennato, ha rasentato dei livelli dilettantistici. Da un lato e dall’altro. Passo lento e pesante di ambedue gli organici; ritmo lentissimo, condizionato da una gestione di gara dell’arbitro Gualtieri totalmente insufficiente (manca un rigore evidente al Brescia). Ne è conseguita una partita davvero difficile da seguire in modo attento, scarna di occasioni. Appena qualche sprazzo per tenere attivi i tifosi delle due compagini. E poi di nuovo il vuoto.

Moreo, nella prima frazione, ha sciupato un paio di opportunità da buona posizione, mentre la Strega si è fatta viva con le conclusioni di Acampora e Letizia, a cui ha risposto Lezzerini con concentrazione. I padroni di casa avrebbero probabilmente meritato un calcio di rigore per un contatto che pareva decisamente falloso tra Glik e Benali, nell’area giallorossa. Var non pervenuto.

Nella ripresa, se possibile, la gara si è imbruttita ancora di più. Il direttore di gara ha perso totalmente il controllo di un match visibilmente inaspritosi, sfoderando 6 cartellini (di 9 totali) nella vana speranza di tenere a bada i protagonisti. Le due sfidanti si sono totalmente sfilacciate, inscenando una gara di ping-pong, con tremendi contropiedi imbastiti da un lato e dall’altro. Risultati rivedibili.

Nonostante il Benevento avesse agguantato un minimo di fluidità e brillantezza in più intorno alla mezz’ora - con un passaggio dal 3-5-2 al temporaneo 4-4-2 -, la formazione campana ha a priori rinunciato ad affondare con convinzione. Complice un reparto offensivo a dir poco evanescente ed un tecnico tutt’altro che audace, si è completamente privata del tentativo di vincere una gara assolutamente equilibrata. Quand’è così, poi, la fortuna bussa alla porta di chi la ricerca. E così ha fatto la dea bendata, baciando l’opaca leonessa nel finale di gara. Minuto 93: rimpallo in area, copertura tardiva di Kubica, palla a Bianchi e boom: Paleari bucato, 1-0 Brescia. Fine del match.

Le scusanti, dal canto della Strega, sarebbero davvero tanti. L’assenza di Viviani, Tello e Farias. O, per esempio, l’imperfetta condizione di Simy, Schiattarella e Leverbe, oggi rischiati dal 1’, a sorpresa. Oppure potremmo continuare appigliandoci al numero di tiri in porta, quattro per parte, che dimostrano come la gara non meritasse di attribuire un bottino pieno ad una delle due sfidanti.

Ma no, non questa volta. Non al terzo scivolone dei giallorossi (quarto stagionale, se comprendiamo la Coppa Italia). La gara in Lombardia, infatti, se rovesciata, è in grado di sviscerare anche altri numeri, tutt’altro che sorridenti: 0 occasioni da gol confezionate dal Benevento; 7 cross recapitati su 24 tentativi; 138 possessi persi con quasi 100 unità di tocchi complessivi in meno rispetto ai padroni di casa. La fortuna - se così vogliamo chiamarla - avrà anche voltato le spalle alla squadra di Caserta, ma va segnalato con schiettezza che anche quest’ultima sembra aver abbandonato ogni forza di ritrovarla.

Così, dunque, al termine di 90’ noiosi e non rimborsabili, la Strega si ritrova con una classifica ancor peggiore rispetto a prima: 7 punti in 6 gare e, senza voler essere affatto drammatici, appena oltre la zona play-out. Poco, troppo poco.

TABELLINO E PAGELLE:

Risultato: Brescia 1-0 Benevento

Marcatore: 47’ st Bianchi

BRESCIA (4-3-1-2): Lezzerini 6.5; Karacic 6, Papetti 6,5, Adorni 6,5, Mangraviti 6; Bertagnoli 6, Labojko 6, Bisoli 6.5 (15’ st Ndoj 6,5); Benali 6 (15’ st Galazzi 5,5); Ayè 5.5 (41’ st Niemeijer s.v.), Moreo 5,5 (27’ st Bianchi 7). All. Clotet 6,5.

BENEVENTO (3-5-2):

Paleari: 6 - Attento su una serie di tiri non pericolosi, ma terribilmente impreparato e fuori tempo nell’uscita su Galazzi, in grado di graziarlo.

Leverbe: 5,5 - Irruento ma efficace. Fatica ad allinearsi con i compagni di reparto e soffre Moreo, specialmente nella prima frazione di gioco. Parzialmente scusato per la condizione fisica ancora tutta da ultimare.

Glik: 5 - Graziato dal Var in occasione del fallo da rigore su Benali. In disordine.

Veseli: 5 - Ciò che più fatica a trovare è la collocazione esatta nel trio difensivo. A tratti, infatti, pare affannarsi più del normale. L’azione del gol, poi, nasce e si concretizza dal suo lato.

Letizia: 5,5 - In alcuni lampi sembra avere fiducia, passo e grinta. In altri, invece, si lascia travolgere dall’asprezza della sfida, imbruttendo tangibilmente le proprie giocate. (33’ st Kubica: 5,5 - Entra in modo timido, così com’è timido il suo intervento in uscita per contrastare Bianchi sul gol bresciano.)

Karic: 5,5 - Si infortuna a metà primo tempo; zoppica per la restante parte della frazione di gara prima di alzare bandiera bianca. (45’ Koutsoupias 5,5 - Un centrocampista che entra al 45’ ed è in grado di toccare la sfera appena 19 volte, in una gara bloccatissima sullo 0-0, davvero non si spiega. Se guardiamo poi il numero di palle perse, 4, c’è da porsi due domande.)

Schiattarella: 5 - Come anticipato da Caserta, il ritmo partita gli manca. Recupera 3 palloni preziosi, ma ne perde il quadruplo (12). Quando arriva al lancio o al cross colleziona lo 0% di precisione. Insufficiente. (20’ st Improta: 5,5 - Anche lui, come tutti i subentrati, non riesce minimamente ad incidere nel match, lasciandosi sopraffare da un ritmo noioso.)

Acampora: 6 - Forse uno dei più propositivi. Manovra e si inserisce con gusto nella prima frazione di gioco. Si perde un po’ nella ripresa, scomparendo dal punto nevralgico del “gioco” sannita.

Foulon: 4,5 - Oltre la metà dei suoi lanci lunghi finiscono in fumo. Neanche un cross degno di nota. Un binario, quello di sinistra, totalmente da riparare.

Simy: 5 - Gara improponibile. Parlano i numeri: 14 tocchi in 65’; appena 5 passaggi riusciti (1 ogni 3) ed un tiro bloccato. Fine. (20’ st La Gumina: 5,5 - Tempo e occasioni per mettersi in luce scarseggiano, ma lui neanche ci prova.)

Forte: 5 - Evanescente. Impalpabile. Una delle sue gare più brutte in maglia giallorossa. Completamente assente. (30’ st Ciano: 5.5 - In molti, al “Rigamonti”, non ricordano neanche il suo ingresso sul terreno di gioco. Invisibile).

All. Caserta 4,5 - Ancora una volta, il suo undici titolare - più subentrati - si rivela totalmente senz’anima. Carenza totale di personalità e di audacia: si lascia persuadere dalla convenienza dello 0-0, prima di essere nuovamente beffato nel finale.

Arbitro: Gualtieri (Asti).

Note: Spettatori: 7248. Angoli 6-4. Ammoniti: Karacic, Benali, Schiattarella, Leverbe, Glik, Koutsoupias per gioco falloso, Acampora per proteste, Bianchi per esultanza irregolare.

Recupero tempo: 4’, 4’

FRANCESCO MARIA SGUERA

Foto di Arturo Russo per Realtà Sannita © 

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