Capitozzature: assessore Giorgione, tocca a lei In primo piano

Sulla disputa relativa alle capitozzature dei platani di Porta Rufina è intervenuto (Il Mattino del 19 marzo scorso, pag. 24, articolo a firma Paolo Bocchino) il Delegato alle politiche Ambientali Giorgione. Il tono è il seguente: “La presunta inosservanza delle varie norme…è tutta da verificare. Lo farà la magistratura, se riterrà, e la cosa non ci dispiace affatto… Circa il possesso dei requisiti da parte degli operatori della ditta appaltatrice, effettuerò una verifica ulteriore, ma sono certo che risulterà superflua: i nostri uffici non avrebbero mai fatto operare personale inadeguato sugli alberi della nostra città”.

Il virus più pericoloso è quello che si contrae in certi ambienti chiusi. Chiusi al confronto, chiusi allo studio, chiusi alla responsabilità.

Il sito web ufficiale del Comune consultato alle ore 11,20 del 20 marzo porta ancora delegati alle politiche ambientale De Nigris e Reale (tutt’e due, con Reale gravato del Cimitero). Già questo ci dice della efficienza degli uffici di cui dovrebbe fidarsi l’assessore Giorgione. Il quale, però, si precipita a rintuzzare chi ha denunciato lo scempio delle alberate cittadine, delegando l’accertamento dei fatti alla magistratura. Sarà perché Giorgione è avvocato e le cause non le decide il popolo e neanche il comitato di cittadini.

Ma qui, avvocato Giorgione, lei entra in gioco come amministratore comunale, cioè come titolare di una funzione alla quale non può sottrarsi passando la palla alla magistratura. E’ lei che deve conoscere e non può disattendere prima il Regolamento Comunale del 2008 e poi il più recente Decreto Ministeriale che dà una precisa definizione della capitozzatura e ne dichiara la inammissibilità. Un avvocato-assessore può non capire niente di piante e fiori, ma non può ignorare (insieme ai dirigenti e impiegati assegnati al suo ambito di competenza) il contenuto precettivo di norme statali.

E’ lei, assessore, a dover rispondere ai cittadini e a dover informare il sindaco di quel che sta succedendo. E’ lei che deve chiedere ai suoi dirigenti di applicare senza indugio il Decreto Ministeriale del 10 marzo 2020. E’ lei che deve organizzare il censimento del verde (di tutto il verde), perché dovrà preparare (se ancora in carica) il documento sindacale di fine mandato con il bilancio degli alberi trovati, morti e piantati.

Circa l’assicurazione che effettuerà una verifica sul possesso dei requisiti richiesti al personale che ha capitozzato platani, tigli e catalpe, avrebbe fatto bene a fare prima gli accertamenti e poi scrivere a Il Mattino. Di risposte promesse e mai elargite chieda a qualche collega assessore se ci sono notizie sulla fine dei lampioni originali dei giardinetti Piccinato.

MARIO PEDICINI