Cittadinanza onoraria all'avv. Jeremy Scott In primo piano

Dal 5 febbraio scorso Benevento ha un cittadino in più: si tratta dell’avvocato Jeremy William LeMessuriere Scott, cittadino britannico, che ha avuto un ruolo decisivo nella vicenda della restituzione del manoscritto beneventano 29, un messale in scrittura beneventana del XII secolo, approntato per le monache del monastero San Pietro intra muros di Benevento.

Il prezioso manoscritto, ricco di miniature, è parte della collezione dei 42 codici longobardi beneventani, custoditi presso la biblioteca capitolare dell’arcivescovado; fu trafugato all’indomani dei bombardamenti del settembre 1943.

Portato in Inghilterra, era entrato in possesso della British Library. Come abbiamo già narrato nel nostro precedente articolo sulla vicenda, fu la professoressa Virginia Brown ad identificare nel 1976 l’Antico Codice come appartenente a Benevento. Da allora la controversia giudiziaria per riottenere il volume a Benevento si è protratta con alterne vicende.

La questione prese una svolta decisiva, quando a difendere la richiesta di restituzione della Curia Beneventana, entrò l’avv. Scott, il quale ha patrocinato gratuitiamente la nostra causa, mosso da nobili intenti.

Come ha raccontato egli stesso in un commovente discorso, tenuto in un’affollata Sala Consiliare di Palazzo Mosti nel corso della cerimonia per il conferimento della cittadinanza, con questo impegno, l’avvocato ha voluto ringraziare gli italiani, che hanno custodito con amorevole cura e rispetto le salme degli inglesi caduti in combattimento su suolo italiano, in quei cimiteri di guerra che egli ha più volte visitato. Inoltre le foto delle devastazioni causate alla nostra città, che gli furono mostrate, le ricerche che ha svolto su Benevento per comprendre la storia gli hanno fatto sentire che la restituzione del manoscritto era un atto di giustizia; che la ricomposizione del nostro patrimonio culturale, se non valeva a restituire le vite umane, poteva salvare almeno l’identità di una comunità.

Spinto da questi nobili valori etici, l’impegno professionale dell’avv. Scott è valso addirittura a far modificare una legge del Parlamento inglese, permettendo la soluzione felice del caso. Dobbiamo esser quindi grati all’avv. Scott, ma anche alla sensibilità del Parlamento inglese che ha recepito l’istanza.

PAOLA CARUSO

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