Comitato Acqua Bene Comune: ''La decisione del Tar non sposta i termini della questione su gestione servizio idrico'' In primo piano

La decisione del TAR non ha spostato i termini della questione relativa al modello di gestione del servizio idrico. Invero, la sentenza ha dichiarato inammissibile il ricorso con una pronuncia in rito che non entra assolutamente nel merito della vicenda”. Questa la replica al sindaco Mastella da parte del Comitato Acqua Bene Comune.

“Infatti, da un lato, il Tar ha dichiarato il proprio difetto di giurisdizione riguardo all’impugnativa della delibera n. 7, ritenendo che la questione dell’aumento del capitale sociale di Gesesa e della relativa sottoscrizione da parte di altri soggetti - peraltro in qualche modo già superata dalla mancata adesione da parte degli enti cui le azioni erano state offerte - rientri nella giurisdizione del giudice ordinario, innanzi al quale la causa potrebbe anche essere riassunta.
Con riguardo alla delibera n. 6, invece, Il giudice amministrativo, non senza perplessità che renderebbero plausibile anche un eventuale appello, ha esclusivamente ritenuto il Comitato non legittimato ad agire in giudizio e non già che il motivo di ricorso fosse infondato. Tanto è vero che, in conclusione, si legge che “i profili di inammissibilità esimono il Collegio dall’esame delle questioni di merito” sulle quali, dunque, il Giudice ha omesso di pronunciarsi e che potranno essere senz’altro rimediate dalla nuova amministrazione comunale. Invitiamo il
sindaco Mastella a non diffondere notizie false per speculazioni elettorali”.

Da qui le conclusioni: “Il Comitato Sannita Acqua Bene Comune è l’unica associazione della provincia giuridicamente riconosciuta sul territorio, che senza secondi fini si batte per il rispetto del referendum del 2011, che la sua amministrazione ha contribuito a tradire senza soluzioni di continuità, svendendo l’acqua alle multinazionali dell’acqua. Lo invitiamo, visto che si professa credente, a leggere la Laudato sì che gli abbiamo donato quando ci ha ricevuto a Palazzo Mosti, nella quale si legge che “privatizzare l’acqua è inaccettabile”. Glielo ricordiamo a nome dei 3.285 cittadini che hanno richiesto un referendum consultivo sulla scelta della forma di gestione, che ancora oggi non è stato celebrato”.