Da Vigorito una grande speranza per lo sviluppo socioeconomico In primo piano
Oreste Vigorito eletto presidente di Confindustria Benevento. È la decisione assunta all’unanimità dall’Assemblea degli industriali, che ha eletto anche la squadra dei vice che lo affiancherà in questa nuova esperienza. Nel primo incontro con la stampa, Vigorito ha tracciato le quattro direttrici per lo sviluppo del Sannio: turismo, ambiente, infrastrutture, imprese. Al suo fianco, il past president Filippo Liverini e il direttore Anna Pezza. Partire dall’ascolto. Idee chiare sul futuro. Progetti di crescita per il territorio. Opportunità concrete per i giovani. Ai suoi colleghi, Oreste Vigorito ha chiesto partecipazione e collaborazione attiva. “Ricambierò la fiducia dei colleghi imprenditori mettendo la mia esperienza al servizio delle imprese. Sono certo che avrò al mio fianco persone che vorranno credere ed investire sul territorio. Abbiamo le capacità e le conoscenze per supportare al meglio il sistema produttivo locale”.
LA SQUADRA
Il presidente Vigorito avrà al suo fianco, oltre a Filippo Liverini, Mario Ferraro di Ance Benevento, Biagio Flavio Mataluni presidente Giovani imprenditori e Claudio Monteforte presidente Piccola impresa, otto vice presidenti: Antonio Affinita, Gerardo Casucci, Clementina Donisi, Andrea Esposito, Pasquale Lampugnale, Giuseppe Mauro, Piero Porcaro, Fulvio Rillo.
Il Vigorito-pensiero nella sua prima uscita pubblica da presidente di Confindustria Benevento
Infrastrutture. “Questa è una provincia baciata dalla fortuna: già dall’epoca dei Romani è l’epicentro delle linee di comunicazione, con la via Appia che univa Roma centro del potere alle regioni del Sud, il famoso granaio d’Italia. Io immagino il Sannio come una ‘valle dei sogni’, dove i treni si fermano non solo per regalare un sogno ai tanti che devono partire, ma soprattutto ai tanti che devono arrivare in questa terra.
La realizzazione di ferrovie veloci e di autostrade che riducono le distanze, servono non solo per andare via, ma soprattutto per ritornare: è questo l’impegno che mi sento di prendere per riportare, in questi luoghi, le nostre intelligenze.
Certo, il progresso richiede sacrifici. Dobbiamo saperlo accettare e gestire. Sono convinto che per questa provincia, che per anni ha vissuto un isolamento di natura tecnica, l’arrivo delle infrastrutture possa significare il sorgere di una nuova alba e che, paesini meravigliosi da vedere, ma anch’essi bisognosi di collegarsi con le tecnologie digitali, possano dare un nuovo slancio all’intero Sannio”.
Globalizzazione. “Viviamo una grande contraddizione: la globalizzazione è in crisi perché, quello che ha creato, oggi è andato in crisi. Ma l’unica cosa che non è stata globalizzata, sono i sistemi economici! È bello poter andare alle Maldive o vedere progressi tecnologici di paesi come la Cina, l’India o l’Oriente, ma dovremmo esportare, in quei paesi, anche ciò che abbiamo noi: la sicurezza sui luoghi di lavoro, le regole sulla qualità e sulla sostenibilità ambientale. Altrimenti non è globalizzazione: è invasione! Ecco, gli sgravi fiscali che chiediamo servono appunto a questo: permettere alle aziende italiane di essere competitive almeno sui costi di produzione”.
La crescita passa dal lavoro. “Per avere una vera ripresa è necessario che le persone ritornino ad avere tranquillità e serenità mentale. Sento spesso i giovani dire: “Metto al mondo un figlio, ma poi che farà?”.
Il mondo che viviamo, ci sta togliendo la speranza per il futuro: una speranza che influisce sui sogni delle persone. Ma senza sogni non si può vivere: parlo di sogni da realizzare, non da teorizzare. Io credo che si possa tornare presto, più che al benessere economico, al benessere mentale delle persone. Siamo stati assaliti come se fossero arrivate forze ignote dallo spazio: un virus che nessuno ha capito bene cos'era ci ha dato un colpo mortale; ma non è la sola origine della drammatica situazioni attuale.
Quella che viviamo è la conseguenza di anni ed anni in cui abbiamo perso il senso della realtà, abbiamo immaginato un mondo fatto “di bottoni”: chiunque di noi, qualunque cosa volesse, bastava premere un bottone! Siamo arrivati finanche ai soldi virtuali. Forse è arrivato il momento di riscoprire, che dietro quei bottoni o per premere il bottone, occorre il lavoro, il sacrificio e soprattutto che le cose non sono mai così semplici come possono apparire”.
Partecipazione e condivisione. “Insieme alla mia squadra visiteremo i vari distretti industriali, per capire le diverse problematiche e fare in modo che le nostre istanze in Regione Campania possano essere supportate, non dalla richiesta di un singolo individuo, ma dalla necessità della collettività. Ma la nostra coerenza deve essere quella di non creare aziende come… dei razzi da spedire su Marte: le aziende sono il riflesso della società civile. E se non portano benessere a tutta la società civile, sono destinate a diventare delle ‘cattedrali nel deserto’ e, prima o poi, c’è qualcuna che muore prima e qualcuna che muore dopo. Senza la collettività e senza la partecipazione sociale, nemmeno l'azienda può avere un futuro”.
Turismo. “Ho girato il mondo e posso dirvi che il turismo dobbiamo imparare ad esportarlo. Non parlo di errori, ma la strategia utilizzata sino ad oggi - di pensare cioè che le persone vengono nel Sannio perché noi siamo qui - è superata. Diceva un antico detto: “Se vuoi qualcosa, vai a prenderlo”.
Noi dobbiamo andare a prendere i turisti, non aspettarli. Io qui ho scoperto una realtà che mi ha fatto da subito innamorare. L’ho scoperta per caso, come molte cose della mia vita: non possiamo pensare di far diventare produttivo il settore del turismo solo perché qualcuno di noi dice all’amico che qui c’è la chiesa di Santa Sofia o il paesaggio della valle Telesina o i vigneti di Guardia. Sono state messe in piedi diverse strategie, pure da Confindustria, con convegni, fiere e altro, c’è stata una certa fibrillazione.
Non dobbiamo rinnegare quanto fatto, bisogna ampliarlo: bisogna che le istituzioni capiscano che l’industria del Sannio è soprattutto quella del turismo. Tra le valli e le montagne della Toscana o delle colline dell’Umbria, e queste del Sannio, non c’è nessuna differenza: sono “belle” queste come quelle. Solo che qui sembra non ci sia nulla, mentre lì hanno saputo valorizzare le loro bellezze”.
Sannio felix. “Ci sono regioni come la Sardegna che hanno fatto dell’ambiente la loro ricchezza, ci sono popolazioni della costa Amalfitana che non sanno cosa sia una fabbrica perché vivono di solo turismo.
La parola turismo, viene ancora coniugata come ‘tempo libero’, ma non è vero: è così per quelli che vengono, non per coloro che stanno qui e che vivono di turismo. Che non hanno tempo. Il turismo è un’industria come le altre. Già è stato fatto tanto, ma bisogna fare molto di più. Ci sono le televisioni, i media, le organizzazioni: bisogna investire sulle aziende che lavorano in questi settori, come la ristorazione, i trasporti, il personale degli hotel (oltre che sulla sua capacità ricettiva).
Dobbiamo far capire alle persone che non si viene nel Sannio solo per mangiare un piatto buono o bere un buon vino. Il turismo è qualcosa di diverso. Ricordo da giovane le tante persone con gli occhi a mandorla girare con una macchina fotografica, sembravano dei marziani; oggi tutti abbiamo una macchina fotografica tra le mani, ma bisogna sapere cosa fotografare. Forse su questo territorio abbiamo sbagliato ad usare l’obiettivo: focalizziamo bene la foto che vogliamo scattare e vedrete che, anche questa parte della Campania, sarà felix come tutti noi vogliamo.
GIUSEPPE CHIUSOLO