Ecco perchè a Pago Veiano c'è bisogno di un Istituto d'Istruzione Superiore In primo piano

Nel 2017 lanciavo la proposta di portare un Istituto Alberghiero a Pago Veiano e di allocarlo nella sede ormai vuota della vecchia Scuola Elementare (vedi https://www.realtasannita.it/articoli/in-primo-piano/un-istituto-alberghiero-a-pago-veiano-la-proposta-della-scrittrice-lucia-gangale.html).

Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, e infatti il vecchio edificio è stato demolito dopo settanta anni di vita (in attesa che venga costruita una nuova e futuristica scuola) e Palazzo Polvere, da sempre inamovibile a dispetto delle schizofrenie politico-amministrative che lo vorrebbero ora demolito e ora riutilizzato in funzione culturale o amministrativa, continua a essere al centro di dibattiti inconcludenti.

Siccome mi sono sempre interessata di storia e di giornalismo e mai di politica paesana (o paesanotta, a seconda di chi la pratica), mi sono limitata ad analizzare, a suggerire, a cercare di valorizzare con gli scritti quello che potevo.

Pochi giorni fa ho visitato un bellissimo Istituto Alberghiero e quell’idea si è riaccesa nella mia mente.

Sarà anche il fatto che anni fa ho lavorato alla Scuola Alberghiera di Stresa, e quell’esperienza, seppur breve, è stata tra le più qualificanti della mia vita. Ci ho scritto pure un libro (Diario Stresiano).

Non che fossi particolarmente amante del clima nordico o della sera che in quei posti sul lago cala sempre con grande anticipo rispetto ai luoghi soleggiati del Sud. Ma la Scuola di Stresa, il più antico istituto del genere in Europa, il suo dinamismo, la sua professionalità, i suoi saperi, il suo grande stile, mi ha davvero dato molto. Devo dire che lasciai con rammarico quel posto. E poiché ho insegnato molto nelle scuole di paese, dal Fortore alla Valle Telesina, amo particolarmente il genere delle piccole scuole, dove i ragazzi sono ancora genuini e rispettosi e dove la didattica si può fare splendidamente, in classi piccole che permettono un approccio pressoché personalizzato. Non che le scuole di paese, come ogni realtà umana, siano esenti da difetti, anzi. Ad esempio, ho avuto liceali assolutamente non portati per quel genere di studi, ma che magari avevano scelto quell’indirizzo perché la scuola sta in paese, perché la mattina ci si sveglia più tardi, perché magari la scuola ha bisogno di iscritti e quindi una grossa mano te la danno sempre, perché magari la promozione è assicurata e per mille altri motivi.

Per questo motivo ho sostenuto l’idea di portare un istituto professionale alberghiero a Pago Veiano, che possa attirare, anche dai paesi del Fortore, ragazzi più portati per il lavoro che inclini a fare gli studiosi, offrendo anche prestigio ad un paese che, per posizione collinare e magnifiche vedute, dia un’immagine di sé in termini turistici. Senza contare che quello alberghiero è un settore che, di per sé, attira molte iscrizioni.

Ricordo di avere avuto alunni eccellenti a Stresa. Uno dei miei ex alunni di quella scuola ha preso due lauree e lavora nel settore amministrativo. Altri ex allievi lavorano in alberghi a cinque stelle. C’è chi ha preso strade diverse dalla ristorazione, ma comunque belle e soddisfacenti.

Una scuola di questo tipo, inclusa in un circuito fatto di bellezze paesaggistiche e reperti archeologici, come suggerisco in un altro articolo (https://www.realtasannita.it/articoli/cultura/e-se-portassimo-una-passeggiata-archeologica-a-pago-veiano.html), potrebbe essere veramente attrattiva. E creare lavoro. Per professori, cuochi, ditte di pulizie, uffici amministrativi, servizio catering, grandi eventi, fiere e rassegne.

A Pago Veiano c’è sempre stata un asilo, una scuola elementare e la scuola media “Theodor Mommsen” dove hanno lavorato centinaia di professori. Tutti quelli che ho conosciuto, per la gran parte, non hanno mai voluto fare domanda di trasferimento a Benevento o altrove e quando l’hanno fatta se ne sono pentiti. Mi hanno sempre raccontato di quanto si stesse bene nelle scuole di Pago Veiano. Quanta umanità e serenità vi avessero trovato.

E allora, vogliamo valorizzare la risorsa più grande che abbiamo? I nostri giovani?

LUCIA GANGALE 

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