Esultanze e perplessità In primo piano

Vengono a Benevento, ospiti del Comune, a svelare progetti di riqualificazione di edifici storici. Il clima è di contenuta esultanza. Si parla di 50 milioni e i soldi fanno brillare gli occhi.

Si parla di due edifici per il Comando provinciale della Guardia di Finanza e dieci fabbricati per “numerosi enti pubblici”, tra cui Ragioneria Provinciale dello Stato, Commissione Tributaria Provinciale, Agenzia delle Dogane, Ispettorato del Lavoro, Archivio di Stato, uffici dell’Agenzia delle Entrate e “grazie ai fondi del Pnrr anche una cittadella giudiziaria con diramazione di Procura, Tribunale e Archivi”. Il tutto sotto l’insegna di Federal Building. Che ci sia di federal è tutto da scoprire. Building al singolare è un “palazzo”: un office building sarebbe un palazzo per uffici, ma qui office non c’è. Bisogna temere?

Nelle stesse ore si è appreso che la Camera di Commercio passa sotto Avellino. In Campania, infatti, nessuno si è preoccupato di conservare le cinque province, e come pesce pilota, Camera di Commercio e organizzazioni sindacali si sono aggrappate ad Avellino. Possibile che tra non molto questi uffici para-federal lasceranno andar via armi e personale ad Avellino, come già fece la Banca d’Italia. Fulgido esempio di cooperazione tra organi dello Stato.

Il Consiglio Comunale (nelle modalità: in presenza, a distanza, a metà strada, dall’automobile lanciata in autostrada) non risulta sia stato coinvolto. E volete pensare che di fronte a 50 milioni si possano immaginare perplessità? Una conferenza stampa basta e avanza.

Certamente i progettisti avranno consultato carte e documenti urbanistici. Sapranno, quindi, che l’area interessata fa parte del Centro Storico di una città chiamata Benevento, che per storia e patrimonio archeologico-artistico-culturale richiede (e deve pretendere) delicatezza e consonanza circa la tutela e la compatibilità di qualsiasi spostamento di muri e pietre. L’ex Pontificio Seminario Regionale Pio XI, come abbiamo scritto sullo scorso numero di Realtà Sannita, non è una caserma, anche se ha ospitato la Scuola Allievi Carabinieri per un quarto di secolo. I Carabinieri ne hanno rispettato con ammirevole sensibilità la forma e l’immagine. Gli attuali manipolatori forse ignorano il nome di chi mise mano alla progettazione di quest’edificio. E’ strano, peraltro, che quando siano venuti a Benevento per rendersi conto dello stato di fatto non si siano chiesti in quale altra città d’Italia si trovi un tale esemplare di architettura novecentesca.

Si parla di un primo intervento per realizzare il Comando Provinciale della Guardia di Finanza e poi di “restanti dieci fabbricati”. Sono dieci, oltre l’unitario fabbricato del Seminario?

Qualunque sia la tabella di marcia (trionfale) si arriverebbe ad una sorta di “centro direzionale” che creerebbe dei “vuoti” in punti cruciali della città, laddove si sono consolidati i “centri di interesse” che girano attorno alle strutture burocratiche. Si pensi a mense, bar, ricevitorie di tabacchi, negozi di cancelleria, scuole e tanto altro che gravita attorno ai servizi prestati da tali uffici, nonché alle esigenze degli impiegati (una scuola vicina dove appoggiare un figlio). Di fronte alla creazione di questi “vuoti” c’è la prospettiva di una congestione di traffico e inquinamento in una zona che nella programmazione secolare della città è caratterizzata da vincoli funzionali alla difesa di valori paesaggistici e ambientali. Solo perché è in azione il Demanio, dobbiamo dimenticare volumetrie, proporzioni e distanze?

Un dubbio con un esempio concreto. L’Archivio di Stato di Benevento è stato istituito dopo la seconda guerra mondiale. Ancor oggi non ha acquisito tutti gli archivi di uffici pubblici e “privati depositi” che devono confluire presso la istituzione statale. Tutti sanno che nell’edificio del Seminario Arcivescovile di Corso Garibaldi (dove adesso è l’Archivio di Stato) non c’è spazio per ricevere carte che pure erano state offerte (una per tutte, l’archivio del Provveditorato agli Studi amorosamente ordinato da Gabriele De Luca e “pronto per la consegna” ma rifiutato per mancanza di spazi).

Nel nuovo Federal Building all’Archivio di Stato sono assegnati volume e superficie per far fronte ad una tale (improcrastinabile) incombenza?

MARIO PEDICINI