Fermate i tosaerba In primo piano

Non rasate le aiuole è l’accorato appello lanciato in alcune amministrazioni del Nord per attirare l’attenzione dei cittadini e di chi li amministra sulla tenuta e cura del patrimonio verde. Ne scrive Jeanne Perego sul sito de La Stampa.it citato da Dagospia del 19 aprile 2024. Non è la prima volta che Realtà Sannita affronta la tematica del verde, ci risulta invece che è venuta a noia a più d’uno nei pressi del palazzo comunale.

Onestamente è storia vecchia: c’è un bellissimo Regolamento del Verde che potete trovare anche voi lettori sul sito, ma evidentemente non sarà di facile lettura. Basterebbe scorrere le ultime pagine, dove sono riportati gli importi delle multe che si dovrebbero pagare per i diversi casi di maltrattamento di piante, giardini e comunque di aree verdi. A esigere tali multe dovrebbe essere il Comune, che tutti vediamo molto impegnato a raccattare soldi sanzionando i più comodi divieti di sosta (basta un tablet, un clic e il gioco è fatto).

Tralasciamo l’Austria e l’Inghilterra (e pure la Germania e la Francia, francamente altere e noiose) che hanno la mania del verde, perché non hanno a portata di mano il mare come noi italiani e, per rinfrescarsi, si devono stendere sui prati. Ma pure a Milano e Torino hanno preso carta e penna. Riporta la Perego: ”La decisione dell’amministrazione milanese di applicare la pratica dello “sfalcio ridotto” nei 54 parchi cittadini per favorire la biodiversità, trattenere l’umidità e mitigare l’effetto delle isole di calore arriva dopo che da anni altre città europee ed extraeuropee hanno intrapreso lo stesso percorso per proteggere l’ecosistema urbano e rendere più vivibili le città”.

Vienna, città sempre esagerata che (all’interno del ring) ha il termovalorizzatore (per “trattare” i rifiuti solidi urbani) come un monumento da mostrare ai turisti, è stata una delle prime a sancire il rispetto degli animali selvatici che popolano il verde cittadino. Forse per risparmiare sul mangime, gli austriaci hanno deciso di far crescere e sviluppare i prati spontanei, favorendo così la convivenza di insetti e volatili, nonché mammiferi di piccola taglia

Si attua in certe parti del mondo lo “sfalcio ridotto”. A tempo debito (diciamo a maggio-giugno, possibilmente dopo la fioritura) si procede allo sfalcio a strisce, lasciando cioè delle strisce di vegetazione alla mercè di insetti e piccoli animaletti, i quali possono continuare a vivere nel loro habitat. Soprattutto gli insetti, sia che si tratti di impollinatori laboriosi come le api e i pelosi bombi (noi li mettiamo nel generico elenco dei mosconi), sia che appaiano meno laboriosi ma comunque bastanti a se stessi, come libellule e farfalle. Mi sapete dire se vedremo lucciole se le avremo rasato tutti i prati?

Anche a Milano e Torino si fa strada il concetto di manutenzione locale con la previsione dello sfalcio dei prati pubblici uno o due volte l’anno: il primo taglio avviene dopo le fioriture delle erbe presenti per non ostacolare la loro riproduzione naturale (attraverso i semi che potranno essere “attivi” se maturati ed essiccati).

A Benevento abbiamo pubblicati le foto di tosatori all’opera a gennaio e nella villa comunale il tosaerba viene acceso ogni mattina. A gennaio abbiamo fatto notare che tale pratica assurda impedisce la piena “lavorazione” del terreno da parte dei lombrichi, che con le loro gallerie svolgono la essenziale funzione di “arieggiare” il terreno fino a un metro di profondità.

Per proteggere le piccole creature e le specie vegetali a crescita bassa, l’altezza di taglio è almeno dieci centimetri e il taglio avviene in più fasi, lasciando sempre una striscia intatta in cui gli insetti e gli altri piccoli animali possono trovare rifugio, il che ha un impatto positivo sulla popolazione degli uccelli presenti. Ma se non credessimo all’opera degli insetti, basterebbe osservare che nei prati non sfalciati viene mantenuta l’umidità provocata dal “respiro” della terra durante le ore notturne. I prati spontanei svolgono, cioè, una essenziale funzione di umidificazione e moderazione delle temperature al suolo.

In Inghilterra si sono inventati il motto No Mow May, Niente Tosaerba a Maggio, lanciato nel 2019 dall’organizzazione Olantlife per invitare i privati cittadini oltre che le amministrazioni comunali a non effettuare falciatura dei prati per un mese per proteggere la diversità delle piante e l’abbondanza di insetti nei giardini e nei palchi

Sembrerebbe che un timido tentativo si sia fatto nella Villa dei Papi alla Pacevecchia, dove c’è un apiario comunale. Tutto il prato del parco è segato come in villa comunale, attorno alle arnie con le api già all’opera in questo anticipo dell’estate il prato spontaneo non è stato falciato. Considerato che la piccola area non estirpata non può assicurare alimenti per un milioncino di api, c’è da sospettare che i mancati carpentieri provvisti di tosaerba non si sono avvicinati agli alveari solo per paura dei pungiglioni.

MARIO PEDICINI