''Tavolo per l'Europa'', Costanzo: UE al pari di USA, Russia, Cina... In primo piano

Anche per questo secondo incontro, intorno al “Tavolo per l’Europa” ci si ritrova in casa Costanzo, allietati da un gustoso piatto di dolcini provenienti da un forno rurale della periferia sannita; e a proposito di ‘rurale’, la direttrice Fuccio avrebbe voluto discutere soprattutto di Politica agricola europea, visti i ripetuti richiami delle ultime settimane sia nelle istituzioni di Bruxelles che al Parlamento di Strasburgo. Ma il nostro interlocutore ci fa capire che della PAC, Politica agricola comune, intende parlare diffusamente nel terzo incontro-confronto.

E quindi oggi Annamaria Gangale e Giuseppe Chiusolo, coordinati da Maria Gabriella Fuccio, ripartono con il seguente richiamo storico: nel 1989 fu demolito il Muro di Berlino, simbolo della divisione tra le due Europe. Ma in che consisteva quella divisione? Dopo 35 anni esistono ancora due tipi di Europa?

Quando fu demolito il muro di Berlino e fu abolita la cosiddetta ‘cortina di ferro’, si capì quello che era accaduto con la separazione in due parti del Vecchio continente: due parti distinte e differenti, sia in campo economico che civile e politico. Non solo due diversi regimi istituzionali e politici, ma anche due diversi benessere materiali e sociali ed anche umani, oltre due tipi di Europa. E si capì subito in quale parte vi era benessere, non solo economico. In quale delle due parti vi era democrazia.

A questo punto Gangale chiede: Ma com’è possibile che per oltre quarant’anni nessuno si era accorto di quelle differenze?

E Costanzo precisa: Non pochi sapevano che all’Est non vi era benessere né libertà, ma le contrapposizioni politiche distoglievano l’attenzione e non facevano notare tutta quella grave differenza. Ma forse non tutti da questa parte si rendevano conto della strada fatta dalla Comunità Europea, a partire dal Manifesto di Ventotene del 1941, fino al mercato comune ed all’abbattimento dei confini e delle frontiere. Realisticamente si poteva fare di più, ma quel che è stato fatto non è poco se teniamo conto di quanto e di quello che è successo sia in Europa che nel resto del mondo.

E qui un interlocutore osserva: Oggi è un’Europa di 27 Stati membri con più di 500 milioni di abitanti...

...con una moneta unica, che rappresenta la seconda moneta del mondo. Oggi, sul piano economico, l’Europa rappresenta più di qualcosa che 27 Stati sommati fra loro: ecco perché dico che molto è stato fatto, sul piano economico, forse anche più di quanto si potesse sperare: la libera circolazione tra persone e non solo per le merci.

Molti non lo considerano, questo; eppure andare oggi in Inghilterra è molto più difficile, o meno facile, che andare in Francia - è l’osservazione del direttore Fuccio.

E Costanzo fa osservare: Non esiste ancora un’unica politica dei 27 Stati dell’Unione verso l’esterno. E questa lacuna, ancora più la stiamo notando oggi con il rischio che incombe nel mondo di una possibile guerra. Abbiamo 27 eserciti, quindi 27 spese militari nazionali. Con una spesa unica europea, molto inferiore alla somma dei 27, potremmo avere una struttura militare molto più efficiente.

Altra domanda degli interlocutori: Questa Europa dei 27, che nei prossimi anni potrebbe essere di 35, sarà un’unica unità o aumenteranno le differenze nazionali e diventeremo sempre più una somma e non una integrazione?

Da Mario Draghi ma anche da Enrico Letta è stata richiamata la politica alla sua responsabilità. Ovvero più cooperazione e meno divergenze, più integrazione e meno separazioni. Il discorso è questo: noi dobbiamo immaginare l’Europa come una famiglia: una famiglia intesa non come una somma di due o più persone. Difatti - spiega Costanzo - nella somma, le due unità restano distinte; nella integrazione, invece si integrano e si moltiplicano. Dobbiamo capire che siamo entrati in Europa, non per sommare le forze, ma per integrarle.

Ecco che dalla parte del tavolo occupata dagli interlocutori, si chiede: Hanno ragione, dunque, quelli che vogliono più Italia o quelli che vogliono più Europa?

Più Italia e meno Europa. Alcuni pensano che l’Italia, per essere grande, debba combattere da sola. Ma uno Stato può operare isolatamente se ha le dimensioni della Russia, dell’India, degli Stati Uniti o della Cina. È sbagliato pensare soltanto a quello che uno Stato possa avere dall’Europa, senza rendersi conto che, quando si sta insieme come in una famiglia, può avere se sa anche dare.

E cosa risponde a chi dice più Italia con meno Europa?

Rispondo che è possibile solo se l’Europa sa essere più se stessa nel mondo. Non è possibile fare grande l’Italia in una piccola Europa. Chi pensa ad un’Italia nel mondo più influente, più competitiva, più rispettata come singolo piccolo Stato, non tiene conto che per competere con Russia, Cina, Stati Uniti, India e domani anche con l’Africa, ci vuole una dimensione continentale o essere parte attiva ed integrata in un continente importante e non solo sul piano storico come l’Europa. Solo la Gran Bretagna è uscita dall’Unione europea e se ne pente. Molti altri Paesi vogliono entrare, perché sanno che essere uno Stato europeo è importante e producente.

Il Presidente della Repubblica ungherese, che non si sa bene se sta con Mosca o con Bruxelles, ha ragione o sbaglia?

E Costanzo: Sbaglia chi, come Orban, vuole stare con un piede dentro ed uno fuori dall’Europa. Se ne accorgerà ben presto.

E la Gangale aggiunge: Ma allora quel politico italiano che parla di ‘più Italia e meno Europa’ dove mira?

E Costanzo conclude con questa espressione: Mira a prendere i voti degli euroscettici, che ci sono anche in Italia, così come ci sono i No Vax. Ma cosa saremmo oggi noi, in Italia e in Europa, se non avessimo seguito la politica post-Covid, con i vaccini e tutto il resto? Cosa sarebbe l’Italia oggi se non fosse una parte attiva di questa grande Europa che, seppure non completa come quadro complessivo politico, tuttavia in diversi campi le cose che ha fatto, le ha fatte bene e sono utili alle comunità? E allora la domanda da porsi è: come sarebbe l’Europa se fosse più unita e più integrata di quanto lo è?

Il tavolo si chiude con un brindisi ed un arrivederci al terzo incontro, che forse apriremo con una piccola colazione ‘europea’. (Parte 2ª - Continua)

MARIA GABRIELLA FUCCIO

ANNAMARIA GANGALE

GIUSEPPE CHIUSOLO

Link 1ª parte: https://www.realtasannita.it/articoli/in-primo-piano/tavolo-per-leuropa-roberrto-costanzo-dalle-macerie-del-47-al-parlamento-europeo.html