Giardini di Ponte Tibaldi... Inaugurati a maggio ecco come sono ridotti In primo piano

C’era la pioggia, come segno di buon augurio, la sera di metà maggio quando fu inaugurato il ponte Tibaldi sul fiume Sabato, nei pressi di Torre della Catena. Elogi e speranze per la sistemazione a verde di quello spicchio di ansa del fiume.

All’esame del primo trimestre la bocciatura è solenne e senza appello. La progettazione, l’impianto e la manutenzione di quel piccolo ma prezioso punto verde che chiameremo Giardini di Ponte Tibaldi richiedono pubbliche spiegazioni.

Chi ha progettato ha fatto solo un disegno a colori, ha previsto il tipo di terriccio da trasportare, ha acquisite eventuali perizie sulle tipologie vegetali adatte? Ha, per caso, progettato anche un sistema per l’innaffiamento almeno del prato?

La ditta esecutrice dell’intervento ha effettuato regolare consegna al Comune che diviene proprietario e che si assume l’onere della manutenzione (nel rispetto dei contenuti della consegna)?

Il Comune proprietario ha assegnato a qualcuno dei organismi operativi la cura, la manutenzione e la sorveglianza del complesso in questione?

Chiunque sia il responsabile, e in attesa di conoscere la sua versione, la situazione attuale (8 agosto 2019) è quella che vedete nelle foto. Non c’è più un filo d’erba del prato. L’unica testimonianza di verde è assicurata da classiche “erbacce”, dimostrazione lampante che il terreno riportato non è stato bonificato.

Tutte le piante sono o secche o in sofferenza (anche gli oleandri, che in Calabria vivono nelle fiumare). La palma al centro della rotonda a sinistra del fiume sta morendo: quanto è costata quella “pianta in vaso” che, ha detto un delegato al verde, potrebbe bastare a far attecchire il tiglio davanti all’ex carcere di San Felice, ma non è servita a niente per i natalizi pini trasferiti a procurare ombra e frescura nei pressi del campo di pallone?

Quanto costarono i pini e quanto è costata quella palma?

Chi ha approvato i lavori eseguiti, senza lo straccio di un impianto di irrigazione e senza un disciplinare per la cura delle diverse essenze vegetali?

Qualcuno dirà: ma con quale competenza questo osserva, fotografa e scrive.

Me ne prendo una sola: quella di contribuente. I miei soldi (perché lì ci sono certamente anche i miei) vorrei fossero spesi con maggiore accortezza.

Le immagini, si diceva una volta, sono eloquenti. Cioè parlano.

MARIO PEDICINI 

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