Giornata della Memoria, per suor Maria Goglia un posto tra i ''Giusti'' di Israele In primo piano

Nella Giornata della Memoria il Sannio può offrire alla meditazione delle giovani generazioni l’esempio di una donna vitulanese, suor Maria Goglia, che - nella Roma occupata dai soldati tedeschi e dalle famigerate SS - ospitò nel suo convento anche ebrei altrimenti destinati a salire sui treni “speciali” diretti ai campi di sterminio allestiti in Germania.

A questa donna il paese natale ha già dedicato una lapide, apposta in occasione di una solenne cerimonia svoltasi a Vitulano il 27 gennaio 2019. Il ricordo che ne facciamo quest’anno nasce da una iniziativa del frate francescano, Padre Davide Fernando Panella, di candidarla alla ammissione nel Giardino dei “Giusti tra le Nazioni” nel Museo Yad Vashem a Gerusalemme.

A cura delle Edizioni Realtà Sannita è in corso di stampa, infatti, un prezioso lavoro di Panella (già professore di storia e filosofia nei licei statali) sulla figura di suor Maria Goglia, con testimonianze di persone viventi che gli hanno fornito inediti materiali di studio. Questa donna, nata a Vitulano e entrata nel convento delle Suore Compassioniste Serve di Maria di Castellammare di Stabia, si trovò a Roma durante la guerra e il suo convento, prossimo alla Villa Torlonia di Benito Mussolini, divenne un centro di accoglienza di vari militari sbandati dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, ma soprattutto di ebrei romani ricercati dalle SS tedesche e dai fascisti italiani.

Suor Maria Goglia dovette prendere le redini del convento per l’assenza della Madre Superiora e non esitò a fornire asilo e accoglienza a famiglie di ebrei, producendo per loro false documentazioni ivi comprese, se necessario, dichiarazioni di appartenenza alla religione cattolica. Per dissimulare una loro “diversità”, non esitò a farle partecipare alle funzioni religiose cattoliche, senza peraltro pretendere in alcun modo una adesione alla fede cattolica.

Di questo, spesso ignorato, capitolo di storia Padre Davide produce documenti e testimonianze, anche di persone viventi, discendenti di personaggi ospitati di Suor Maria. Tra gli ospiti di quel Monastero anche un generale dell’Esercito Italiano che provvide a documentare l’attività della monaca al punto di poterle far conferire la Croce di guerra “al valor militare sul campo”.

Per chi volesse fare un salto nella storia, oltre la vulgata sul presunto “silenzio” di Pio XII, nel libro di Padre Davide compaiono anche le insegne del Vaticano sui camion autorizzati a circolare. Su quei camion si spostavano persone e cose, moduli in bianco di carte di identità e documenti “accuratamente compilati”.

MARIO PEDICINI