I dirigenti GD di Benevento accusano la Segreteria Provinciale del PD: ''Metodi da dittatura. Il partito giocattolo nelle mani di pochi'' In primo piano

A titolo personale e avendo debitamente avvisato gli organi di partito competenti, i giovani: Paolo Cavallo, Vincenzo D’Arienzo, Stefano Orlacchio, Davide Mazzone e Michele Basilicata - in qualità di iscritti e militanti del PD ed in qualità di dirigenti GD di Benevento città - alla luce degli ultimi eventi che hanno visto il partito protagonista in negativo, mediante nota stampa “prendono le distanze dal metodo poco democratico di agire della Segreteria Provinciale”.

Ecco, di seguito, quanto scrivono.

Per noi fare politica significa mettersi al servizio delle persone, ascoltare, comprendere e agire collegialmente per il bene comune.

Ci teniamo a prendere le distanze dal metodo poco democratico di agire della Segreteria Provinciale perché non vogliamo apparire come complici; la verità è che fino ad ora siamo stati succubi di decisioni prese in sordina evitando il confronto con i membri (in particolare la base) del partito.

L’unica nota positiva è rappresentata dal Circolo Cittadino, che ci ha da subito accolto, in particolare per quel che riguarda eventi di matrice culturale, che spesso ci ha supportato e fatto sentire parte di una famiglia.

Ma la natura delle cose comincia a prendere una diversa forma e anche se molti non capiranno, prendere posizione in questo momento è per noi fondamentale.

Abbiamo più volte chiesto di aprire una scuola di formazione in cui si possano acquisire le nozioni indispensabili per ricoprire al meglio incarichi amministrativi e le capacità gestionali occorrenti.

Abbiamo più volte chiesto un metodo di selezione dei candidati, a tutti i livelli, meritocratico e trasparente.

Il nostro lavoro nel Circolo Cittadino e nella giovanile (prima inesistente), il nostro impegno insieme agli altri ragazzi dimostra chiaramente quali sono i nostri valori, il nostro modo di agire e la passione che ci abbiamo messo partendo da zero senza l’aiuto di nessuno.

I partiti non sono un mezzo per raggiungere fini personali, ma di aggregazione, partecipazione e azione, ovviamente in maniera democratica.

Con profondo rispetto verso tutti gli organi, i militanti e gli iscritti, dal primo all’ultimo, abbiamo ritenuto doveroso esprimere il nostro disappunto perché è inaccettabile che all’esterno (e anche all’interno) il PD Sannita sia considerato un giocattolo nelle mani di pochi.

Rivendichiamo il rispetto di un elemento fondamentale dello Statuto del Partito Democratico: l’unità del Partito.

La Segreteria Provinciale preferisce far prevalere metodi e forme di una “dittatura della maggioranza”, che non ha nulla a che vedere con ciò che dovrebbe essere una comunità politica, per lo meno come la intendiamo noi.

Il rinnovamento c’è, la voglia di imparare, di mettersi in gioco e fare bene c’è; il PD può cambiare e deve prima di tutto cambiare da dentro.

Noi ci siamo e con noi tanti altri ed è ora che si sappia, prima che sia troppo tardi”.