Il Consiglio dell'Ordine dei Medici di Benevento esprime forte preoccupazione per la tenuta del sistema sanitario nazionale In primo piano

In considerazione del notevole aumento di casi di contagio da Sars-Cov-2, e delle ultime decisioni assunte dalla Regione Campania, il Consiglio dell’OMCeO di Benevento si è riunito in seduta straordinaria, esprimendo viva preoccupazione sulla tenuta del sistema sanitario territoriale, che  rischia di essere travolto dal numero di contagi di queste settimane.

Dopo due anni di pressione - dichiara il presidente Giovanni Pietro Ianniello - i medici sono allo stremo. I medici di famiglia ed i pediatri di libera scelta, oltre a garantire l’assistenza ai loro pazienti covid e non Covid, sono obbligati ad un super lavoro amministrativo/burocratico, per la segnalazione delle positività e per le procedure legate alle quarantene e all’isolamento.

La situazione è critica anche negli ospedali - sottolinea -. Sebbene  la malattia sia meno aggressiva e i pazienti che necessitano di terapie intensive sono pazienti non vaccinati o con pluripatologie, il Covid spaventa ancora, e le persone alla minima difficoltà respiratoria ricorrono al pronto soccorso e gli ospedali cominciano a non reggere più. Reparti pieni, pronto soccorso al limite della capienza. Il tutto complicato ed aggravato dai contagi dei medici e degli infermieri, che riducono ancora di più il personale già cronicamente in sofferenza.

La nostra preoccupazione - aggiunge - è che  si possa creare un grave vulnus assistenziale per molte patologie. Il Covid non ha mandato in pensione le altre malattie e la “Sospensione temporanea delle attività di elezioni e di specialistica ambulatoriale nel SSR”, in atto nella nostra regione da lunedì, certamente complicherà una situazione già molto compromessa.

Fermo restando il diritto della Regione ad emanare disposizioni restrittive sulla assistenza ospedaliera, qualora lo ritenga indispensabile per far fronte alla emergenza pandemica, altrimenti non controllabile, come Ordine dei Medici - conclude Ianniello -riteniamo importante stigmatizzare che, con le stesse  disposizioni, si nega ad una ampia fetta di persone il diritto alla tutela della salute, acuendo le disuguaglianze sociali tra chi può accedere a prestazioni “private” e chi non può permetterselo”.