L'acqua è nostra e guai a chi ce la tocca In primo piano

Ho visto che tutti parlano della diga e dell’invaso di Campolattaro, ma c’è un ‘convitato di pietra’, che molti fingono di ignorare: è il commissario. A me fa anche sorridere che molti parlino con interlocutori diversi, che in realtà sono sbagliati... L’opera è commissariata dal Governo centrale e il commissario che è stato nominato deve rispondere al presidente del Consiglio e al Parlamento con una relazione semestrale sul cronoprogramma dell’opera. C’è da discutere: quest’opera a beneficio di chi va? Sapendo che vi è almeno una duplice utilizzazione in questo momento: una irrigua e l’altra umana, ma sapendo pure che ve ne può essere una terza, ovvero, idroelettrica, la cui utilizzazione cade in un momento nel quale sul piano nazionale c’è la necessità di fonti energetiche alternative. È dunque fondamentale che tutti gli attori e i portatori di interesse del territorio: istituzioni, enti locali, associazioni, categorie produttive e organizzazioni agricole facciano squadra per evitare che il Sannio sia espropriato del bene diga proprio nel momento in cui l’invaso diviene produttivo”.

È questo l’allarme lanciato da Umberto Del Basso De Caro, parlamentare del Partito Democratico, affiancato dal segretario provinciale Giovanni Cacciano nella sala della Federazione di Corso Garibaldi.

Dietro l’angolo, infatti, non si paventerebbe un “semplice scherzo alla marchese del Grillo”, ma una sonora sberla, oltre che un enorme danno per tutti i sanniti e Del Basso De Caro ha tenuto a precisare di non essere affatto interessato alla polemica, piuttosto che alla diga di Campolattaro non venga scippata l’acqua dell’invaso.

Essì, perché al netto dei proclami sbandierati ai quattro venti nelle loro “missioni beneventane” (a partire dal 2020) tanto dal governatore De Luca quanto dal suo vice Bonavitacola su ingenti finanziamenti e ipotetici vantaggi per il Sannio per quella che è “l’opera irrigua più importante per il Mezzogiorno per i prossimi trent’anni”, in realtà “l’opera importantissima” eserciterà i suoi servizi lontano dal nostro territorio…

Le chiare, fresche e dolci acque che nascono nella Valle del Tammaro e riempiono l’invaso di Campolattaro verranno trasferite - mediante la costruzione di una condotta - verso il basso Calore ed il Medio Volturno, difatti l’impianto di derivazione è stato previsto a Ponte, vale a dire 8 chilometri di galleria.

A questo punto la domanda nasce spontanea: ma se malauguratamente questo trend non dovesse essere invertito, poi l’appropriazione del nostro “oro blu” verrebbe adeguatamente ricompensata?

La verità è che al momento la diga di Campolattaro - la più grande opera di interesse per il Sannio inclusa nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - suscita dilemmi e inquietudini.

Del Basso De Caro non nasconde i suoi timori: “Sono molto preoccupato per il Pnrr, l’ho detto in molte occasioni. Ho il triste presentimento che l’Italia non riuscirà a spendere l’enorme massa di denaro che è stata messa a disposizione: sono 248 miliardi di euro e i tempi per la rendicontazione sono molto stretti: 31 dicembre 2026, inoltre le misure sono anche stringenti, dunque non è semplice. Vi sono difficoltà per i Ministeri che hanno nella loro dotazione organica centinaia e centinaia di tecnici, figuriamoci le difficoltà dei nostri piccoli Comuni che magari hanno un ingegnere a scavalco, che lavora in 2 o 3 Comuni contemporaneamente. Dobbiamo fare presto e bene! Ripeto, io sul Pnrr sarei molto vigile e molto attento, perché non tutto è scontato”.

Il nostro territorio - le parole di Cacciano - ha pagato dei costi per la diga, in termini ambientali e finanziari. La Provincia, in particolare, per portare a compimento e a collaudo l’opera sono venti anni che investe risorse importanti. E adesso che l’invaso può iniziare a produrre si vede tagliata fuori dalla Regione che ha formulato - ad essa stessa - istanza di concessione, in sanatoria, della derivazione delle acque in tutti i suoi usi: potabile, irriguo, idroelettrico e industriale”.

To be continued…

ANNAMARIA GANGALE

annamariagangale@hotmail.it