L'ex Seminario non è una caserma In primo piano

Non ci fa impressione che certi ambienti tirino diritto su una strada lastricata di compromessi, curve, incroci a raso e retromarce rinunciando a una soluzione logica quasi “naturale”. Nell’interesse proprio (nel caso specifico l’Università degli Studi del Sannio) e nell’interesse più generale della città (Consiglio comunale).

Parliamo dell’Università degli Studi del Sannio, alla continua ricerca di locali disseminati nel centro storico della città. Esemplare il caso del palazzo ex Orsoline, rimesso parzialmente a nuovo (con la riapertura al pubblico anche della cappella) e, dopo pochi anni, da abbandonare per passare alla valorizzazione di parte dell’ex complesso San Vittorino. Si è parlato di San Vittorino anche per realizzarvi alloggi e strutture per gli studenti.

Ne riparliamo in concomitanza con la notizia che il Demanio avrebbe deciso di adoperare l’ex Seminario Regionale di Viale degli Atlantici per farne una Centrale di uffici pubblici. Avrebbe già tutto deciso, senza alcuna interlocuzione con il Comune di Benevento per una razionale compatibilità urbanistica di tale trasformazione.

Ci è parso di capire che, come è avvenuto in altre città, il Demanio si sia determinato di mettere a frutto (con finanziamenti pubblici) beni di proprietà attualmente abbandonati. E si parla essenzialmente di caserme e di strutture militari progettate in epoche storiche passate (è stato citato il caso di Brescia).

Evidentemente l’ex Seminario Regionale Pio XI di Benevento è classificato dal Demanio come struttura militare. Da ciò la straordinaria autonomia procedimentale nel definire e calendarizzare le operazioni. Entro giugno arrivo a Benevento delle “massime autorità” con il sindaco (che pure aveva messo gli occhi sulla struttura per altre operazioni di assembramenti istituzionali) pronto a fare gli onori di casa.

Il sindaco, con il conforto del Consiglio comunale, potrebbe mettere in chiaro (anche al Demanio) un particolare. Che l’ex Seminario Regionale Pio XI non è una caserma. E’ stato destinato nel 1982 a Scuola Allievi Carabinieri, vi si sono svolte cerimonie, sfilate e giuramenti, non ha mai ospitato carri armati e autoblindo o ha sotterrato ordigni esplosivi. Ma soprattutto l’edificio, con i Carabinieri, ha continuato a svolgere le funzioni per le quali era stato progettato nel 1930: un istituto di formazione di giovani.

Il Seminario Regionale fu una conseguenza della firma dei Patti Lateranensi. La Chiesa, riconciliata con il Regno d’Italia, che aveva il 20 settembre 1870 cacciato il Papa dal Quirinale e da tutto il territorio del suo regno (Benevento si era sottratta al Papa con la famosa dichiarazione di indipendenza di Salvatore Rampone del 3 settembre 1863), aveva ottenuto un consistente risarcimento. Con parte di esso diede vita alla ristrutturazione dei Musei Vaticani, ma soprattutto diede una svolta significativa alla formazione culturale del clero con l’accorpamento del liceo classico con corsi universitari di filosofia e teologia. Accanto ai tradizionali seminari diocesani, sorsero così i Seminari Regionali, uno per ogni regione ecclesiastica. La Chiesa beneventana, tra le più antiche della storia, era a capo di una “regione” comprendente le province di Benevento, Avellino, Foggia, il Molise e parte della Terra di Lavoro.

Il Pontificio Seminario Regionale pio XI sorse sulla direttrice di Viale Castello quasi un chilometro dopo la Caserma Aeronautica “Alessandro Guidoni”. Il Comune si prodigò per dare adeguata eleganza alla strada di accesso al Seminario e nacque, inglobando il Viale Castello, il Viale degli Atlantici (anche il Viale doveva intitolarsi a Pio XI, come è avvenuto a Salerno). Benevento aeronautica non poteva non festeggiare la Trasvolata di Italo Balbo e si dovette organizzare una doppia cerimonia: prima l’inaugurazione del Seminario il 25 ottobre 1923, poi quella del Viale tre giorni dopo (28 ottobre!).

L’edificio, già cantierato, fu riprogettato dopo il terremoto di luglio 1930 e la Santa Sede affidò il tutto all’architetto Giuseppe Momo (autore della sistemazione dei Musei Vaticani) e l’esperto in costruzioni in cemento armato ingegnere Carlo D’Ambrosio.

Sono questi gli argomenti che ne fanno un complesso ideale per l’Università degli Studi del Sannio. Fin ora, nonostante documentate proposte, da De Rossi in poi i rettori hanno girato la testa da altre parti. Oggi che anche l’adiacente Seminario Arcivescovile (inaugurato da Giovanni Paolo II il 2 luglio 1990) è sostanzialmente libero, Comune e Università non devono far altro che mettersi attorno a un tavolo e stabilire quali facoltà e quali “pezzi” di Università Sannio possono trovare adeguata e degna sistemazione. All’ex Seminario la Sannio comincerebbe a somigliare a una università, mettendo in piedi finalmente attività sportive, iniziative associative, teatro e musica, dialogo continuo docenti-discenti-mondi esterno, allontanando da sé quella immagine di mero diplomificio.

MARIO PEDICINI