L'Italia gioca a ''Un, due, tre, Stella!'' mentre l'Europa forse prepara le Forche Caudine In primo piano

E così il nostro Premier Giuseppe Conte (bravo, bravissimo per carità) è arrivato fino ad oggi, a quasi quaranta giorni di lockdown: in verità in italiano si dovrebbe dire confinamento, che rende l’idea ma fa troppo fascista.

A breve inizierà la fase due, e l’Italia riparte. E andrà tutto bene. Andrà tutto bene anche se Ursula von der Leyen ci dice “Aspettate a prenotare le ferie” e il Governo Conte allora - come Cetto Laqualunque insegna - allora rilancia e risponde che allora anche per il turismo ci sarà l’apposito bonus (800 euro). Tutto bene, tutti bene. Andrà tutto bene?

Poi Ursula fa le sue scuse a nome dell’Europa, ma chissà se andrà bene. La verità è un’altra, e l’assurdo è che noi italiani questa verità proprio non vogliamo vederla. La verità è innanzitutto quella di giorni e giorni di decreti, preannunciati come uno più ricco e più bello dell’altro. Il ministro dell’Economia, che nella vita però fa lo storico, ci dice anzi che quello di aprile sarà il migliore. Bellissimo e pieno di miliardi. Riaprono le cartolerie: serve carta per i decreti e per le autocertificazioni.

La gente però finora non ha visto un euro, ma solo i decreti e le autocertificazioni… In compenso, però, ha ottenuto la (vaga) promessa di un aiuto, che ha mille condizioni, che ha mille restrizioni e mille riduzioni di importo, e che lo erogherà la banca, garantito dallo Stato (sì, dallo Stato, e poi??).

In realtà è semplicemente un prestito. Un mutuo come un altro. Con un interesse. E la banca potrà dire la sua.

Il Governo dunque, in questo caso, nelle persona di Conte equivale né più né meno che a una Zia Maria qualunque, quella zia che siccome conosce il cugino di un usciere del Banco di Napoli ti fa una raccomandazione, ti rassicura che “se la vede lei”, ma alla fine non si sa neppure il Banco di Napoli (in questo caso l’Europa) effettivamente come la pensa.

Abbiamo però un governo forte, il migliore di tutti i tempi. Sì. Un governo fatto di ministeri guidati da incompetenti e improvvisati (da Speranza alla Azzolina), che per loro incompetenza sono stati rimpinzati di task force composte da altri che però a loro volta sono quasi sempre altrettanti signori nessuno.

Ad oggi (solo ad oggi), siamo a un super-commissario, sette commissioni tecnico-scientifiche, almeno 137 consulenti, oltre alle altre strutture come Protezione Civile, Istituto Superiore di Sanità, eccetera.

Poi ci sono i virologi che ancora litigano tra loro in uno spettacolo indecoroso, tenendo così fede al detto del medico che litiga e dell’ammalato che intanto muore, ma basta non parlar male della sanità Lombarda dove tutto è un modello, il che in fondo è vero, tant’è che al Pio Albergo Trivulzio effettivamente “pjano” dagli anni Novanta.

Poi ci sono i Presidenti di Regioni che dicono tutto e il contrario di tutto e annullano quel poco che dice il Governo (e certe volte fanno pure bene), e poi ancora le province, gli assessori, i sindaci, l’Oms, l’Iss, la Protezione Civile, i sindacati, Confindustria, i giornalisti, gli opinionisti, i social eccetera eccetera. Solo appena quando il Papa apre bocca c’è sempre qualcuno che gli chiede soldi. Gli altri tutti bravi, invece.

E badiamo bene che deve ancora parlare il Ministro dell’Interno, quando si darà libertà d’azione anche ai prefetti.

Pare che oltretutto il Governo abbia dimenticato strada facendo qualche articolo della Costituzione, qualche normativa dello Stato sulle competenze e i diritti del Presidente del Consiglio e pure un bel po’ di leggi che garantiscono la libertà personale…ma questa è un’altra storia.

Ma ora coraggio…è il momento delle FASI.

Non bastavano Bertolaso e company, ora è arrivato pure Colao alias il capo della Vodafone (della Vodafone!!!) pagato per studiare le fasi 1, 2, 3, e così ancora un’altra bella task force per lui, e poi ancora ben settantaquattro (74!!) esperti per informatizzare il paese.... Una priorità. Una priorità avere un’app che ti rintraccia a caccia del virus, e che però di questo passo sarà utile soltanto per andare a vedere da quale ponte ciascun italiano si è andato a buttare. Un’app che vorrebbero rendere obbligatoria, e allora forse questa dell’app è un’idea data direttamente a Conte da Rocco Casalino memore del suo “Grande Fratello”, viatico per essere portavoce del premier a 170 mila euro all’anno.

O è forse che il governo, di task force in task force, non stia per caso cercando di dare un posto di lavoro a tutti gli italiani?

I fatti raccontano, per ora, un’altra verità. Questo è il governo che (ricordiamocelo) non è stato capace di reperire neppure le mascherine per i medici, figuriamoci se potrà garantirle per tutta l’Italia (peraltro dopo aver deciso in un mese di dubbi che forse servono), è il governo che non riesce a far funzionare un sito internet dell’Inps che si blocca sempre al momento giusto, ed è sempre lo stesso governo che promette al rialzo 600, poi 800 e o poi chissà quanti euro alle partite iva, ma una tantum, e appunto promettendo che arriveranno (non vi ricorda un po’ la nonna che ti fa un bel regalo se sarai promosso?) … ebbene solo ora arrivati i 600 euro, arrivati da qualche giorno dopo quaranta giorni.

Ma è arrivato pure il momento di fare. E il governo ora...non sa che fare.

La distrazione mediatica di massa intanto è iniziata da giorni. Adesso l’argomento dei tg sono Salvini e la Meloni (un evergreen anche senza le sardine che scendono in piazza), ma anche i plexiglass per recintare gli ombrelloni e poi il panorama su ospedali e decessi di tutta Europa per far vedere che stanno peggio di noi. Della situazione in Italia si parla delle case di riposo, che fanno tenerezza e scandalo in giusta dose, ma per il resto non si parla di aiuti concreti, non si parla delle emergenze e dei negozi saccheggiati nottetempo (ma tanto quelle sono le mafie, che c’entra) … E poi a proposito di mafie...quelle non è che per caso si potevano sconfiggere con quegli stessi eserciti ora scesi in strada a caccia di autocertificazioni? No, pensiamo piuttosto a distrarre gli italiani spingendoli a scartabellare tra vecchie carte per ricordarsi chi c’era al governo ai tempi del Mes, oppure al problema Pasquetta che una grigliata poteva mandare in tilt il paese. La colpa, se tutto va male, sarà così di quelli che non #stannoacasa.

Un po’ di politica, quindi, in questi giorni la fa soltanto Teresa Bellanova, una pacioccona massaia rurale eppur divenuta ministro che propone di mandare coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza a cogliere pomodori, e anche di regolarizzare seicentomila immigrati allo stesso scopo...Ma tranquilli, lo fa giusto per deviare l’attenzione sui migranti che fa sempre audience. Con i migranti, si sa, si risveglia Salvini e il gioco è fatto. Scende in campo l’Italietta dell’ -anti, quella che funziona dai tempi dell’antifascismo e anticomunismo fino all’antisalvinismo. L’Italia dell’ -anti che sforna Sardine, ma essendo -anti non sa più costruire nulla.

L’Italia che ha dirottato alla critica tutta l’operatività della coscienza civile.

E così ora il paese - non sapendo più che fare - al governo lo vogliono far ripartire: la Lombardia è già pronta, e lo farà d’ufficio. E così allora la gente tornerà a lavorare e a spendere pagando l’Iva e finalmente a quella gente si potrà dire: «Beh, cari Italiani, quante storie, il peggio è passato, ora che lavorate è tutto a posto...gli aiuti anzi non vi servono più…cambiate l’hastag: #nonstiamopiuacasa e #andràtuttobene, ma anzi giacché ci siete pagate pure le tasse».

Insomma in conclusione, dopo quasi quaranta giorni di #stateacasa continua il nulla. #Stiamoacasa, sì, ma solo perché purtroppo noi italiani non siamo un popolo capace di fare una rivoluzione.

Siamo però un popolo di stupidi: abbiamo creduto che Conte, come unica cosa buona, avesse fatto prendere un po’ di paura alla Merkel…un po’ di paura, certo, nulla di più. Perché per lei le bizze di Conte saranno state solo una seccatura e null’altro.

Questo lo vedremo il 23 aprile. Ma è probabile che in Europa, se qualcuno non lo avesse ancora capito, stiano usando semplicemente una vecchia tattica di guerra, simile a quella delle nostre gloriose Forche Caudine: e cioè circoscrivere il nemico in un territorio delimitato dandogli l’illusione di aver vinto e aspettando che se ne stia lì con i suoi eserciti fino a morire di fame. Ci hanno lasciato in stand-by chiedendo dapprima due settimane, e poi ancora un altro po’ di tempo per pensare. Come fanno i fidanzati in crisi. E intanto pensavano: “Aspettiamo... che tanto questi italiani prima o poi o se la sbrogliano da soli o si arrendono”. Ci arrenderemo? Intanto #stateacasa e.... #andràtuttobene.

Questo è quanto. E che Conte pensi ora pure alla fase uno, due e tre, ma stia pur certo che quando si girerà a gridare Stella! dietro di lui di immobilizzati ci troverà soltanto gli italiani.

ANDREA JELARDI