Sarà un Natale diverso In primo piano

Sarà un Natale 2021 diverso. Più povero, perché mancherà la tradizionale cena degli auguri che ci scambiavamo tra giornalisti e che era sapientemente organizzata dal nostro direttore Giovanni Fuccio. Uno dei tanti, moltissimi eventi che il nostro compianto direttore aveva ideato e realizzato nel corso della sua vita, infaticabile come sempre, con il suo consueto spirito di servizio. A questo pensavo, mentre una domenica mattina, nel corso della messa, il sacerdote rammentava ai fedeli quanto consumistica sia diventata questa festa, dove la gente passa la giornata nella preoccupazione dei regali e delle compere. Per poi affrontare il tema della condivisione, che è l’unica cosa a dare realmente un senso ai nostri giorni.

Per cui, la mente ed il cuore sono andate a questo appuntamento annuale, che ci vedeva riuniti ora in uno degli hotel cittadini più prestigiosi, ora nel tepore della casa signorile a Cervinara, dove si consumavano buone cene seguite dal rito delle caldarroste, e sempre in una atmosfera di calore e simpatia. Perché Fuccio era così: amava che tra le persone regnasse l’armonia. Odiava il pettegolezzo gratuito, la maldicenza, la volgarità. Ed in questa cena, come in tutte le altre occasioni, c’era sempre il suo tocco di accuratezza, di delicatezza, il suo savoir faire, il suo usare le parole giuste con il tono giusto, con misura, con sapienza, con eleganza.

Penso che mancherà a tutti noi questa atmosfera di famiglia e di calore che il nostro direttore aveva costruito negli anni. Penso anche che egli non avrebbe amato questo periodo della nostra storia nazionale così divisivo e così improntato all’odio. Un odio alimentato in maniera disturbante e ossessiva dalla propaganda dei media di regime. Perché nel suo giornalismo sempre equilibrato, Giovanni Fuccio si guardava bene dall’alimentare faziosità e negatività per vendere copie. Era un aspetto di questo difficile mestiere che non gli interessava. Gli interessava, invece, la ricerca della verità, mantenendo un salutare distacco dalle beghe della politica e dalle vicende sempre controverse della vita.

Mancheranno le cene, l’armonia, la convivialità. Ma più di tutto, mancherà il suo tono pacato e rassicurante, il suo sguardo buono sempre pronto ad avere comprensione per le umane debolezze e sempre pronto a perdonare, il suo esempio di vita, di onestà e di rettitudine. È stato un grande dono avere conosciuto Giovanni Fuccio ed è stato un dono per Benevento e per il Sannio tutto quello che lui ha costruito negli anni.

Buon Natale lassù, caro Direttore.

LUCIA GANGALE