Scarinzi indignato: ''I marmi utilizzati per la Reggia di Caserta provengono dalla cava Uria di Vitulano'' In primo piano
Non le manda certo a dire il sindaco di Vitulano, Raffaele Scarinzi, il quale al fine di tutelare il marchio identitario del paese e della comunità - i famosi marmi di Vitulano - che legano da 250 anni il caratteristico centro sannita all’architetto Luigi Vanvitelli e alla Reggia di Caserta, ha scritto una lettera indirizzata al governatore della Campania, Vincenzo De Luca; al presidente della Provincia di Benevento, Nino Lombardi; e alla deputazione sannita regionale, nazionale ed europea.
L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è la tesi fatta veicolare all’interno del programma “Il Provinciale” in onda sulle reti Rai, seconda la quale i marmi utilizzati da Vanvitelli per la Reggia di Caserta provengano da una cava di Cautano e non dalla storica URIA di Vitulano.
Tale tesi, afferma Scarinzi, è portata avanti da qualche mese dal presidente del Parco del Taburno Camposauro, Costantino Caturano.
“L’ostinazione del presidente del Parco del Taburno nel diffondere un falso storico impoverisce il patrimonio culturale di Vitulano e dell’intero territorio sannita dissipandone un segno distintivo”, scrive Scarinzi.
Nella missiva Scarinzi chiede anche di considerare l’adeguatezza del presidente Caturano a gestire tale ente in ragione di potenziali conflitti di interesse, giacché, scrive ancora: “Mentre è presidente del Parco il Caturano continua infatti ad essere direttore del Gal Taburno. Mentre è entrambe queste due cose sta sostenendo un concorso per geologo presso la provincia di Benevento. Ha nominato portavoce a libro paga del Parco quella che sembrerebbe la sua attuale compagna. Impegna quasi l’intero bilancio del proprio ente in autopromozioni e contributi vari a giornali e associazioni lasciando sempre da soli i comuni nella gestione dei gravosi problemi della montagna. Insomma una politica della sola apparenza oggi usata addirittura per distorcere l’informazione in danno di un comune”.
Pubblichiamo di seguito la lettera in forma integrale.
“Da qualche mese il Presidente del Parco del Taburno Camposauro promuove sui canali ufficiali del proprio ente la singolare tesi che i marmi utilizzati da Vanvitelli per la Reggia di Caserta provengano da una cava di Cautano da dove si ricava solo breccia e non dalla cava storica URIA di Vitulano dalla quale anche attualmente si ricavano gli stessi blocchi utilizzati per i pannelli dello scalone d’onore della Reggia. Questa grave disinformazione è stata fatta veicolare ieri anche all’interno del programma Il provinciale in onda sulle reti Rai. È risultata inutile una diffida fatta recapitare dai legali del comune di Vitulano per rettificare il dato sia presso il parco che nel servizio televisivo.
I marmi utilizzati da Vanvitelli per la Reggia di Caserta sono indubitabilmente quelli di Vitulano come da tradizione storica, come menzionato direttamente dal grande architetto nei suoi scritti e come riconosciuto dalla Reggia stessa che ha coinvolto proprio e solo il comune di Vitulano nella celebrazione dei 250 anni dalla scomparsa di Vanvitelli. L’ostinazione del presidente del Parco del Taburno nel diffondere un falso storico impoverisce il patrimonio culturale di Vitulano e dell’intero territorio sannita dissipandone un segno distintivo. Marmi di Vitulano non è infatti (solo) un prodotto commerciale ma è un elemento e un marchio identitario del paese e della comunità che lega da 250 anni Vitulano al Vanvitelli e alla Reggia di Caserta. Sono molteplici e lapalissiani gli elementi che confermano la grave distorsione storica che il presidente del parco ha messo in atto senza alcun confronto e sta pervicacemente portando avanti in danno di un comune forse reo di essere stato critico in qualche occasione. La questione verrà portata nei prossimi giorni in Tribunale ai fini della tutela della proprietà intellettuale del comune di Vitulano.
Nel frattempo si chiede alle SS. LL. di valutare ogni possibile intervento per rimuovere il conflitto tra il comune di Vitulano (interamente montano e centrale per estensione e importanza nel parco) e il parco del Taburno Camposauro. Vi sono forti dubbi sull’adeguatezza della persona a garantire una gestione obiettiva ed equilibrata del proprio ruolo. Ciò in ragione anche di potenziali conflitti di interesse. Mentre è presidente del Parco il Caturano continua infatti ad essere direttore del Gal Taburno. Mentre è entrambe queste due cose sta sostenendo un concorso per geologo presso la provincia di Benevento. Ha nominato portavoce a libro paga del Parco quella che sembrerebbe la sua attuale compagna. Impegna quasi l’intero bilancio del proprio ente in autopromozioni e contributi vari a giornali e associazioni lasciando sempre da soli i comuni nella gestione dei gravosi problemi della montagna. Insomma una politica della sola apparenza oggi usata addirittura per distorcere l’informazione in danno di un comune.
Si confida pertanto in un immediato intervento per risolvere in sede politica prima che giudiziaria la sgradevole vicenda”.