Società - Chi è quel genio che…?

Chi è quel genio che…? Società

Una bella alzata d’ingegno, non c’è che dire, ha avuto l’ideatore della radio-diffusione nella Villa Comunale di Benevento. Complimenti, veramente! Si è riusciti così a trasformare l’unico angolo di verde, l’unica oasi naturale della città in un concertino di musica demenziale e di pubblicità a raffica. E già, perché al cittadino non deve mai mancare l’accompagnamento musicale e neppure i “consigli per gli acquisti” (espressione becera coniata dal re del talk show, Maurizio Costanzo per non dire: pubblicità). Così all’ignaro passeggiatore beneventano, che si avvia con la tipica andatura cadenzata dell’abitante del Sud della penisola, alla volta dell’unico giardino faticosamente riconquistato alla pubblica fruizione, tocca scoprire con un sentimento misto d’orrore e d’incredulità che dagli alberi pendono degli altoparlanti, strategicamente posizionati nei luoghi d’aggregazione: presso le giostrine, nella piazzetta della Cassa armonica, presso il laghetto dei cigni. E incredibile dictu – incredibile a dirsi in traduzione simultanea per i non latini – da quegli altoparlanti viene fuori una cascata di suoni gracchianti e sgradevoli, che alcuni definiscono musica, inframmezzati da voci suadenti che annunciano miracoli presso un centro di estetica, pagamenti di cambiali vita natural durante presso una concessionaria d’auto ed altre interessantissime notizie del genere, comunicate da Radio Company, sulla quale la Villa Comunale intera è sintonizzata.

Ora, per carità, non fraitendetemi. Radio Company sarà piacevolissima da ascoltare in auto, a casa, tra amici, ma debbo dire che a sentirla lì in Villa, presso una statuaria metasequoia, tra il profumo dei tigli ed il cinguettio degli uccelli, sullo sfondo blu cobalto del cielo serale di giugno, ho provato un sentimento di raccapriccio e non certo di simpatia per questa radio commerciale, che forse è ignara (spero) di essere in onda in un giardino pubblico. Si, perché questa è la parola magica: pubblico, cioè del popolo, che paga le tasse anche per la manutenzione della Villa Comunale, a meno che i nostri amministratori, sull’onda della cartolarizzazione (cioè svendita) dei beni pubblici operata dallo Stato, non abbiano stipulato anch’essi qualche contratto che autorizza la suddetta radio a trasmettere nel giardino comunale, magari in cambio di poche migliaia di euro. Il Grande Fratello (non quello di Canale 5, ma quello di George Orwell, attenzione!) è già arrivato tra noi? E noi assisteremo anche a questo scempio senza muovere un dito? In Villa non potremo più leggere un libro o il giornale, i nonni non potranno accompagnare i nipotini a giocare, gli amici non potranno più conversare sulle panchine senza essere perseguitati dal continuo incitamento a comprare o da un rumoroso concerto che copre le grida gioiose dei bimbi, le nostre confidenze amichevoli, le nostre riflessioni dinanzi ad un fiore appena sbocciato. Gli altoparlanti sono ottimi per poter dare comunicazioni al pubblico circa gli orari di uscita, un bambino che si è smarrito, riprendere dei visitatori che danneggiano le piante, ma devono avere solo questo uso. Ora invece sono una oppressiva presenza che non possiamo far tacere. Vuoi vedere che piano piano ci privano dell’unica arma democratica rimasta nelle nostre mani: il telecomando?

Paola Caruso