Così vive un hikikomori Società
La scorsa volta vi avevo svelato l’esistenza degli hikikomori, ovvero quei giovani che ad un certo punto della loro vita scelgono di non uscire più di casa e di rimanere chiusi nelle loro stanze, comunicando con il mondo esterno esclusivamente tramite telefono, computer o altri strumenti moderni. Avevo illustrato come, nonostante questa radicale scelta di vita, fosse possibile mantenersi e rifornirsi periodicamente di ogni sorta di beni quotidiani. Ma senza dubbio la vita di una persona, anche di un recluso per sua scelta, non è fatta solo di mangiare, bere, dormire e vestirsi.
Passiamo allora agli svaghi: come trascorre le sue giornate un hikikomori, un uomo (perché nella stragrande maggioranza dei casi sono giovani di sesso maschile a scegliere questa forma di autoreclusione) che nell’arco delle 24 ore non esce dalle quattro pareti della sua camera da letto se non per andare in bagno?
Naturalmente non guarda la tv, o al limite segue i programmi che gli interessano in streaming: molti network televisivi, inclusa la nostra Rai, consentono la possibilità di guardare quasi tutti i programmi trasmessi in diretta sul web (fanno eccezione alcuni eventi sportivi per i quali la Rai non possiede i diritti di trasmissione in rete). Anzi, una persona scaltra potrebbe persino disfarsi del proprio televisore (tanto, da quando esiste il digitale terrestre, guardare la tv è diventata una lotta quotidiana per molti) e guardare i canali televisivi sul web, risparmiandosi di pagare il canone (ma io non vi ho detto niente!).
Su Youtube, inoltre, è possibile vedere o rivedere spezzoni o addirittura intere trasmissioni; si possono persino commentare (e un utente con un po’ d’esperienza è facilmente in grado di registrare un programma in tv e, tramite un software, trasformarlo in file e caricarlo in rete). Per non parlare delle web tv: canali televisivi visibili esclusivamente su internet. E poi vi sono siti stranieri sui quali è possibile guardare le migliori serie televisive estere quasi in contemporanea con la messa in onda sulle reti americane. Per non parlare dei gruppi di fansub e fandub, ovvero appassionati di serie televisive (telefilm ma anche e soprattutto cartoni animati, americani o giapponesi) che sui loro siti mettono a disposizione, rispettivamente, episodi in lingua originale sottotitolati in italiano o addirittura doppiati (si tratta ovviamente di un doppiaggio amatoriale, ma alcuni giovani doppiatori professionisti hanno iniziato la loro carriera proprio nel fandub).
Se troppa tv poi stufa, non dimentichiamo che su internet, oltre a poter acquistare libri su siti di e-commerce, si possono anche scaricare gli e-book, la versione virtuale dei libri, da leggere sul computer o su appositi dispositivi (gli e-reader). Sono comodi, si possono portare ovunque (anche se, nel caso di un hikikomori, non saranno portati da nessuna parte) e leggere anche in bagno proprio come i libri. Solo, non occupano spazio e non prendono polvere. Di recente molte case editrici hanno messo in vendita anche gli e-comics, fumetti da scaricare e leggere sugli e-reader proprio come i libri. I più sono a pagamento, ma nel caso dei libri, è molto facile trovare disponibili gratuitamente tantissimi testi i cui diritti d’autore sono scaduti (si tratta naturalmente di opere un po’ datate, dato che i diritti d’autore scadono trascorsi 70 anni dalla morte dell’autore stesso), ma anche giovani scrittori, per farsi notare, consentono di scaricare le proprie opere gratis.
Insomma, sebbene io non voglia raccomandare questo stile di vita a nessuno, meno che mai ai lettori di Realtà Sannita (a tal proposito: se decideste di diventare hikikomori, continuate a seguire la mia rubrica sul sito “http://www.realtasannita.it/”), devo riconoscere che anche da segregati in casa ci si può fare una discreta cultura.
Saluti dalla plancia,
CARLO DELASSO