Fu vacanza, almeno per un giorno, via cellulari e smartphone Società

L’estate è sinonimo di vacanze, anche se in questi tempi grami non è più così per tutti. Ho già parlato in precedenza di come internet e le più moderne tecnologie abbiano modificato, in un modo o nell’altro, alcune abitudini vacanziere, non sempre in positivo. Diciamoci la verità: era proprio indispensabile aggiungere alle urla dei bambini che giocano all’aperto ed a quelle dei venditori ambulanti anche il rumore spesso molesto delle suonerie dei cellulari, a volte obbrobriose e realmente insopportabili?

A parte questo, il diffondersi dei cellulari di ultima generazione, degli smartphone e dei tablet ha consentito a molti la possibilità di portarsi dietro il proprio mondo anche in vacanza. Inutile farsi illusioni: nel bene o nel male, anche in spiaggia o lungo i sentieri di montagna saranno in pochi a resistere alla tentazione di leggere la posta elettronica e magari tenersi in contatto con il proprio ufficio, con dei clienti o forse con qualche sventurato collega rimasto a lavorare anche in pieno agosto.

I più giovani non rinunceranno ad utilizzare i lettori mp3, con i quali potranno ammazzare il tempo ascoltando musica mentre viaggiano, oppure anche mentre visitano capitali straniere o sono sdraiati ad abbronzarsi. Altri probabilmente si gusteranno sotto l’ombrellone un libro in formato ebook.

Tutta questa tecnologia, a volte invadente, ha un po’ sottratto quello che fino a pochi anni fa era la vera caratteristica della vacanza, il non far nulla. Circondati come siamo da gadget d’ogni tipo, riusciamo realmente a goderci le giornate di riposo, o piuttosto affolliamo i nostri giorni liberi nell’abitudine tipica della modernità del 21° secolo, quella di voler fare più cose nello stesso momento?

Molti letterati hanno scritto a proposito del viaggiare, da Goethe a Chatwin fino ad Hemingway e tutti sembravano concordare sul fatto che la parte migliore di un’esperienza di viaggio non è l’arrivare a destinazione quanto il viaggio stesso. Oggi però in pochi vivono appieno l’emozione di un viaggio: in treno, in aereo, in nave o sui sedili passeggeri di un’automobile chi guarda più il paesaggio? Lo sguardo cade più facilmente su monitor di grandi o piccole dimensioni (persino quello del guidatore talvolta, ma quest’è un altro problema) e così finiamo per ignorare le bellezze naturali da cui siamo circondati per scambiarci messaggi su Facebook o per completare l’ultimo livello di un gioco elettronico.

Salvo poi ricordarci dei paesaggi quand’è il momento di creare un album fotografico delle nostre vacanze. Solo allora i nostri occhi si posano sulla natura o sull’architettura delle località di vacanza, però soltanto attraverso il filtro di un obiettivo fotografico digitale. E magari nel riprendere un monumento o un edificio saremo infastiditi da quei turisti, probabilmente anziani, che anziché scattare due foto e poi allontanarsi, si fermano per guardarlo da vicino e rimangono immobili a contemplare, facendoci perdere tempo prezioso (anche in vacanza il tempo sembra sempre poco, e quindi è prezioso).

Nell’augurare a tutti i lettori di Realtà Sannita buone ferie, ne approfitto per rivolgere anche un appello: magari non per tutta la vacanza, ma almeno per un giorno spegnete tutti i dispositivi elettronici e godetevi quello che dovrebbe essere il vero significato della parola vacanza, ossia il dolce far niente.

Saluti dalla plancia,

CARLO DELASSO

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