I Galietta da Amorosi, pionieri della trebbiatura Società

La storia di Gennaro Galietta da Melizzano è davvero straordinaria. Grazie alla collaborazione di Francesco Galietta, suo pronipote, è stato possibile ricostruire il percorso coraggioso di un sannita verso il cambiamento affrontato con coraggio e senza paura del futuro. Nel 1889 Gennaro Galietta decide di comprare una trebbiatrice RUSTON, con battitore di m.1,07. Si tratta di un modello, per l'epoca, decisamente innovativo. Considerati i tempi è già una decisione lungimirante e ancor più audace è l'idea di comprarla in Inghilterra. Per cogliere tutto il valore di questa scelta basta pensare solo al contesto dell'epoca (comunicazione, lingua, trasporto, etc.).

Gennaro affronta tutte le difficoltà con caparbietà. Va a ritirare la trebbia direttamente allo sbarco a Napoli e da lì con i propri buoi la conduce materialmente a Melizzano. Detta macchina era azionata da locomobile a vapore fissa che per lo spostamento era comunque affidata al traino animale.

Nasce così una storia della meccanizzazione agricola che segnerà profondamente lo sviluppo agricolo nei decenni successivi. L'amore per le macchine agricole viene trasmesso alle future generazioni della famiglia Galietta. Il figlio Francesco, nato il 23 novembre 1907, si appassiona e consolida l'esperienza della famiglia privilegiando le macchine alla zootecnia. Fu lui ad acquistare il primo trattore, un mezzo a petrolio destinato a sostituire la locomobile di cui comunque conservava la patente di conduzione. Il primo trattore fu un FORD tipo 28CV a petrolio che, come afferma Francesco, “a malapena riusciva a spostare la trebbia”; spesso però ricorreva all'aiuto dei buoi per le strade impervie e malandate. Grazie alla preziosa ricostruzione dell'erede Francesco, che ha fornito foto e notizie, è stato possibile ricostruire i passaggi nodali della storia familiare cosi sinteticamente riassumibile.

Nel 1940 oltre al trattore acquistò anche una trebbia più piccola (mt 0,90) di costruzione ungherese (HOFFER SHCANTRZ) che affiancò a quella già posseduta.

Negli anni arrivò a gestire cinque trebbie che coprivano un territorio che andava dall'alto napoletano (Caivano) fino al zona del fortore (Pesco Sannita e paesi limitrofi).

Nel 1950 comprò un altro trattore (FORD 28) e un'altra trebbia (sempre HOFFER) che affidò ad un suo fedele collaboratore per ottimizzarne la produttività essendo ormai l'azienda arrivata a un centinaio di addetti con diverse mansioni sulle cinque trebbie.

Nel 1954 ha comprato la prima pressa-paglia fissa che funzionava insieme alla trebbia e di qui la necessità di acquistare un nuovo trattore (MASSEY HARRIS 745 D standard) macchina diesel di provenienza inglese.

Nello stesso anno acquistava una quarta trebbia (sempre HOFFER) con trattore OM 35/40 a ruote.

Nel 1960 data la carenza di operai acquistò i primi due imboccatori automatici.

Nel 1966 acquistò una trebbia ARTEMIO BUBBA 110 con trincia e pesta-paglia, gran crivello e pressa incorporata.

La storia delle trebbie è continuata fino ai primi anni '80 quando ormai subentrò in maniera anche traumatica la MIETITREBBIA. Galietta fu il primo comunque ad acquistare un mezzo auto livellante (LAVERDA 112 AL). Una storia esemplare che ha interessato diverse generazioni e trasmesso non solo passioni ma anche attenzioni alla 'qualità' della trebbiatura. In molte contrade della provincia di Benevento i contadini aspettavano pazienti i loro turni pur di trebbiare con le macchine della famiglia Galietta: “perchè si era sicuri che il grano non finiva nella paglia”. Questa convinzione diffusa tra i contadini è una vera certificazione di qualità storica per una dinastia di trebbiatori come quella della famiglia Galietta.

FRANCESCO NARDONE

Altre immagini