LA TOSCA AL TEATRO ROMANO Società

Per gli appassionati e non solo ritorna La lirica al Teatro Romano, il cartellone operistico giunge alla seconda edizione e celebra il centenario pucciniano 1924-2024.

L'indirizzo di saluto è stato rivolto dal direttore del Teatro Romano Giacomo Franzese che ha portato anche quello del direttore generale avocante Massimo Osanna.

La Tosca, in tre atti, è andata in scena tra le vestigia della romanità, diretta dal M° Leonardo Quadrini, per la regia di Katia Ricciarelli, coadiuvata dal suo assistente Alessio Rizzitiello.

I collaboratori del Maestro Puccini redigono il testo, tratto da un dramma francese, di Victorien Sardou, assai più noto di Henri Murger. Il libretto è scritto da Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. Nel mese di ottobre del 1895, Illica imposta un adattamento che a Giulio Ricordi, piace moltissimo e lo ritiene superiore a quello recitato a Milano e a Firenze dalla tragica francese Sarah Bernhardt. A Parigi, nel gennaio 1899, tra Sardou e Puccini viene raggiunta l'intesa per la cessione dei diritti. La prima della Tosca è presentata al Teatro Costanzi di Roma, il 14 gennaio 1900, dirige il napoletano Leopoldo Mugnone, Un quarto d'ora prima della rappresentazione il direttore d'orchestra è avvicinato da un funzionario della questura, che gli riferisce di un lancio di una bomba. L'attacco del Maestro dà inizio alla Tosca, la recita è interrotta. L'opera viene ripresa dall'inizio, le acque si placano e la Tosca si conclude senza alcun incidente. Il clima politico è incandescente, nel maggio del 1898, le rivolte popolari per l'aumento del costo del pane, inducono le autorità a proclamare la legge marziale. Il primo atto della Tosca è ambientato nella chiesa di Sant'Andrea della Valle. Il pittore Mario Carovadossi è intento a ritrarre il volto di Maria Maddalena, raffigurato in quello della marchesa Attavanti, che ha osservato molte volte entrare in una cappella. Mentre completa la sua tela dalla cappella esce Cesare Angeletti, già console della Repubblica romana, fratello della marchesa, evaso dalla prigione di Castel Sant'Angelo. In chiesa successivamente arriva anche Tosca, amante di Cavaradossi. Il barone e capo della polizia Scarpia ispeziona la chiesa, per scoprire le tracce di Angelotti.  Scarpia ha perso la testa per Tosca ed incarica il poliziotto Spoletta di pedinarla. In una sala di Palazzo Farnese, Scarpia cena, il fuggitivo è irreperibile, i sospetti cadano su Cavoradossi, che conosce dove si nasconda, viene arrestato, imprigionato e torturato. Napoleone vince a Marengo e Cavaradossi è esultante. Tosca è sola con Scarpia e con un ricatto apprende il luogo il rifugio dell'evaso, ma per evitare la cattura Angelotti si uccide. Tosca sconvolta acconsente alla richiesta di Scarpia, ma non può graziare Carovadossi, l'unica possibilità è quella di simulare una finta fucilazione. Mentre il barone scrive il salvacondotto, impugna il coltello ed uccide Scarpia, si chiude, intanto il secondo atto dell'opera. All'alba sulla piattaforma di Castel Sant'Angelo, inizia il terzo e l'ultimo atto, si diffonde lo scampanio delle chiese di Roma. Il pittore Caravodossi è in attesa della condanna, scrive una lettera d'addio alla sua amante. La celebre area E lucean le stelle, riaccende i ricordi di Carovadossi, gli incontri amorosi e si conclude così:

<<L’ora è fuggita/e muoio disperato!../E non ho amato mai tanto la vita!/. Arriva Tosca, che mostra il salvacondotto al suo spasimante, deve soltanto fingere di morire, perché il plotone spara a salve. La scarica dei colpi uccide Caradovossi, Tosca è affranta dal profondo dolore e si getta nelle acque del Tevere, invocando che la giustizia divina faccia il suo corso. La rappresentazione della Tosca è stata superlativa, bravissimi gli interpreti: Diana Bucur (Floria Tosca), Francesco Anile (Mario Caravadossi), Alberto Mastromarino (il barone Scarpia), Giordano Farina (Cesare Angeletti), Angelo Nardinocchi (il sagrestano), Giuseppe Maiorano (Spoletta, agente di polizia), Cristian Alderete (Sciarrone, gendarme), Giuseppe Montanaro (un carceriere), Andrea Ambrosino (un pastore).

Straordinaria è stata l’esecuzione dell’Orchestra Sinfonica Internazionale della Campania, diretta magistralmente da Leonardo Quadrini. Lunghi e scroscianti applausi sono stati tributati agli artisti, eccellente il coro.

ll soprano Ricciarelli ha guadagnato il palco e ha ringraziato il Maestro Quadrini, il direttore artistico del cartellone “La lirica al teatro Romano”che ha riportato di nuovo in auge per il suo profondo impegno, e Ferdinando Creta, già direttore del teatro Romano.

NICOLA MASTROCINQUE

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