No ai siti pro-anoressia Società

Settembre è un mese di transizione: in molti ritornano in città dopo le ferie d’agosto, le scuole riaprono, il clima muta e, puntuali come le tasse, si presentano diversi appuntamenti; uno di questi è miss Italia, il concorso ormai pluridecennale che ha lo scopo d’eleggere la ragazza più bella della penisola. Nel corso delle decadi, i canoni di bellezza sono cambiati, così come lo sono nei secoli passati. Frequenti sono le diatribe sulla strumentalizzazione del corpo femminile, di cui il concorso di Salsomaggiore sarebbe un emblema; frequenti sono anche le discussioni sui modelli di bellezza femminile che la televisione imporrebbe agli spettatori, in particolare alle giovani spettatrici. Se una volta, infatti, la donna formosa andava per la maggiore (le maggiorate d’altri tempi), oggi le passerelle impongono sempre di più le ragazze magre, magrissime, quasi dei grissini sui tacchi alti, a volte veri scheletri coi capelli.

Cos’ha a che vedere tutto ciò con questa rubrica, il cui tema è l’informatica? Probabilmente la maggior parte dei lettori, forse quasi nessuno, ha mai avuto modo di fare un giro tra i blog ed i siti di ragazze adolescenti e quindi non gli è familiare il termine “ana” o la sua declinazione pro-ana. Non si tratta di una modella brasiliana né di una cantante Disney, bensì è l’abbreviazione cool di anoressia, grave forma di disturbo alimentare che di per sé non ha niente di cool, come purtroppo sapranno i genitori di tante ragazze che ne sono colpite.

Ebbene, su internet è sorto e va diffondendosi un movimento di giovanissime che nei loro siti, forum e blog promuovono la scelta di vita anoressica come una cosa normale, alla moda e persino salutare. Queste ragazzine, evidentemente con parecchi problemi esse stesse e, ahimè, troppo tempo libero a disposizione, dispensano consigli su come tirare avanti un’intera giornata bevendo solamente acqua, su come ingannare i propri genitori fingendo di mangiare, salvo poi gettare di nascosto il cibo nell’immondizia o correre a vomitare non appena questi ultimi hanno voltato le spalle.

Ho già fatto notare che internet ha il pregio di consentire la diffusione delle idee e la comunicazione in un modo che nessun altro media permette, ma che allo stesso tempo è il canale ideale per diffondere o propagandare stili e scelte di vita ai limiti del legale o anche oltre. Qui sconfiniamo nel campo dell’insano, anche in senso fisico: non occorre essere psicologi per capire che chi soffre di un disturbo alimentare ha bisogno d’aiuto, di sostegno morale e materiale, non certo di qualcuno che dispensi consigli sul mangiare poco o nulla ingannando i propri genitori.

Queste ragazzine che inneggiano all’anoressia sono forse inconsapevoli dei danni che possono procurare a tante coetanee, spesso insicure, che accettano i suggerimenti dei loro blog mettendo a rischio le loro giovani vite. Voglio pensare che sia frutto di un’immensa ingenuità, che non possano esistere ragazze tanto malvagie da istigare all’anoressia col preciso intento di fare del male ad altre adolescenti; ciò non toglie che il risultato finale può essere esattamente lo stesso: seguire i consigli di chi sostiene lo stile di vita ana può condurre su una strada senza ritorno, una strada lastricata di sofferenza.

Come combattere un fenomeno simile? In assenza di leggi specifiche (non si può applicare in questi casi il reato d’istigazione a delinquere, né quello di apologia di reato o peggio ancora d’istigazione al suicidio), tutto ciò che una persona responsabile, sia genitore o meno, può fare è vigilare attentamente: il dialogo con i figli è una componente indispensabile di un rapporto di fiducia, ma davanti a tali esempi d’irresponsabilità, occorre anche prevenire possibili comportamenti dannosi. Io suggerisco, nel caso v’imbattiate in un sito che dispensa consigli a chi vuol diventare anoressica, di segnalarlo ai responsabili del sito stesso o, in assenza di risposta da parte loro, alle associazioni per la tutela dei minori. È già abbastanza difficile crescere dei figli e proteggerli dai mali del mondo esterno, figurarsi poi difenderli da chi vuole insegnare loro a farsi del male da soli.

Saluti dalla plancia

CARLO DELASSO 

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