Un ingegnere beneventano nella Romagna post sisma Società

Dopo la catastrofe sismica che ha colpito l’Emilia, i frammenti di case, oggetti, ricordi e soprattutto il dolore degli abitanti per aver perso ogni cosa a loro cara, hanno reso davvero difficilissima la ripresa della società. Un territorio devastato, troppo esteso per poter essere rimesso in piedi il più presto possibile dalle sole forze della regione; per questo sono stati invitati ingegneri, architetti, tecnici, forze armate e semplici cittadini a dare una mano da ogni parte d' Italia.

Su richiesta del Dipartimento della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il C.N.I. (Consiglio Nazionale Ingegneri) ha inviato sul luogo dell’avvenuto terremoto, squadre di ingegneri strutturisti volontari. Questi ultimi (sempre selezionati dalla C.N.I. secondo specifiche caratteristiche e competenze) hanno avuto il compito di esperire sopralluoghi  agli edifici danneggiati e redigere apposite schede tecniche di Agibilità e Danno nell’ Emergenza Sismica (schede AeDES).

Nella città di Benevento, grazie al suo brillante curriculum e con oltre trentacinque anni di radiosa carriera alle spalle, è stato selezionato l’ingegnere Mario Testa che è andato a capo della squadra assegnatagli. Il lavoro per ogni squadra (circa trenta squadre alla settimana) aveva la durata di 7-8 giorni, le squadre venivano poi dislocate in diversi luoghi della regione colpiti dal sisma.

Le giornate prevedevano lavoro no-stop per 15 ore ed arrivata la sera, gli ingegneri dovevano stendere i resoconti degli accertamenti sulle schede AeDES che andavano consegnate al Centro Operativo del Comune e alla Direzione Comando e Controllo. La squadra dell’ingegnere beneventano è stata denominata 1320 ed ha operato nel Comune di Novi di Modena, le schede AeDES sono state consegnate dapprima alla DICOMAC della Regione Emilia ed in seguito a quella del Comune di Mirandola (dove quando c’era la possibilità, la squadra pranzava nelle mense provvisorie allestite nelle tendopoli).

“Un’esperienza unica, che oltre a farti apprezzare ciò che hai, ti arricchisce interiormente” dice l’ingegnere Mario Testa, che ha continuato descrivendo l’immensa gioia che ha avuto nell’ aiutare delle persone bisognose davvero splendide. “La fatica ed il pericolo del duro lavoro non sono mai esistiti perché il piacere di dare una mano li ha eclissati  totalmente” conclude sorridendo l’ingegnere Testa.

AUTILIA TESTA 

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