All'Ospedale 'Rummo' un caso di buona sanità In primo piano

Gentile direttore,

desideriamo raccontare un episodio di buona sanità che ha visto coinvolta la nostra famiglia per dare un giusto e meritato riconoscimento alla professionalità, alla competenza e alla passione dimostrata nel loro lavoro da tutti coloro (medici, infermieri ed operatori sanitari) che hanno aiutato un nostro congiunto a superare un momento di grave difficoltà che ne ha messo in pericolo la sopravvivenza.

La cronaca riporta spesso casi di malasanità, perciò crediamo sia giusto dare la dovuta risonanza anche ai casi positivi, che sono la maggioranza, e che purtroppo non fanno notizia.

Vogliamo rendere pubblica la nostra vicenda perché si sappia che all’Ospedale “Rummo” di Benevento operano, con grande competenza e professionalità, equipe di eccellenti medici.

Il nostro congiunto, colpito da infarto grave mentre faceva footing nei pressi dell’istituto agrario, grazie alla prontezza di riflessi dell’amico runner prof. Ugo Politi e dei fratelli Gino e Salvatore, che hanno avviato subito i primi soccorsi con massaggio cardiaco e immediatamente allertato il 118, veniva rianimato e trasportato al “Rummo” e tempestivamente sottoposto ad un complesso intervento di angioplastica, brillantemente eseguito dal dr. Stefano Capobianco, giovane cardiologo emodinamista del reparto Cardiologia interventistica.

Veniva poi trasferito nel reparto di Rianimazione dove veniva seguito con la massima dedizione da tutti gli addetti, a cominciare dal primario dott. Elvio De Blasio e da tutta la sua giovane e dinamica equipe di medici e personale paramedico, che onorano la loro professione e la praticano con passione al servizio degli altri (ne citiamo solo alcuni: le dott.sse Concetta Pellegrini, Cristine Popa, Carmen De Maria, i dott.ri Giuseppe Miranda, Dario Liberti, Pasquale Mazzacane, la caposala Rosanna Ciampi, gli infermieri Vito, Enzo, Doris, Daniela, ecc.ecc.: sinteticamente li vorremmo definire tutti “Gli angeli della rianimazione del “Rummo” di Benevento”).

Dopo la degenza in Rianimazione è seguito un passaggio all’U.T.I.C. per un breve periodo di stabilizzazione. Anche qui egregiamente curato e seguito dal primario dott. Marino Scherillo e dalla sua equipe di grande spessore professionale.

Veniva quindi dimesso il 12 giugno scorso e dopo la fase di riabilitazione presso la Fondazione Maugieri di Telese Terme, altro polo di eccellenza presente nel nostro territorio e forse non abbastanza valorizzato, finalmente il 3 luglio poteva chiudere questo difficile percorso facendo ritorno a casa.

Nel ringraziare tutti e ciascuno degli ”anelli della catena della sopravvivenza”, vogliamo sperare che episodi di buona sanità, come quello che ha visto protagonista il nostro congiunto, siano la regola e non l’eccezione in un contesto sanitario pubblico dove, purtroppo, non sono rari episodi di segno diverso.

Ci auguriamo anche che gli ospedali siano sempre dotati in misura adeguata del personale, dei mezzi e dei presidi tecnici necessari ad aiutare i medici e gli operatori a fare al meglio il loro lavoro.

Queste necessità, fondamentali per la tutela della salute e della vita delle persone, non possono essere subordinate, per esigenze di risparmi finanziari, ad altre sicuramente meno nobili.

Con stima

F.to Famiglia Curcio

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