Il giudice Nicola Gratteri a Cervinara. 'Contro la droga ci vuole l'Onu' In primo piano

Per fermare il mercato della droga occorrerebbe l'intervento delle Nazioni Unite, che dovrebbero scendere dai palazzi di vetro e andare nei campi dove si produce la coca, in Colombia, in Bolivia, in Perù, obbligando i coltivatori a seminare grano. Un'utopia? Ma se non si affronta alla radice, il problema non si risolve.

La suggestiva e drastica proposta viene dal giudice Nicola Gratteri, autore con Antonio Nicaso, del libro “Oro bianco”, presentato nell’aula consiliare di Cervinara. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi di legalizzare le droghe per toglierle dalle mani della criminalità. Dai calcoli fatti, però, i costi pubblici sarebbero alti e vincerebbe il mercato nero.

Per arginare la piaga non bastano manette e sentenze - ha sottolineato Nicaso, docente e storico della criminalità internazionale - ci vorrebbe una rivoluzione culturale, perché le mafie le abbiamo accettate. Oro bianco è sinonimo di cocaina. Quelli della ‘ndrangheta sono entrati in contatto coi produttori, ottenendo droga a bassissimo costo e monopolizzando il mercato. Il business della cocaina si aggira intorno ai 500 miliardi di euro”.

Gli autori del libro hanno trascorso una settimana in una selva colombiana per capire da vicino il sistema dei narcotrafficanti. In Colombia, in Perù, in Bolivia, molti contadini sono stati cacciati via dalle loro terre col terrore e la violenza. Qui, in Sudamerica, la vita di un uomo vale quanto un telefonino o una bicicletta. I criminali voglio zone franche dove coltivare la coca, grandi quanto la provincia di Benevento. Per questo minacciano e corrompono i governi.

Tutto questo avviene - ha rilevato Gratteri - nel grande silenzio delle più importanti potenze e dell’Onu. Così l’impero della cocaina si estende. Tra i consumatori di droga l’80 per cento sono cocainomani, circa il 6 per cento usa l’eroina ed il resto hashish e marjuana”. Il business confluisce nel riciclaggio del denaro sporco, che passa necessariamente per le banche. “Ci può essere corruzione senza mafia - ha notato Nicaso - ma non c’è mafia senza corruzione. La mafia si è globalizzata, l’antimafia ancora no”.

All’incontro con il giudice Gratteri, noto per aver portato sotto i riflettori nazionali la potenza della ‘ndrangheta, hanno partecipato Rosario Cantelmo, procuratore capo della Repubblica di Avellino, Roberto Lenza, sostituto procuratore a Nocera Inferiore, Elia Taddeo, sostituto procuratore ad Avelino. L’iniziativa, moderata da Giusy Iachetta, è stata promossa dall’Associazione Culturale “La Valle” e dalla Scuola Media “Francesco De Santis”, che è intervenuta con una delegazione di studenti, che hanno rivolto interessanti domande agli autori del libro.

Tutti i protagonisti del dibattito hanno evidenziato che le organizzazioni criminali non hanno più bisogno di sparare, perché con la grande disponibilità economica accumulata, possono comprare tutto e tutti, mettendo a rischio la democrazia. Lo dimostrano i tanti comuni sciolti per infiltrazione camorristica e per ultimo anche il commissariamento per gli stessi motivi dell’Ospedale Civile di Caserta.

Serve, per questo, un sussulto della società civile. “Abbiamo bisogno di una scuola diversa - ha concluso Gratteri - non di diplomifici e progettifici. Dobbiamo insegnare a pensare e a parlare. C’è ancora gente che viene in udienza e dice “se io avrei”. Così come c’è bisogno di una politica che impari a spendere i fondi europei. Insomma siamo da rifare. Rischiamo di diventare sempre più Africa del Nord”.

ANTONIO ESPOSITO

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