La Tuia e non solo... Ambiente
Cittadini e forestieri si sono trovati dalla sera alla mattina senza il verde di quelle piante.. sempreverdi tra il campanile di santa Sofia e la (ex?) Camera di Commercio. Mai troppo amate, se non per la comodità dei sedili di pietra tra l’una e l’altra. E’ vero che le piante sono diventate alberi e si sono un po’ troppo azzeccate alle panchine. Ma ricorrere a fine ottobre a una passata di fobici ha messo a nudo solo tronchi.
Qualcuno pensava fossero cipressi. Saranno tuie. In entrambi i casi si tratta di alberi che devono crescere come dicono loro. Hanno una forma che non si può modificare con giochi di potatura. Meno che mai se l’operazione viene affidata all’imprendibile “mancato carpentiere provvisto di motosega”.
Questi alberi hanno il difetto di avere un mantello sempre verde, ma sotto (cioè dentro) c’è un’armatura pezzente di legnami.
A piazza Piano di Corte (La Corte ritrovata, secondo la tabella illustrativa del finanziamento di 700.000 euro) hanno tentato il miracolo opposto. Mettere a dimora un arbusto con le palline rosse in un vasetto quadrato il cui lato (misurato con il palmo della mano a dita larghe) e si è no una quindicina di centimetri. Sono palette di arredo urbano (della famiglia dei neri patiboli che offendono la sobrietà del palazzo Zamparelli) a prima vista destinate a ceneriere. Invece sono state riempite di apposito terriccio per sistemarvi degli arbusti con le palline rosse.
Orbene pure quell’arbusto è abituato dalla natura ad allargarsi e tagliarlo per tenerlo nelle proporzioni del 15x15 è una ferita gratuita. Suggeriamo, da dilettanti, di spostare quegli arbusti lungo le scarpate di via Aldo Moro e riservare alla Corte ritrovata pusille margherite o più odorose camomille, d’estate gerani e begonie, e d’inverno un ciclamino. Tutte pianticelle, queste, che non prevedono l’intervento di potatori.
M. P.