MOLINARA - Una terra da ri-scoprire Ambiente

Si è tenuto nei giorni scorsi a Molinara, presso l’affascinante Palazzo Ionni in piazza San Rocco, un interessante confronto pubblico sul tema: “Identità territoriale, potenzialità produttive e ruolo delle istituzioni nel bacino del Tammaro”. Durante l’incontro sono state trattati con rigore e competenza i diversi capitoli programmatici che riguardano lo sviluppo armonico e sostenibile delle Aree interne, per la verità fin troppo dimenticate dalle politiche filo-costiere che hanno contraddistinto l’Italia meridionale negli ultimi decenni.

Dopo i saluti introduttivi di Angelo Marino, nella duplice veste di sindaco di San Marco dei Cavoti e presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Benevento, c’è stato l’articolato intervento di Ettore Rossi che, nella qualità di coordinatore del Laboratorio per la felicità pubblica, ha tratteggiato gli aspetti salienti che attengono al valore etico dello sviluppo, inteso come elemento riqualificante sia dei rapporti economici che delle politiche sociali riguardanti i territori, a cui hanno fatto seguito le significative relazioni di Gianna De Lucia, responsabile della scuola di impegno socio-politico della Diocesi di Cerreto Sannita e di Franco Bove, noto urbanista ed architetto di Benevento. Quest’ultimo ha ripercorso gli elementi identitari che nel corso dei secoli hanno plasmato la composizione territoriale del Sannio, non dimenticando di evidenziare gli aspetti caratteristici che rendono, ancora oggi, originali i centri storici del Tammaro.

La giornata di studio è stata ulteriormente impreziosita dagli interventi scientifici di Antonio Leone, già primo ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche e di Alessio Valente, libero docente di Scienza della Terra presso l’Università del Sannio. Non sono mancate, pertanto, valutazioni e considerazioni circa l’uso migliore delle pratiche agricole, con particolare riferimento alla valorizzazione dell’olivicoltura sannita. Un approccio del tutto nuovo, in quanto ricco di dati, studi e comparazioni scientifiche capaci d’indirizzare gli amministratori locali verso una nuova programmazione sostenibile, peraltro sempre più legata ai bisogni dei cittadini. A latere dell’incontro, ne abbiamo discusso con il primo cittadino di Molinara, Giuseppe Addabbo.

Sindaco perché un convegno sulla programmazione territoriale a Molinara?

Nei nostri Comuni, la conoscenza del territorio è un elemento fondamentale per la programmazione; lo studio approfondito, da parte di tecnici e professionisti, può sostenere e qualificare le decisioni della politica. È la conoscenza la base di ogni scelta amministrativa, altrimenti si procede secondo opportunità politica e, nel corso degli anni, abbiamo visto quanti danni possono provocare atteggiamenti del genere. I convegni hanno un senso se ci confrontiamo sulle cose concrete, solo così possiamo avere uno strumento che ci permette di pianificare al meglio.

La sua Amministrazione ha prodotto in questi anni diversi interventi sul territorio.

Abbiamo cercato sempre di agire attraverso una visione precisa del nostro piccolo borgo, interpretando al meglio i vari cambiamenti sia sul piano sociale, economico, turistico e commerciale; così come abbiamo cercato di anticipare i fenomeni di transizione ambientale, climatica ed energetica. Penso siano stati interventi che hanno avuto una giusta ricaduta.

A Molinara, storicamente, l’olivo ha sempre svolto e continua a svolgere un ruolo importante per la sua comunità.

Il nostro oliveto secolare è una vera e propria montagna, che fa da arredo al paese: basta questa fotografia, questa semplice immagine, per valorizzare il nostro olio d’oliva. Pensate di quanta ricchezza sono portatori i territori. L’oliveto storico per la nostra comunità è un patrimonio inestimabile, i nostri avi ce l’hanno lasciato e a noi tocca custodirlo e valorizzarlo. Le caratteristiche del nostro oliveto secolare sono molto particolari: situato su un terreno scosceso, olivi difficili da coltivare ma che danno un prodotto eccezionale. Per Molinara l’olio è cultura e ci rendiamo conto di tutto questo soprattutto dalle persone che molto spesso ci perdono economicamente, ma comunque sentono dentro di loro una missione: portare avanti ciò che gli è stato lasciato dai genitori.

Oggi in che modo l’amministrazione di Molinara intende valorizzare il territorio?

Il tema di questa discussione è appunto questo, in particolar modo la valorizzazione dei paesaggi rurali e della loro architettura. Vedere il paesaggio non solo sotto forma di un profilo antropico, ma anche come risorsa ed elemento chiave in grado di determinare sviluppo unito alla possibilità di dare nuove chiavi di lettura di un contesto territoriale. Il nostro paesaggio rurale è riconosciuto come uno degli elementi fondamentali dell’identità culturale del nostro paese. È una risorsa in grado di dare un valore aggiunto sia sul piano culturale che turistico.

Agricoltura di qualità e paesaggi incantevoli: sono queste le vere ricchezze delle aree interne.

Il rapporto tra agricoltura e paesaggio è molto cambiato nel corso degli anni, viviamo un rinnovato interesse per la qualità della vita e lo stato dell’ambiente. Ecco che il paesaggio diventa forma estetica. Vi è quindi la necessità, in questo particolare momento storico, di aprire una riflessione in cui il concetto ″paesaggio″ si è di nuovo imposto nel dibattito pubblico, con una declinazione verso l’architettura, l’ecologia e l’antropologia. Come amministratori dobbiamo creare le giuste condizioni, ma dopo è fondamentale la capacità di essere protagonisti da parte delle nuove generazioni, condividendo o creando altro, ma sempre nell’ottica di continuare a far vivere questi luoghi. Non bisogna mai rassegnarsi e coltivare la curiosità, la possibilità di conoscere, per essere artefici della nostra storia futura.

DOMENICO ROTONDI