Il culto di Iside a Benevento Cultura
Un interessante incontro con il Prof. Elio Galasso incentrato sul culto di Iside a Benevento si è tenuto presso l’AUSER-USELTE.
L’esimio studioso già negli anni ’90 affermava: “Una antenata della strega di Benevento mi pare senz’altro Iside, divinità suprema degli egiziani per circa tremila anni. Al riferimento a lei nessuno ha mai pensato. I Beneventani le innalzarono un tempio nell’anno 88 dopo Cristo, giusto diciannove secoli fa: la ricorrenza va sottolineata”.
Questa straordinaria intuizione apriva il testo di Elio Galasso per presentare la Mostra di incisioni e libri “STREGHE, DIAVOLI E MORTE” da lui ideata e allestita nella Sezione Storica del Museo del Sannio alla Rocca dei Rettori. Quell’idea venne poi confermata dieci anni dopo, nel 1997, nel Catalogo della grandiosa rassegna di opere d’archeologia e d’arte “Iside, il mito, il mistero, la magia”, organizzata nel Palazzo Reale di Milano, con la collaborazione tra i maggiori musei del mondo.
L’incontro con il Prof. Galasso, nella sede dell’AUSER di Benevento, si è svolto lungo la linea di ricerca che lo portò a quell’idea e che successivamente gli ha consentito di individuare nella nostra città altre numerose tracce del culto isiaco, diffuso in tutto l’impero romano tra le classe elevate e non solo, contemporaneamente al Cristianesimo. Più di cento le immagini di sculture, pitture e frammenti architettonici che hanno illustrato la materia, a partire dalla traduzione delle iscrizioni in geroglifici dei due obelischi pervenuti fino a noi, dove è memoria dell’imperatore Domiziano.
E proprio mentre appariva conclusiva e affascinante la ricostruzione ideale della figura di ‘Isis lactans’, cioè Iside in forma di madre che allatta al seno il figlio Horus, il Prof. Galasso ha dimostrato la continuità di quell’immagine sacra, e del suo culto, nel culto e nella identica forma delle Madonne beneventane più antiche, fino alla statua della Madonna delle Grazie, in veste appunto di ‘Maria lactans’ col Bambino in braccio.
L’affermazione di ‘Maria lactans’ a Benevento comportò la demonizzazione di Iside e della femminilità negativa, la ‘stregoneria’ che per secoli è stata erroneamente creduta introdotta dai Longobardi, peraltro arrivati nel Sannio già cristianizzati. Per fortuna, alla fine del Settecento, ha concluso il Prof. Galasso, questo aspetto negativo della storia e della civiltà beneventana è stato sottoposto alle interpretazioni libere degli artisti, che hanno consentito di utilizzare le ‘streghe’ come caratteristica suggestiva e perfino produttiva della città di Benevento.
PINA PEDICINI