Cultura - INTERVISTA A CLAUDIA KOLL

INTERVISTA A CLAUDIA KOLL Cultura

Abbiamo atteso l’arrivo di Claudia Koll all’ingresso del Seminario Arcivescovile ‘Giovanni Paolo II’, giovedì 11 maggio ’06, erano le ore 17,30. Intorno alle ore 18,00 l’abbiamo vista scendere dall’auto guidata dal mons. Pasquale Maria Mainolfi. Giunta nella elegante sala di attesa del Seminario è stata ricevuta da S.E. Sprovieri e dal Direttore del Seminario. Poi si è concessa ai vari operatori dei media per le rituali interviste, riprese filmate e foto. La presenza in Benevento della Koll è stata dovuta alla ‘Presentazione degli atti dell’anno Eucaristico e Januario’, cerimonia culturale-teologica organizzata da mons. Pasquale Maria Mainolfi, direttore dell’Istituto Superiore di Studi Religiosi Redemptor Hominis’. Prima dell’ingresso in Auditorim e dopo le relazioni abbiamo potuto interloquire con la seducente attrice Claudia Koll, che si è dimostrata essere la vera e splendida protagonista della serata e che ha catalizzato su di sé l’attenzione di tutti i numerosissimi presenti. Ed ecco cosa ci ha rivelato l’attraente attrice romana. –
Sig.na Koll, mi presento, sono Antonio Florio corrispondente da Pietrelcina per Realtà Sannita, permette qualche domanda? Certo. Sono stata a Pietrelcina, e, oltre a far visita alle case di Padre Pio, ho visitato il nuovo museo fotografico del mio amico Elia Stelluto. –L’aspettavamo la sera dell’inaugurazione? Per altri impegni inderogabili sono stata impossibilitata a venire. –Volevamo intervistarla a Monteleone di Puglia, nell’agosto del 2004, quando ha partecipato al Premio Internazionale Padre Pio, per un nostro impedimento fisico non siamo potuti venire.
Vengo alla domanda: conosciamo poco la vita di Claudia Koll prima dei successi cinematografici, teatrali e televisivi? Sono nata a Roma nel 1964. A mia madre le avevano dato pochi giorni di vita. Allora mi affidò alla Madonna di Pompei, difatti il mio secondo nome è Maria Rosaria. –
Koll è il suo vero cognome? No, è solo uno pseudonimo, il mio vero cognome è Colacione.
–Come è diventata attrice? La mia vocazione artistica è nata con nonna Maria, la nonna materna che era non vedente. Quando vedevo la tv le dovevo raccontarle ciò che vedevo. Già a cinque anni volevo fare l’attrice.
–Come è nata la sua conversione nel segno di Maria? Quando vidi il film sulla Madonna di Pompei fui attratta da lei, volevo morire. Vidi in lei quell’amore, quella pace che tanto desideravo. –Quando ha incontrato Gesù? Io sono Claudia, ma non sono la Claudia di qualche tempo fa. Un giorno sono andata nella chiesa di Santa Anastasia in Roma a chiedere aiuto al Signore. Un sacerdote mi chiese:-Cosa vuoi dal Signore?-. E io gli dissi niente, sono una peccatrice. Quando il sacerdote mi segnò sulla fronte ho scoperto che il mio cuore si apriva e si riempiva di Gesù. Le ginocchia si sono piegate. Mi sono dovuta sedere e ho incominciato a piangere. Ho avvertito che questa è stata la risposta del Signore.
–Ha avuto altre prove? Ho cercato Gesù e l’ho trovato nelle persone che soffrono. L’ho incontrato nei bambini leucemici, nei bambini dell’Africa senza carne, con il pancino gonfio, con visi rugosi come i vecchi e che non avevano nemmeno un bicchiere d’acqua per pulirsi gli occhi pieni di polvere.
–Come ha considerato queste esperienze? Ho capito che la mia vita doveva essere spesa diversamente. Mi sono avvicinata anche ai malati di ads. Questi malati sono i Cristi del nostro tempo. Hanno imparato a vivere il presente, non programmano. Se hanno la febbre escono lo stesso, perché la febbre, rispetto a quello che soffrono, è niente.
–In quali attività di volontariato è impegnata? Sono socia dell’Associazione ‘Le opere del Padre’ della Parrocchia Santissimo Redentore di Roma. E invito tutti a sostenere una famiglia o un bambino della Diocesi di Wamba, della Repubblica Democratica del Congo.
–Per chi vuole aderire e sostenere la sua nobilissima iniziativa umanitaria? Le lascio il numero di telefono: 333 7255997 e il numero di conto corrente postale: 71768428.
–Permette una foto?
Certo. -
Ci può fare anche un autografo?
Mi ridica però come si chiama.
Terminato il colloquio ecco cosa ci ha scritto vicino al suo autografo:Ad Antonio. ‘Gesù confido in te!’ F.to Claudia Koll.

Antonio Florio