La Camera è la casa delle imprese, mettiamo da parte i personalismi Economia

Le associazioni di categoria rappresentano il trait-d’union con le singole imprese. I due mondi, più si sentono vicini, comunicano tra di loro, condividono le scelte strategiche, più semplice diventa raggiungere le aspettative ed intervenire fattivamente per garantire benefici all’intero sistema imprenditoriale. Ma per fare questo è necessario rendere innanzitutto ″attrattivo″ il territorio irpino-sannita, candidarlo ad essere il centro intorno al quale sviluppare azioni capaci di richiamare attività ad alto contenuto innovativo e promuovere, al contempo, iniziative che generino un valore competitivo nelle relazioni economiche. In Italia e all’estero. La crescita competitiva, oggi si gioca sulla capacità di creare relazioni ed iniziative che travalichino le dimensioni locali e provinciali, mettendo in campo, secondo una logica di rete, azioni congiunte a beneficio di tutti i settori produttivi. È l’auspicio che emerge dalla doppia intervista di Realtà Sannita a Francesco Melillo, presidente Confcooperative Avellino e Antonio Casazza, presidente di Confagricoltura Benevento.

Dopo la definizione dei seggi spettanti ai diversi settori, si avvicina il momento per la costituzione del nuovo Consiglio camerale. Quali i punti programmatici salienti della sua organizzazione, sui quali chiederete la “condivisione” anche delle altre Associazioni?

Francesco Melillo. Confcooperative è un’associazione datoriale che rappresenta il mondo della cooperazione dal 1919 e, quindi, più che rappresentare un settore, come fanno le altre Organizzazioni, noi rappresentiamo ′un modello economico′ basato sulla mutualità. E questo modello, è trasversale ai settori, andando la nostra rappresentanza dal mondo bancario a quello agricolo, passando dal sociale a quello dei servizi. Ovviamente quello su cui cercheremo di porre l'attenzione è il potenziamento di questo modello economico basato sull'aggregazione, che dà maggiori possibilità di accedere ai mercati, di creare sviluppo sul territorio, sostenibilità economica ed occupazionale.

Antonio Casazza. Abbiamo innanzitutto un ′obbligo′: riscattare un inizio sbagliato! Lo dobbiamo al territorio, ma lo dobbiamo soprattutto all'onestà intellettuale di tanti che ancora credono nella bontà della Camera di commercio Irpinia Sannio. È una sfida importante, che dobbiamo saper cogliere nel migliore dei modi: unire i due territori può dare slancio ed essere di esempio anche per altre realtà italiane. Nelle regioni del Centro Italia, che conosco da vicino, la Camera di commercio rappresenta da sempre un volano per creare reddito, per creare iniziative: vi sono opportunità attraverso l'eno-turismo, l'olio-turismo, ma può essere un'ottima leva anche per comparti oggi in difficoltà come la zootecnia.

Per la nuova Camera si punta ad una governance duale, con Presidente e Vice espressione dei due territori. Quale a suo parere il tratto caratterizzante dei dei territori da valorizzare maggiormente attraverso le attività camerali?

Francesco Melillo. Sinceramente, io credo che se questa Camera di commercio ha come obiettivo quello di essere ′a servizio delle imprese′, bisogna mettere da parte la logica duale di rappresentanza delle due aree e favorire, appunto, quella di una governance che rappresenti le imprese e che si faccia carico complessivamente di entrambi i territori. Certamente tenendo presenti le caratteristiche e le vocazioni di entrambi, che per quanto possano sembrare simili, in realtà sono diverse: proprio per questo, personalmente, non ero favorevole all'accorpamento. Di certo l'economia della provincia di Benevento è più legata all'agricoltura, mentre quella dell’Irpinia ha anche importanti insediamenti dell'industria meccanica. Ma ora ci troviamo con un’unica Camera di commercio e, per quanto possibile, bisogna pensare a sviluppare ed integrare i due sistemi produttivi. Questo sarà il lavoro probabilmente più importante, tenendo presente che ancora sopravvivono forti pulsioni di campanilismo. È questa la sfida più impegnativa della nuova governance: non lasciare nessuno indietro ma garantire, per quanto possibile, opportunità di sviluppo per le imprese di entrambi i territori.

Antonio Casazza. Ribadisco: servono iniziative capaci di creare reddito nelle aziende, ad esempio attraverso il turismo. L'ente camerale, dopo un inizio incerto, può essere il motore per rilanciare la storia, la cultura, la natura di questi luoghi e contribuire ad avvicinare non solo turisti di prossimità, ma anche quelli stranieri, grazie ad un’adeguata valorizzazione e promozione dei nostri Beni. Nel Sannio abbiamo il complesso di Santa Sofia patrimonio UNESCO; una importante iniziativa che interessa entrambi i territori è la candidatura della Via Appia - Via Franchigia a bene dell'umanità: mi auguro che ciò accada presto, in quanto sono una spugna, sono ′attrattori′ per turisti ed operatori che amano viaggiare, scoprire nuovi posti, ma possono essere un sostegno valido oltre che alle aziende agricole, anche al commercio e all'artigianato.

Per ridare autorevolezza alla Camera di Commercio sui tavoli istituzionali, è necessario un Consiglio in piena concordia e con le idee chiare su rischi da evitare ed opportunità da cogliere nei due territori. È fiducioso che ciò accada?

Francesco Melillo. Come Confcooperative nella brevissima consiliatura e nelle fasi che l'hanno preceduta, abbiamo provato ad essere elemento di mediazione tra le varie organizzazioni, ritenendo che solo un’ampia maggioranza avrebbe potuto garantire una governance stabile in una situazione di rappresentanza estremamente frammentata tra territori ed organizzazioni. Di certo, quando le problematiche iniziano ad essere personali, non più incentrate sui temi, questo diventa estremamente difficile. Da parte nostra, continueremo a perseguire la direzione del dialogo costruttivo, sempre fiduciosi che dall'unione, anche critica, possano nascere le cose migliori e che in fondo la Camera di commercio non è un consiglio comunale, dove c'è una maggioranza e un’opposizione, ma è il luogo della rappresentanza delle imprese.

Antonio Casazza. È assolutamente necessario evitare la divisione che ci ha portato al commissariamento. Abbiamo fatto una brutta figura! Partiamo con questo bagno di umiltà, al di là delle questioni, perché sia il professore Mastroberardino che il dottor Bruno sono due rappresentanti della Campania nel mondo, che si sono ritrovati a duellare in una battaglia che non apparteneva alle loro persone, alla loro cultura. Ci sono stati degli attori inadeguati ed irresponsabili, che hanno giocato alle spalle di un Ente che, viceversa, merita rispetto e merita soprattutto incoraggiamento per il bene del Sannio e dell’Irpinia. Io sono fiducioso, perché tutte le rivoluzioni, tutti i cambiamenti sono sempre avvenuti attraverso le persone. Devo dire che mi sto confrontando con persone perbene dei diversi settori, che possono dare molto, possono contribuire a costruire un percorso innovativo e, perché no, piantare il seme di una ′cultura′ moderna ma soprattutto seria.

GIUSEPPE CHIUSOLO