La trasparenza avvicina la banca all'impresa Economia

Promosso da ″Miwa Energia″, giovane società sannita operante come controparte commerciale del gas e dell’energia elettrica, un interessante convegno sulle ′relazioni′ tra imprese del settore energetico ed istituti bancari, nel nuovo scenario competitivo: continuità, sostenibilità e opportunità le tre parole-chiave al centro del confronto. Artefice dell’iniziativa che ha riunito esponenti di decine di imprese nate negli ultimi anni in provincia di Benevento e rappresentanti di Banco BPM, INTESA Sanpaolo Campania e GA.FI. Garanzia Fidi, è stato Michele Zullo, Ceo di Miwa Energia SpA. “Il principale obiettivo dell’incontro era quello di fornire agli imprenditori gli strumenti necessari per instaurare nuove e più efficaci relazioni con gli istituti di credito. Oggi serve un nuovo approccio, che mira a ridurre in modo significativo l'attuale asimmetria informativa ed operativa”. L’abbiamo intervistato a margine dei lavori.

In una provincia piccola, che registra tra l’altro un costante spopolamento, fare impresa senza avere al proprio fianco una banca amica, è molto difficile.

Il nostro è un paese ″bancocentrico″, dove il 90% delle imprese sono piccoli imprenditori. La banca deve avvicinarsi il più possibile alle piccole realtà imprenditoriali e, la piccola azienda, deve invece strutturarsi per far sì che la banca possa accompagnarla nella sua crescita. Era questo il nostro intento quando abbiamo deciso di organizzare il convegno, con la speranza che questo nuovo approccio possa nel tempo agevolare nuove relazioni, per far sì che soprattutto nelle zone disagiate come quelle del Meridione, ogni azienda possa migliorare la propria condizione e guardare al futuro con maggiore fiducia.

Come giovane imprenditore in territorio dove fare impresa non è semplice, sei oggi alla guida di una società proiettata nel mercato nazionale.

Nata nel 2010, ″Miwa Energia″ opera oggi sull'intero territorio nazionale con un fatturato di oltre 20 milioni di euro; ma restiamo una realtà medio-piccola. Credo che gli imprenditori della mia età sono i primi che devono alzare il livello di cultura finanziaria, per fare in modo che le banche possano aprirsi maggiormente al dialogo con noi”.

Sin dall’insediamento, nella zona industriale di Apice, siete sempre stati un’azienda molto radicata sul territorio.

Noi sul territorio, come dovrebbero fare le banche, abbiamo dei ′punti fisici′ dove siamo aperti alla clientela. È un costo che a volte può sembrare superfluo, ma non lo è, perché è fondamentale il rapporto personale con la clientela. Penso sia questa la cosa più importante che dovrebbero fare le banche, per essere davvero al fianco dell’imprenditoria locale.

Per l’impresa, è emerso dal dibattito, è importante ″fidelizzare″ il rapporto con la banca, anche per evitare che direttore della filiale sia un semplice passacarte e a decidere sull’esito delle pratiche siano persone che vivono ed operano a Milano o a Roma.

Esatto, siamo molto svantaggiati da questo punto di vista. Spesso le banche prendono i dati, li inseriscono in un database e vengono fuori gli indici di bilancio; che, però, non sono peculiari di quell'attività o di quel settore. Ogni settore ha le sue caratteristiche. Il settore energetico è diverso dal settore agroalimentare: abbiamo, quindi, sicuramente esigenze diverse che vanno affrontate e risolte con strategie diverse.

A portare una ′testimonianza diretta′ alla platea riunita nell’auditorium San Vittorino è stato l’imprenditore Filippo Liverini, dell’omonimo mangimificio: “Voglio raccontare la nostra esperienza affinché possa essere da esempio per altri imprenditori. In azienda il welfare è molto importante; creare un ambiente di lavoro… ′bello′, rende maggiormente produttivo l'intero sistema aziendale. Alla Liverini, insieme a mio fratello Michele abbiamo deciso di accendere una polizza sanitaria a tutti i nostri dipendenti, a loro carico ma anche a carico dei loro familiari. Policy importante. Abbiamo poi fatto un ulteriore passo, coinvolgendo l’intera rete dei dipendenti su un unico Istituto bancario: non attraverso una convenzione, ma con attenzioni pratiche come il costo minimo di un’operazione o il bancomat a costo zero. Capite bene la facilitazione di processare una richiesta di mutuo, in questo momento improbabile per i giovani per i tassi molto alti, però quando la Banca sa che lavorano con la Liverini, diventa tutto più facile. Perché quello che abbiamo realizzato nel tempo, ci ha sempre portato ad avere buone relazioni col sistema bancario. Noi non abbiamo mai avuto difficoltà in quanto abbiamo bilanci aggiornati, in linea con gli istituti, non solo con dati contabili ma patrimoniali, finanziari, di produzione: insomma, il nostro bilancio è un “libro aperto”. E questo ‘rende molto’ nel rapporto banca-impresa”.

GIUSEPPE CHIUSOLO